Il giorno sta morendo.
Frammenti di luce si addensano a ovest riverberando sulla superficie dell'acqua, mentre al di là degli spuntoni di roccia, il cielo è già un guazzo di blu cangianti e punte di stelle.
Quel pianeta l'acquieta, nonostante la difficile convivenza col suo maestro e le spine che ha nel cuore.
Il cielo è sempre pulito, l'aria tersa e impregnata di vapore acqueo e salsedine, le temperature sono fresche e le rocce ricoperte di muschio brillante.Tutto è armonico e rassicurante.
Sta rientrando al suo scarno alloggio di pietra, quando la voragine nello stomaco le si apre di nuovo, improvvisa e rimbombante, facendola sbandare.
Le gambe le tremano leggermente, come quando si cammina sull'orlo di un burrone e si vacilla nell'equilibrio.
La Forza torna a invaderla, alla ricerca del luogo in cui risiede l'anima.
«Preferirei non farlo adesso.» mormora al suo interlocutore, il viso ancora rivolto altrove.
«Neanch'io.» l'asseconda l'altro, richiamato dalla stessa voce interiore.
«Perché odiavi tuo padre? » lo incalza prepotente.
Si volta, Kylo Ren le sta di fronte, dall'altra parte dell'universo, la schiena ritta e la pelle bianca di chi non ha mai conosciuto la luce.
«Non hai qualcosa ... una tunica da mettere addosso?»
Il suo petto è nudo, le spalle ampie, le ferite sparse e la cicatrice che lei stessa gli ha procurato sembrano i trofei delle sue innumerevoli battaglie.
La sua presenza la scuote ogni volta, come fosse la prima. La trapassa e la lega, come gli ormeggi delle navi.
Kylo Ren, di contro, non lascia trasparire alcuna emozione, sembra ghiaccio, freddo e indifferente, come se lo sconquasso di lei non gli appartenesse alla stessa maniera, come fosse di un'altra anima, di un essere al di fuori di sé.
Ma è solo una maschera, quella che porta sul viso anche quando non indossa il casco.
È così avvezzo a portarla che ha dimenticato di averla indosso.
È diventata la sua faccia, la faccia del cavaliere di Ren, spietato e sanguinario, l'unica con cui osa mostrarsi.
«Perché odiavi tuo padre?» ripete, «Dammi una risposta sincera.» insiste.
I suoi occhi si riempiono di lacrime. Il respiro incespica all'immagine di lui e della sua spada mentre trafigge Han.
Non riesce ad accettarlo, il suo cuore sanguina; rabbia e frustrazione la invadono come veleno, mentre lui si fa più vicino, come fossero nello stesso luogo, nello stesso istante.
«Avevi un padre che ti amava, al quale importava di te...» continua decisa a ottenere una risposta, ma con la voce tinta di incertezza e confusa nei singhiozzi.
«Io non lo odiavo» le confessa piatto, quasi non fosse la sua una colpa, ma solo l'esercizio del proprio potere.
« Allora perché?» insiste esasperata.La placida calma di lui la fiacca, come una fatica a cui sottopone la propria anima senza risultato. Vorrebbe essere capace di entrargli dentro la testa, rubargli le parole che non dice, strappargli il cuore per metterselo in petto e darsi le risposte che cerca.
Ma Kylo Ren è una roccia inespugnabile, nessun tessuto molle, niente vulnerabili afratti in cui penetrare.
« Perché cosa?» di contro, lui sembra passarla da parte a parte, pungerle i sentimenti scoperti come nervi, «Perché cosa? Dillo!» insiste.
Sembra possedere un'arte magica, una capacità divinatoria con la quale illumina le debolezze di lei.
« Perché l'hai ... » compie l'ultimo sforzo prima della resa, «Perché l'hai ucciso? Non riesco a capire ...»
« No? » sembra canzonarla, « Gettata via come spazzatura dai tuoi ... » affonda dove fa più male.
L'arte magica, la potenza della sua intuizione si impadroniscono della poca lucidità che le rimane, la imprigionano nella stretta dolorosa del tormento che l'aggrava sin da bambina.
« Non è così ... » prova a difendersi, ma ormai è nuda, completamente nuda davanti al suo aguzzino.
« Invece sì!» la interrompe, insensibile alle lacrime e a quegli occhi che sembrano invocare pietà e conforto, « Eppure ne hai ancora bisogno ... E' il tuo punto debole. Li cerchi ovunque ... in Han Solo ... ora in Skywalker ... Ti ha raccontato di quella notte?»
« Sì! » risponde con una fermezza che sembrava aver smarrito.
« No!» la corregge; le racconta; la mette in guardia.
« Bugiardo!» lo accusa. E' una menzogna, il tentativo malvagio di metterla contro il suo maestro, l'unico che può riportare equilibrio e sanità.
Le si avvicina ancora, la sua presenza imponente, l'aura che lo avvolge, si fanno più potenti ad ogni passo, persino il calore del respiro la sovrasta e ne schiaccia la volontà già prostrata.
« Lascia morire il passato.» aggiunge morbido, come fosse un esortazione, una preghiera, «Uccidilo, se necessario.» continua, con più fermezza, «E' il solo modo per diventare ciò che devi.» conclude, un istante prima di dissolversi, di sparire insieme alla voragine che le si apre nello stomaco ogniqualvolta la forza li mette l'una dento l'altro.
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Amen - Frammenti sparsi di una diade
FanfictionTanto tempo fa, in una galassia lontana lontana ...