24. ~ MALEDIZIONE ~

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Ero riuscita a far nuovamente amicizia con Marcy e Damian, e tutto questo grazie alle doti di persuasione di Michael.

Li aveva inconsciamente mentito riguardo a ciò che era successo e tutto questo solamente perché non credeva al fatto che la colpa potesse essere anche mia.

<<Così ora dovrai seguire un corso accelerato insieme a quel bell'angelo per disintossicarti dalla magia demoniaca?>>, mi aveva domandato Marcy sedendosi proprio di fianco a me e abbracciandomi forte, <<mi dispiace di non averti più calcolata; ma quando quelle voci hanno girato fino ad arrivare in camera mia mi sono spaventata. Sono un angelo e non mi piace essere amica di un demone o di una che, lentamente, sta cambiando>>.

Avrei voluto dirle che si stava sbagliando, che non stavo diventando un demone e che nemmeno ero sotto l'effetto di droghe o di qualche strana magia. Ma Marcy voleva sentirsi dire che aveva ragione, così come Damian.

La parte importante era che avevo finalmente riacquistato la fiducia nei miei amici, anche se solo per pura e semplice finzione alla quale loro piaceva crederci.

<<Sai che ti vogliamo bene, ma non vogliamo che quel demone ti faccia del male>>, aveva commentato Damian stringendo i pugni.

Mi chiedevo che cosa realmente Michael gli avesse raccontato e sapevo, tra me e me, che mai nella vita me lo avrebbe rivelato.

<<Si può sapere che cos'hai raccontato ai miei amici?>>, gli chiesi quella sera stessa dopo che quest'ultimi se ne furono andati.

<<Gli ho semplicemente detto che la colpa non era tua, ma di quel demone>>, spiegò frettolosamente iniziando a girovagare per camera mia come se fosse alla ricerca di qualcosa.

<<E smettila di curiosare tra le mie cose>>, borbottai offesa, nascondendo i miei quaderni di studio all'interno della scrivania. Lui rise per poi voltarsi verso la sottoscritta e scuotere la testa, <<e quel demone ha un nome>>.

<<Isaac?>>, sorrise di gusto,<<non è degno di avere un nome e dovresti pensarla allo stesso identico modo>>.

<<Solo perché è diverso da te?>>, domandai esterrefatta.

<<È sudicio in confronto a me e non vale neanche la pena di nominarlo>>, mi si avvicinò stringendomi una spalla, <<voglio solo insegnarti a tornare ad essere un angelo. Capisco come ti senti in questo momento, ma ti assicuro che col tempo questa maledizione scomparirà così come i tuoi sentimenti nei suoi confronti>>.

Mi tirai all'indietro, spostandomi la sua presa da dosso.

<<Non provo dei sentimenti per lui>>, balbettai arrossendo, nascondendo il volto sotto ai capelli rossi, <<semplicemente, un qualcosa in passato ci ha legato e ora sta rispuntando fuori>>.

Ci fu un attimo di pausa in cui tornai ad essere quella decisa di sempre.

<<Voglio solo scoprire chi siamo realmente>>.

<<Siete un angelo ed un demone e come tali dovete provare ripudio l'uno per l'altra. Questo siete>>, mi spiegò andando verso la finestra per poi chiuderla.

Mi voltai di scatto e tornai ad aprirla.

<<Preferisco che entri un po' d'aria durante la notte>>, mentii.

Odiavo il freddo, ma speravo di rivedere il volto di Isaac attraverso le ombre della stanza buia.

<<Lui non verrà stanotte, se è questo quello a cui stai pensando>>, mugugnò lui spostandomi con una spallata per poi richiuderla nuovamente.

<<Ti ho detto che la voglio aperta!>>, abbaiai scandendo bene una parola dietro l'altra.

Sentii un freddo leggero invadermi il corpo e subito guardai le mie mani divenute gelide come due ghiaccioli.

Esse emanavano luce azzurrognola e una polvere dorata simile a diamanti pendeva dalle mie dita andando a depositarsi sul pavimento in legno.

Mi guardai allo specchio, gemendo nel notare i miei occhi divenuti trasparenti e le mie ali dritte e tese come i muscoli delle braccia.

<<Kezia, calmati, ok?>>, mi rassicurò lui aprendo nuovamente la finestra, <<la lasceremo aperta, come piace a te>>.

Detto questo mi camminò in torno, facendo ben attenzione a non sfiorarmi, per poi sedersi sul bordo del letto e aspettare a braccia conserte che i miei poteri svanissero.

Mi voltai a guardarlo con volto preoccupato per poi sedermi di fianco a lui e respirare affannosamente.

<<Mi dispiace tanto. Non so cosa mi stia prendendo in questi giorni>>, digrignai i denti fino a quando il gelo nel mio corpo non svanì del tutto e fu in quel momento che ripresi coscienza di me stessa e di ciò che stavo diventando.

<<Prometto che ti aiuterò, ok?>>, sussurrò con viso dolce sorridendomi appena per poi aspettare che mi distendessi nel letto.

<<Beh, non te ne vai?>>, domandai quando, di colpo, Michael decise di spegnere la luce, <<non mi dire che Cornelius ti ha intimato di dormire nel mio stesso letto>>.

Rise di gusto per poi riaccendere la luce.

<<Devo rimanere con te ventiquattro ore su ventiquattro, esclusi i momenti in cui sarai umana e attraverserai il portale e, beh, quando utilizzerai il bagno>>.

<<Questo vuol dire che per rimanere in pace devo andare a dormire nella vasca da bagno?>>, esplosi disgustata da quelle nuove regole imposte.

<<Dormirò sulla tua comoda poltrona, ok? Non toccherò il tuo letto e al mattino mi troverai già sveglio, va bene?>>, dichiarò lui scocciato, spegnendo la luce, <<e, ora, dormi. Abbiamo tanto su cui lavorare>>.

THE GUARDIANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora