Quella mattina mi ero svegliata fuori di me. Mi sembrava di essere ancora in un sogno quando, incastrata con la testa tra delle braccia non mie, mi ero guardata attorno alla ricerca di quel profumo di bruciacchiato e rame.
Avevo spalancato gli occhi quando, inconsapevolmente, avevo visto gli occhi azzurri di Isaac osservarmi divertiti.
<<Ciao angioletto>>, mi aveva salutata facendomi scostare di tutta corsa dal suo corpo.
La sua t-shirt era ormai arrivata ai pettorali e gli addominali prorompenti sui quali avevo appoggiato la mano sinistra non facevano altro che attirare la mia attenzione.
<<Hai dormito bene?>>, aveva domandato ridacchiando, tirando su dal naso, per poi mettere le braccia dietro alla testa e guardarmi con aria di sfida.
<<Mi sento fuori di me...>>, avevo borbottato facendo finta di non averlo sentito, sedendomi sul bordo del letto ed iniziando a camminare in direzione del bagno dove mi ero lavata il viso stropicciato dal cuscino.
<<Ehi, Kezia, ci sei?>>, mi chiese Marcy, riportandomi alla vita reale, sventolandomi una mano davanti alla faccia per poi sedersi al tavolo di fianco al mio e salutare con un cenno Damian, ancora assonato.
<<Ti abbiamo sentita urlare stanotte. Hai fatto qualche incubo?>>, domandò Damian guardandomi torvo per poi stropicciarsi il volto con le mani.
<<Non sto dormendo molto bene queste notti>>, mormorai silenziosamente per poi salutare con un cenno il professor Cornelius, appena entrato in aula.
Quest utlimo subito mi guardò con un occhio di riguardo, sorridendomi impercettibilmente senza dar nell'occhio.
Proprio quella mattina io ed Isaac avevamo incontrato i nostri due professori nel loro ufficio e, insieme, avevamo raccontato l'ultimo sogno.
Ne erano rimasti esterrefatti e, senza aggiungere commenti, erano rimasti in silenzio per qualche secondo, guardandosi a vicenda e giocherellando con le penne dinanzi a loro.
<<Questa situazione sta diventando sempre più grave>>, aveva commentato Cornelius subito dopo, <<la situazione ci sta sfuggendo di mano, Angie>>.
<<Abbiamo controllato nei vostri archivi scolastici e privati... non c'è nulla che riporti a questa storia>>, aveva sbuffato portandosi i capelli all'indietro con un gesto veloce.
<<Perché qualcuno ci ha cancellato la memoria!>>, avevo sbottato con i pugni serrati, <<e sono sempre più convinta che in questa storia centrino i consoli>>.
Nessuno mi aveva creduta, se non Isaac stesso.
Per qualche oscuro motivo, Cornelius ed Angie avevano come il timore di nominare i consoli o anche solo di commentare il loro lavoro. Sembravano essere intoccabili e per quanto la maggior parte delle storie che si conoscevano sulla loro esistenza erano tutte frottole da due soldi, io ancora ci credevo. Ora più che mai.
Qualcuno di più potente si era immesso nelle nostre vite per ristabilire quello che loro chiamavano "ordine".
<<Qualcuno di voi, recentemente, ha espresso dei dubbi sui consoli e sul lavoro da loro svolto>>, borbottò il professore tossendo per poi sedersi dietro alla cattedra e osservarmi per qualche secondo a me parso infinito, <<per questo, nonostante non sia nel programma, ho deciso di parlarvi delle varie leggende che girano intorno ai nostri protettori>>.
Alzai gli occhi al cielo.
Sapevo che questa lezione era, nel vero senso della parola, una vera è propria "lezione" per la sottoscritta.
<<Alcuni pensano che i consoli siano esseri terribili, dotati di poteri oscuri e menti malvagie. Essi sarebbero in grado di diffondere terrore e distruzione nel mondo>>, iniziò alzando un sopracciglio, <<altri pensano siano creature buone che lavorano per la società e per tutti noi in modo da portare ogni giorno il bene ed il male grazie all'utilizzo della bilancia>>.
Si alzò di scatto per poi sedersi sopra alla scrivania e guardarci uno per uno.
<<Ma ora vi dirò il mio pensiero. Un pensiero che potrebbe essere molto comune, essendo che io stesso posso confermare di non averli mai incontrati prima d'ora>>, si leccò il labbro superiore, <<i consoli sono nati miliardi e miliardi di anni fa. Prima ancora della nostra nascita e della nascita dell'uomo. Essi sono creature nate dalla nebbia, in grado di prevedere il passato, il presente ed il futuro. Dotati di grandi poteri sia oscuri che benigni, combattono nel nostro mondo per ottenere la diversità di genere e quindi il bene ed il male in un unico strumento: la bilancia>>.
Sospirai.
<<Qualcosa ti turba, Kezia?>>, domandò vedendo la mia sfacciataggine.
Annuii seria in volto.
<<Se essi fossero davvero delle anime buone, allora non dovrebbero portare la diversità ma, bensì, l'uguaglianza>>, spiegai brevemente, aprendo le braccia e sorridendo appena, <<io non esisterei senza i demoni e loro non esisterebbero senza di me. Il bene ed il male esiste non per essere controllato ma per esaltate le qualità umane>>.
<<Kezia, quel demone ti sta facendo friggere il cervello...>>, borbottò Marcy sgridandomi, per poi sbuffare.
<<Infatti>>, appuntò Damian leggermente offeso, <<mi stai per caso paragonando al tuo compagno?>>, chiese con voce leggermente isterica.
Scossi la testa e mi alzai di scatto.
Questa sembrava essere una maledizione.
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THE GUARDIAN
FantasyGuardai con attenzione il mio futuro compagno in modo da aver sempre presente la forma del suo volto e il taglio dei suoi occhi nero petrolio, niente a che vedere con i miei due pozzi azzurri color del ghiaccio, proprio come le mie fantastiche ali...