Capitolo 9

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Quando apro gli occhi vedo tutto bianco, o meglio, muri tutti bianchi.

Ho una flebo e sono stesa sul lettino di una stanza ospedaliera.

Non so come sono arrivata qui, l'unica cosa vivida nella mia mente è il tradimento di Federico.

La porta si apre e Anastesia entra con volto preoccupato.

"Emily! mi hai fatto prendere un colpo!" dice avvicinandosi a me e abbracciandomi forte.

"Scusa A" sorrido debolmente e lei ricambia con uno più solare.

"Mi sono spaventata un sacco quando Fede mi ha chiamato dicendomi che ti aveva portato qui!" si ferma un attimo e prosegue "Mi hai davvero spaventata" mi riabbraccia.

"Scusa, non volevo farti preoccupare"

penso un secondo a ciò che ha detto e realizzo..."cosa intendi con 'Fede mi ha portata qui'?"

Prima che possa rispondere l'ovvio la porta si riapre mostrando un Federico con degli occhi verde scuro iniettati di sangue, ma questa volta non ci casco, NO.

"Credo che andrò a prendermi un caffè, vuoi qualcosa?" chiede voltandosi verso di lui.

"No, grazie"

"Okay. Em ci vediamo dopo" esce frettolosamente dalla porta, l'unica persona che poteva salvarmi da questo discorso è appena uscita da quella porta.

"Emily scusa, davvero mi dispiace" mi giro dall'altra parte per paura che possano scapparmi delle lacrime, anche se non mi ama pensavo che avesse avuto un minimo di rispetto verso di me, considerando che poi ci sono sempre stata per lui.

"Non volevo ferirti, l'avevo preso come un gioco. Poi tu eri così ingenua, non mi rendevo conto di cosa stavo facendo."

Non rispondo, mi ha ferita e senza pietà non merita nemmeno la mia amicizia.

Per quanto possa farmi male, devo andare avanti.

"Ti prego, Emily, parlami" ancora e ancora silenzio, sembra tutto così semplice quando non ci sono parole.

Un dottore entra in sala e lo ringrazio mentalmente per aver interrotto.

"Oh si è svegliata, come si sente" moralmente uno schifo, ma non credo intendesse questo.

"Bene, quando potrò uscire?" chiedo frettolosamente.

"Oggi pomeriggio, appena arriverà un familiare"

"Grazie" il dottore esce e io aspetto che faccia lo stesso anche lui, ma è immobile al mio fianco.

Dopo un paio di minuti finalmente è uscito e posso godermi un po' di silenzio.

Verso l'una arriva mia madre, che firma tutte le carte per farmi uscire da questo posto e torniamo a casa insieme ad Anastasia, che è stata con me tutto il tempo.

La vita di un'adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora