II

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La sala del trono brucia.
Piccoli roghi in mezzo a chiazze rosse, frammenti di armi e corpi sparpagliati sul campo di battaglia.
L'odore di bruciato e sudore si disperdono, mentre l'adrenalina sfuma lungo le membra affaticate.
Non aveva combattuto che da solo, il riverbero rosso della sua spada crepitava nell'aria, falciando vite e speranze, senza bisogno di alleati.
Kylo Ren, il primo cavaliere, lottava da solo, viveva da solo e da solo sosteneva se stesso.
In quella battaglia nuova con un'altra spada a sostenere i suoi affondi, si era ritrovato così, senza neanche rendersene conto.
La cercarottami di Jakku era comparsa, racchiusa in un guscio di salvataggio del Falcon, atterrata nell'ostilità della sua nave, incosciente o fiduciosa, accompagnata solo dalla resistenza della propria anima.
Davanti ai suoi occhi vivi, quasi spavaldi, Kylo Ren aveva vacillato, senza equilibrio, come davanti alla maestà dell'universo.
Aveva sfilato il casco, così come la prima volta che era stata sua ospite.
Era strano, ma davanti a lei la maschera non serviva.
Ogni incrinatura della sua anima, ogni debolezza della sua corazza interiore, la trapassavano, come fasci tremuli di luce che in un colpo riverberavano sul volto di lei e poi nella sua anima.
Egli tornava a essere vulnerabile, il ragazzino abbandonato, il padawan tradito.
Nello spazio angusto dell'ascensore, lei gli dava le spalle, i polsi serrati dalle manette e i respiri lenti senza odore della paura.
«Ben!»
La voce di lei lo aveva riscosso.
«Quando ci siamo toccati, ho visto il tuo futuro. Era solo un'ombra, ma concreta e chiara. Tu non ti inginocchierai di fronte a Snoke, ti convertirai.» aveva continuato, «Io ti aiuterò, l'ho visto.» aveva terminato in un sussurro.
Il viso era determinato e dolce insieme, come se sentisse, nell'istante stesso in cui lo sentiva lui, tutto lo sconquasso dilaniante che lo schiacciava. Come gli fosse dentro, come se continuasse a fare il suo lavoro di cercarottami, scavando a mani nude alla ricerca dei pezzi che il Lato Oscuro gli aveva sparso nell'anima.
Aveva sentito la forza impellente del loro legame, la potenza con cui la diade li univa. Un contatto senza pelle, solo occhi e anime trasparenti, una nudità di intenti e sentimenti sconosciuta a entrambi, eppure quasi rassicurante.
Non si sarebbe piegato alla volontà di Snoke, Ray di Jakku aveva ragione. Non avrebbe ceduto alla sete di sopraffazione che gli imponeva il suo maestro.
Si sarebbe convertito.
A lei.
A Ray, la parte luminosa di sé stesso, il rovescio della sua anima, l'altra estremità della diade.

Ora è di fronte al corpo di Snoke falciato in due dalla spada bianca della ragazzina.

«Ben» la sua voce è un sussurro tra le lacrime di apprensione.
La sente invocare il suo nome, mentre contempla la loro vittoria.

Si è convertito a lei, l'ha salvata e ora la vuole, coesi e inscindibili, nello stesso intento.
«È ora che ciò che è vecchio muoia.» le dice, mentre le si avvicina, «Snoke, Skywalker, i Sith, i Jedi, i ribelli. Che tutto muoia.»
Le rivolge lo sguardo affaticato, le tende la mano, come quando si sono toccati quella notte su Ach-To.
«Ray, voglio che tu ti unisca a me.» continua, in una richiesta più dolce di quanto la rigidità dei suoi occhi suggeriscano.
«Governeremo insieme e porteremo un nuovo ordine nella galassia.»
Le lacrime di lei si fanno più fitte, le imperlano il viso già provato dalla fatica. Il sangue si condensa nelle vene e il calore della battaglia appena vinta si disperde in quella richiesta.
Aveva creduto di averlo conquistato, aveva sperato in una piccola breccia che le avesse aperto il varco. Avrebbe potuto scavare in quella solida muraglia, a mani nude come faceva su Jakku, fino ad arrivargli al cuore, l'avrebbe riportato al suo posto, nelle braccia di sua madre, nella luce.
Ma il buio è ancora il suo padrone, Kylo Ren ne è ancora avvinto.
«Non farlo, Ben.» supplica, «Ti prego ... non prendere questa via.»
Gli resiste, ma la rabbia oscura di lui è più forte del laccio che li lega. Lo ottenebra, lo costringe alla furia.
Ben si sente di nuovo abbandonato, lasciato solo con il suo potere in una mano e il cuore dilaniato nell'altra.
«Vuoi sapere la verità sui tuoi genitori?» chiede, «O l'hai sempre saputa?»
Lo sguardo si fa cattivo, alla ricerca della crepa in cui insinuare il suo veleno.
«Dilla!» la sfida, «Dilla!» insiste.
«Non erano nessuno...»
«Sporchi mercanti di rottami.» la interrompe, «Ti hanno venduta per comprarsi da bere. Sono morti in una fossa comune nel deserto di Jakku.»
Lei continua a piangere, quelle parole la feriscono come lame affilate, sono cattive.
Kylo Ren è cattivo, malvagio, senza anima e senza speranza di salvezza.
E lei si è sbagliata, la sua fede incrollabile negli esseri umani l'ha tradita ancora.

«Tu non hai un posto in questa storia. Vieni dal niente... Tu sei niente» le sputa addosso. «Ma non per me!» cede.
Il laccio si stringe di nuovo, toglie loro il respiro, li mette l'uno dentro l'altra.
«Unisciti a me.» ripete, facendosi ancora più vicino.
«Ti prego!» la supplica.
Le tende ancora la mano, il viso è stanco, le labbra tremano e forse quelle che gli rigano il viso non sono gocce di sudore.
Sono lacrime.
Vorrebbe cadergli tra le braccia, stringere la mano che le tende.
Vorrebbe essere debole abbastanza da cedere a lui e cadere insieme nella fossa del buio.
Ma non può farlo, dentro quella richiesta c'è la fine, sua e di Ben.
Nella sua resistenza invece sta la salvezza di entrambi, l'esplosione della loro potenza.
Un giorno, lo giura a sé stessa, prenderà quella mano, la mano di Ben.

Amen - Frammenti sparsi di una diadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora