15~ «Tu sei qui.»

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PENULTIMO CAPITOLO
~ 🏐🧡

Quel match point sembrava protrarsi all'infinito.

Era l'ultimo, cruciale punto: se l'avessero fatto, i Black Jackal avrebbero vinto.

La partita era stata satura di azioni straordinarie, di occhiate di sfida, di sguardi intensi.
Mancava solo quel punto.

Atsumu alzò la palla ad Hinata, che si trovava già per aria.
Il rosso saltò, l'intero pubblico trattenne il respiro.

Ma poi, proprio davanti a lui, saltò anche Kageyama.

Hinata ghignò, ricordando la loro prima partita.
Erano ricordi lontani, ricordi di altri colori, che parlavano di un re egoista e di un pulcino sperduto.

Da allora, avevano fatto tanta strada.
Hinata schiacciò, la palla fu murata ma in seguito recuperata dai Jackal.

Quando diventerai bravo, arriverà qualcuno di ancora più bravo a giocare contro di te, Kageyama ricordò le parole del nonno mentre vedeva Hinata saettare dalla parte opposta del campo.

Avanzò di un passo nella sua direzione: il suo sguardo era troppo limpido, la sua determinazione troppo convincente: se non l'avesse murato, avrebbe segnato.

Invece no.

In ritardo, l'alzatore si rese conto di aver sbagliato.

Aveva dimenticato la vera essenza di Hinata, si era lasciato distrarre, e ingannare.
Il rosso era un'esca.
Lo era sempre stato, fin dalle superiori, e gli anni passati ad allenarsi lo avevano perfezionato.

Ora non aveva bisogno di qualcun altro per attirare su di sé l'attenzione: era in grado di riuscirci da solo.
E in questo modo era riuscito a confondere Kageyama.

Il corvino si voltò, ma era già troppo tardi: Atsumu aveva alzato la palla a Bokuto, che la schiacciò con sicurezza e potenza, segnando.

Era finita.
I Black Jackal avevano vinto.

Atterrando, Hinata gridò, esultante, il pugno serrato.
Sentiva quel punto come proprio, anche se non era stata la sua mano a schiacciare la palla.

Dopo il momento di esultanza, le squadre si misero in riga per stringersi le mani.

Hinata strinse con forza la mano di Ushijima e Hoshiumi, sorridendo entusiasta.
Per ultimo toccò a Kageyama.

I suoi occhi si fecero scintillanti, e la fiamma di sfida divampò più che mai.
Il suo cuore ancora batteva forsennatamente: avrebbe voluto che la partita non finisse mai.

Kageyama sorrise, fiero, orgoglioso dei progressi del rosso.

Arriverà qualcuno di ancora più bravo a giocare contro di te: «Tu sei qui.» constatò l'alzatore, stringendo quella mano che conosceva come la propria.

«Io sono qui.» confermò Hinata, ricambiando la stretta.

E poi Kageyama si sciolse definitivamente, attirandolo verso di sé e baciandolo all'improvviso.
Il pubblico esplose in urla sorprese ed estasiate.

Prima di poter essere devastato dal sapore delle labbra di Hinata, il corvino si separò, sorridendo al viso rosso dello schiacciatore.

Un pensiero fulmineo gli attraversò la mente, gli bloccò il respiro.
Ora. Chiediglielo ora.

Ma rimase in silenzio, mentre Hinata si allontanava, chiamato da Romero, un suo compagno di squadra, che gli chiedeva l'autografo per il figlio.

Li sentì parlare in portoghese, e sorrise con dolcezza.

Alzò lo sguardo ed intercettò quello di Sugawara puntato su di sé: stava gesticolando animatamente, e Kageyama già sapeva a che proposito.

Attese qualche istante che il rosso finisse di parlare con Romero, dopodiché gli si avvicinò di nuovo, incrociando il proprio mignolo al suo.

Hinata ridacchiò:«Sei stranamente affettuoso, Bakayama. Sei triste perché ti ho battuto?» lo stuzzicò.
«Zitto boke, la prossima volta sarò io a vincere.» replicò immediatamente l'alzatore.

