~Capitolo 2~

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Pv. Bohn

Siamo seduti nella sala d'aspetto da qualche minuto. L'infermiera della hall mi ha dato del ghiaccio da mettere sul naso perché ha iniziato anche a gonfiarsi. Sbuffo infastidito del fatto che il ragazzo alla mia destra non mi ha portato in un vero ospedale ma bensì nella clinica dell'università.
«Pensavo che mi avresti portato in un buon ospedale, non pensavo che, invece, mi avresti portato qui... alla clinica dell'università» dico infastidito ed esasperato.
«É solo un po' di sangue dal naso. Vuoi che ti porti in terapia intensiva? Sei già fortunato se ti ho portato qui» dice infastidito anche lui.
Faccio finta di non averlo sentito e cambio discorso e inizio a fargli delle domande.
«Come ti chiami? Che facoltà frequenti? Perché non ti ho mai visto in giro
Lo vedo indeciso se rispondermi o no.
«Perché vuoi saperlo
Dal tono che ha usato capisco che non vuole dirmelo cosi per farlo rispondere decido di prenderlo un po' in giro.
«Va bene, allora ti chiamerò 'piccola blatta'» dico ridendo sotto i baffi.
«Che 'piccola blatta'» dice confuso.
Io rido ancora di più sotto i baffi per la sua espressione.
«Aspetta! Stai dicendo che sono uno scarafaggio
«No! É un complimento. Ho notato che la tua pelle è liscia come quella degli scarafaggi. Quindi ti chiamerò 'piccola blatta'» dici ancora più divertito.
Lui si guarda il corpo e le mani e poi si gira verso di me.
«Va bene, allora io ti chiamerò... scoiattolo»
«Che scoiattolo, c'è solo la lucertola. Sei impazzito
«Non lo so. So solo che ti assomiglia. Giusto? 'Ragazzo Lucertola
«Certo, 'piccola blatta
«'Ragazzo lucertola
«'Piccola blatta
«'Ragazzo lucertola
«'Piccola Blatta
«'Ragazzo lucertola
«'Piccola...»
Ma il nostro piccolo battibecco venne interrotto da una terza voce.
«Ehi Duen
Distolsi lo sguardo dal ragazzo di fronte a me per portarlo su un giovane infermiere dall'odore di pino e medicinali, un alpha. L'omega nominato si gira verso l'infermiere e fa un sorriso tipico di chi è stato colto in fragranza di reato. Poi il suo sorriso si spense nel momento in cui capisce che grazie all'altro ragazzo avevo vinto quella piccola fida.
«Oh! Ciao P'Thara, sei di servizio oggi?» dice finto sorpreso e agitato l'omega mentre si alza dalla sedia.
«Si, oggi è il mio turno c'è molto lavoro questa settimana, quindi non sono tornato per niente in facoltà»
«Oh! Duen, quindi studi medicina?» dico sorpreso e divertito per poi sussurargli la domanda.
Lui annuisce.
«Smetti di fare l'invadante» mi rimprovere in seguito.
«Mi sembri famigliare. Sei Bohn?» mi chiede il ragazzo.
Io rifletto un momento su dove posso averlo incontrato e dopo pochi secondi esclamo sorpreso.
«Ohhh Sei Thara, lo studente di medicina del quinto anno vero? Ci siamo incontrati alla gara per eleggere il re dell'università l'anno scorso»
Lui annuisce sorridendo mentre Duen si gira sorpreso verso di me.
«Oho! Uno come te che compete per il titolo di re dell'università
«Perché non dovrei, se un ragazzo stupido come te studia per diventare un dottore»
Colpito e affondato.
«Aspetta!» mi dice sotto vece.
«Vi conoscete? Com'è piccolo il mondo» chiede Thara.
«Non proprio, ma sa come dare un pugno...» inizio a dire ma Duen mi tappa subito la bocca con la mano.
«Niente! È inciampato sulla sua ombra e si è fatto male. Mi è dispiaciuto per lui, perciò l'ho portato qui» dice fintamente dispiaciuto.
Stacco con forza la sua mano dalla mia bocca e lo guardo male per l'assurdità che ha appena detto.
L'infermiere annuisce stranito ma decide di non chiedere spiegazioni e cambia argomento.
«Quindi, siete amici?» chiede.
«Eh? io e lui? Impossibile» dice infastidito.
Per la prima volta in vita mia ci rimasi male per quelle parole, ma non lo diedi a vedere.
«Ho sentito che lo hai chiamato solo per nome e Bohn è al secondo anno, giusto
Annuisco con vigore.
«Le persone come lui non meritano rispetto. Credo che non gli dispiaccia se lo chiamo così» dice sprezzante.
Ci rimago ancora una volta male per le sue parole e non capisco il perché, non mi era mai successo con nessuno prima d'ora, non dico che nessuno mi abbia mai trattato male ansi, non gli lascivo neanche il tempo che lo trattavo a mia volta più male, quello che non capisco è perché con lui non ci riesco.
«Ok, allora ci vediamo» ci saluta l'infermiere.
«Ok, ci vediamo. Ciao!» risponde l'omega.
Appena l'altro Alpha se ne va e Duen si gira verso di me ne approfitto per guardarlo male e con un sopracciglio inarcato. Avendo capito il perché ero arrabbiato fa una faccia colpevole.

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Angolo autrice

Spero che la storia vi stia piacendo se è così fatemelo sapere nei commenti.

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