Le fiamme rilucenti del piccolo fuoco ravvivano a tratti il buio della stanza.
Un'aria gelida le gira sulle spalle, lo straccio di coperta con cui prova a scaldarsi è troppo sottile per arginare il gelo che la investe.
Le ossa sono fredde, fredda la pelle e le dita intirizzite. Non sente più le gambe e anche il vuoto nel suo stomaco si è riempito di cristalli aguzzi di ghiaccio.
Ha sfidato il monito silenzioso del suo maestro e si è addentrata in quella caverna, dentro il ventre della montagna nell'antro sacro dei jedi.
Nell'acqua torbida e buia della pozza, il ghiaccio le ha invaso le narici e poi i polmoni. Le ha portato dentro quella pungente sensazione in cui si affonda quando si è soli. Ha sentito la pelle crepare man mano che si è avvicinata al fondo: più la temperatura diminuiva, più la carne si apriva per lasciare l'anima nuda e vulnerabile alla gelida invasione della
solitudine.
Così, stremata dalla mancanza di ogni affetto, senza conforto, ha cercato in quel luogo mistico le risposte a quelle dolorosissime domande che si era posta per tutta la vita.
Le stesse che il suo nemico le aveva puntato contro.
Aveva sfidato l'ignoto di quel luogo, l'ira del suo maestro, per cercarle nei vacui ologrammi indistinti che le si muovevano intorno. Aveva sperato di vederle, quelle stesse risposte, nelle sembianze dimenticate dei volti dei suoi genitori.
Invece, dietro la lastra traslucida, aveva trovato solo se stessa.
È sola Ray, come era sempre stata, come su Jakku, come in mezzo ai soldati che, come lei, offrivano la vita per salvare la galassia.
È sola, nonostante la Forza la connetta con l'intero universo.
È ancora più sola, anzi, perché ora le ricadono addosso, come foglie morte, tutte le speranze che aveva nutrito in quei giorni, la consolante fiducia che aveva riposto nel fermento della Forza, nel solido sostegno che la sua famiglia le aveva infuso.
Piange silenziosamente, mentre continua a cercare conforto nel piccolo fuoco.
Senza rendersene conto, un vento interiore la trasporta in un altro luogo, pur tenendola inchiodata.
L'aria intorno si scalda, mentre la voragine nello stomaco si apre per l'ennesima volta.
Un moto vorticoso frantuma il ghiaccio che la opprime.
Lo sente entrare piano, più piano delle altre volte, una invasione languida e calda conquista ogni angolo, nella camera, nel vuoto del cuore deluso, come un'amante protetto dal buio impentrabile.
Le piega le ossa, come le sbarre di una gabbia, e si insinua lasciando scie sottili di dolore disciolto.
Poi l'avviluppa.
È dentro e tutt'intorno.
Le sta di fronte, seduto davanti alla stessa fiamma.
È lui la fiamma.
Ne ha percepito il gelo dell'anima dai suoi alloggi, amplificato dal metallo delle pareti, dalla desolazione delle lenzuola.
Non ha bisogno Kylo Ren di tuffarsi in una pozza per cercare risposte.
Egli ha le risposte a tutte le domande, conosce il volti di chi l'ha abbandonato, il freddo dei tradimenti, l'amarezza delle delusioni.
Eppure, così come lei, Kylo Ren ha bisogno di scaldarsi.
Eppure, ancora cerca qualcosa.
Ancora cerca, non l'assoluzione, non la redenzione.
Soltanto un appiglio, una sporgenza o un incavo a cui possa aggrapparsi, il sostegno per rimanere esattamente dov'è.
Davanti a lei.
Mai, in tutte le volte che si sono incontrati, l'ha sentita così vicina.
Mai così dentro.
Si sono guardati, si sono parlati, hanno percepito le emozioni dell'altro, ma mai sono riusciti a concepire l'essenza dell'altro come adesso.
Kylo Ren ora sente tutto di lei, il profumo della pelle bagnata, le gocce d'acqua che dalle punte dei capelli le cadono in grembo, il rivolo salato del pianto.
E per la prima volta si riempie.
Un moto nuovo gli si muove dentro, un respiro calmo, lento che gli permette di assaporare la pienezza del giunto che li unisce.
«Pensavo di trovare risposte qui. Mi sbagliavo.» sussurra, ancora tra le lacrime, «Non mi sono mai sentita così sola.» si lascia andare.
«Non sei sola.»
Una fiamma flebile allunga una lingua tiepida sulla carne tremante di Ray.
I suoi occhi si aggrappano a quelli di lui. Sono liquidi di speranza e sofferenza mescolati.
Impazienti forse, come se sapessero già cosa deve venire.
«Nemmeno tu.» lei lo rassicura.
Lui rimane immobile, in attesa di un gesto qualunque, di un'altra parola.
«Non è troppo tardi.» aggiunge.
Solleva la mano, gliela tende, gli offre l'appiglio che Kylo cercava.
Sfila il guanto, lunghe dita sottili vanno incontro a quelle di lei, attraversano il guado che ancora li separa.
Un'altra parte di lui si scopre, vulnerabile e bellissima, per conquistarla.
I polpastrelli si sfiorano e lasciano
impercettibili impronte sulle dita dell'altro.
Si toccano, per la prima volta, con la perizia dello studioso diligente.
Un'infinita sequenza di immagini si svelano ai loro cuori, passato e futuro si mescolano in quel tocco sottile.
La coscienza ancestrale dell'altro, l'infinito potere del loro legame, tutto si espande come un germoglio che radica e attecchisce.
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Amen - Frammenti sparsi di una diade
FanfictionTanto tempo fa, in una galassia lontana lontana ...