Prima che Hinata potesse ribattere, una potente esclamazione attirò la sua attenzione.

«HEY HEY HEEEEY, AKAASHI!!!!» gridava Bokuto verso il proprio ragazzo, sugli spalti.
Aveva la mani a coppa attorno alla bocca, i capelli sparati verso l'alto, gli occhi che luccicavano.

Il moro si voltò verso di lui, sorridendogli accondiscendente e al tempo stesso fiero.

«AKAASHI, VUOI SPOSARMI????» chiese Bokuto.

Ad Hinata andò il respiro di traverso, Kageyama sgranò gli occhi, Atsumu prese a tossire, sotto lo sguardo vigile di Sakusa.

Akaashi impallidì, portandosi una mano al petto:«C-cosa?!» esclamò, sorpreso.

«Akaashi Keji, ti amo più della mia stessa vita. Ti amo più di quanto ami qualunque cosa al mondo. Tu sei il mio mondo. Perciò, mi vuoi sposare?» specificò l'asso, gettandosi in ginocchio e aprendo porgendo verso l'alto una scatolina contente gli anelli.

Akaashi trattenne il fiato.
Bokuto guardava verso di lui in attesa.
Tra il pubblico era calato il silenzio: stavano tutti aspettando, col fiato sospeso.

Non c'era stata esitazione in Bokuto, e il suo sguardo era limpido, pieno di devozione e amore: sapeva davvero ciò che voleva.

«I-io... sì, certo che sì, Bokuto-san.» disse infine Akaashi.

Il boato che si levò dal pubblico avrebbe potuto rovesciare l'intero palazzetto.

Bokuto si voltò verso la sua squadra, le guance rosse, quasi febbricitante, le braccia alzate:«HEY HEY HEEEEY, MI SPOSOOOO!!!!» urlò, venendo inghiottito dagli abbracci dei giocatori.

Atsumu continuava a colpirlo in testa, mentre rideva.
Perfino Kyoomi si era fatto più vicino.

Si immobilizzarono tutti quando Akaashi apparve dall'ingresso, le mani in tasca, gli occhiali sul naso, anche lui rosso in viso.
Stava sorridendo.

Bokuto corse verso di lui, ridendo, con in mano la scatolina, che aprì accanto ad Akaashi: dentro c'erano due anelli d'argento, che scintillavano.

L'asso prese con una dolcezza incredibile la mano del fidanzato, infilandogli l'anello all'anulare.
Akaashi ammirò quella fedina, voltandosi verso Bokuto per dire qualcosa, ma venendo fermato dalle labbra di quest'ultimo.

Bokuto baciava con lo stesso entusiasmo che metteva in ogni cosa.
Non si poteva sfuggire, non ci si poteva ritrarre, era coinvolgente, travolgente, passionale.
Akaashi gli gettò le braccia al collo, mentre quelle dell'altro lo circondavano e lo stringevano.

Kageyama distolse lo sguardo dalla coppia quando sentì la testa riccioluta di Hinata contro la sua spalla.
Abbassò lo sguardo solo per vederlo sorridere, incantato, stanco dopo la partita.

«Un giorno sarà anche il nostro turno, Kags.» affermò, alzando lo sguardo.
Al corvino saltò un battito.

Hinata era così sereno, così innocente, così convinto.
Era semplicemente il corso delle cose: si amavano talmente tanto da sposarsi. Fine.
Non prendeva nemmeno in considerazione l'idea che avrebbe potuto smettere di amare Kageyama, né viceversa.

Gli fece venire voglia di inginocchiarsi e chiederglielo in quel momento.
Ma sapeva che era ancora troppo presto, in qualche modo.

«Un giorno sì, Shoyou.» confermò, facendo sorridere dolcemente l'altro.

E dato che tutti avevano occhi solo per Bokuto e Akaashi, nessuno notò il duo bislacco baciarsi, in campo, nel luogo dove potevano esprimere al meglio il loro amore.

Fly away ||KagehinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora