16. ~ FIDATI DI ME ~

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<<Non dovremmo dire nulla di nulla a nessuno>>, mi ricordò nuovamente Isaac spedendo i due ragazzi ognuno a casa propria.

Ero ancora scioccata dalla vicenda, perciò non feci molto caso a come il demone aveva appena utilizzato uno dei suoi poteri per farli dimenticare l'accaduto, soggiogandoli.

Non mi capacitavo di quanto in realtà, parlando di studio e conoscenza, fosse molto più avanti di me. In fondo, i demoni odiavano studiare.

<<Isaac, io non mento e, comunque sia, lo verranno sicuramente a sapere tutti entro domani>>, mi affrettai a rispondere tentando di rimanere quella sincera di sempre, <<sai bene che le cose girano e, poi, non sappiamo quali conseguenze potrebbe portare tutto ciò>>.

<<Toccarsi è illegale>>, preannunciò lui ricordandomi le regole base tra demoni e angeli.

<<Ma non potevamo sapere che lo sarebbe stato anche se solo uno dei due si sarebbe trasformato nel mondo umano>>, continuai tentando di fargli cambiare idea, <<e se la tua paura è il fatto di esserti trasformato, ricordati che sei un demone e penso che, per quanto quello che tu abbia fatto sia controcorrente, Angie ne sarà comunque fiera>>.

<<Ma non Cornelius>>, mi ricordò turbato, sedendosi a terra di fianco a me, nuovamente in forma umana, per poi passarmi un braccio intorno alla schiena e adagiarmi dolcemente la testa sulla sua spalla.

<<Oh, non temere per me! La verità vince sempre>>, gli ricordai per poi chiudere gli occhi e farmi così trasportare dal suo profumo leggermente bruciacchiato.

<<E allora pensi che raccontarli ciò che abbiamo visto potrebbe essere una buona idea?>>, propose speranzoso.

Mi alzai di scatto scuotendo la testa.

<<Isaac, non ci facciamo prendere dal panico, ok? Quella visione potrebbe essere stata una sciocchezza inventata dal nostro cervello>>, spiegai.

<<Kezia, il nostro cervello non inventerebbe mai due storie identiche da mostrarci sotto forma di visioni>>, rispose in preda al panico, alzandosi di scatto ed iniziando a passeggiare avanti e indietro senza sosta.

<<Potrebbe, invece>>, sbuffai per poi raggiungerlo e posizionare le mani sulle sue spalle in maniera tale da fermarlo e calmarlo, <<magari, è stato il nostro contatto. Ci avrà messo in collegamento e, quindi, unito i pensieri>>.

Mi fermai per prendere una boccata d'aria pulita: <<io non ho alcun ricordo di ciò che ho visto in quel breve momento>>.

<<Neanche io ed è proprio questo che mi fa pensare che potrebbe esserci qualcos'altro sotto dal momento che quella bambina eri tu e quel dannatissimo bambino con il taglio sotto all'occhio ero io>>, ansimò, <<tu stessa ti sei riconosciuta in lei e io stesso mi sono riconosciuto in lui. Sappiamo benissimo chi eravamo da bambini>>.

<<E allora dimmi... per quale assurdo motivo non dovremmo ricordarci di nulla?>>, domandai stranita, allontanandomi di un passo da lui, <<perché qualcuno dovrebbe averci cancellato la memoria? I miei genitori non lo farebbero mai e poi mai>>, sostenni.

Scosse la testa passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

<<Neanche i miei, per quanto cattivi e terribili, mi priverebbero di una cosa così importante come i ricordi>>, mi spiegò guardandomi torvo, <<ma pensaci bene. Le regole sono rigide e ferree: un demone ed un angelo sono due esseri completamente diversi ed anche solo il fatto di aver giocato insieme da bambini potrebbe averci portato ad avere a che fare con qualcosa di più grande ed oscuro>>.

<<Dici che potrebbero centrare i consoli in tutto ciò?>>, domandai ora seriamente spaventata, <<potrei chiedere ai miei genitori. Loro non mi mentirebbero mai>>, borbottai velocemente, iniziando a rigirarmi una ciocca di capelli tra le dita sottili.

Vidi Isaac avvicinarmisi pericolosamente e quando le sue mani umane toccarono il mio volto freddo fino a che le mie guance non iniziarono a riscaldarsi, ebbi un fremito improvviso.

<<No, Kezia, pensaci bene! I nostri genitori potrebbero non saperne nulla>>, borbottò cercando di farmi ragionare, <<non vorrai farli spaventare, vero?>>, domandò addolcendosi.

Scossi la testa in cerca di conforto.

<<No, hai ragione...>>, indugiai, <<ma, allora, cos'hai intenzione di fare al riguardo?>>.

<<Aspettiamo prima di dirlo in giro. Per il momento ancora non abbiamo avuto effetti collaterali e quindi la cosa giova a nostro favore. In caso dovessimo iniziare a sentirci strani o cose del genere, a quel punto potremmo poi parlarne con Angie e Cornelius in modo da trovare una soluzione>>, mi sorrise accarezzandomi lentamente la guancia per poi allontanarsi, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri, <<stai tranquilla, ok? La mia mente malvagia penserà a qualche buon piano per andare più a fondo>>.

Fu in quel preciso istante che capii di non avere altra scelta: dovevo fidarmi di Isaac.

THE GUARDIANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora