Capitolo 11

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Il locale della festa è abbastanza vicino a casa quindi arriviamo in pochi minuti.

Sono le 22.43 e il locale già straripa di persone.

Scendiamo dalla macchina ed entriamo nel locale pieno di persone ubriache.

Ci dirigiamo subito verso un divano rosso ai bordi della sala, e come previsto troviamo i nostri amici con un drink in mano.

"Ehi ragazze!" esultano Luca e Cami insieme.

"Pensavamo non veniste più!" dice Noemi porgendoci due bicchieri.

"Qualcuno qui ci ha messo troppo a prepararsi" mi guarda e scappa ad entrambe una risatina leggera.

"Mi ritengo colpevole, però non è stato tempo sprecato" sorrido e ridiamo.

"Manca ancora Riccardo, ma credo che arriverà a momenti" Riccardo...riccardo oddio!

Non lo sento da quando ha provato a baciarmi, chissà come si sentirà in imbarazzo, o forse ha superato la cosa.

Spero che sia così perché non voglio perdere la mia amicizia con lui.

"Vado al bagno" mi alzo e cerco la direzione finché qualcuno non mi viene a dosso, per poco non mi macchiava il vestito!

"Ehi fai attenzione a dove metti i piedi" dico arrabbiata e alzo lo sguardo per vedere chi sia questo cretino.

Appunto, cretino è anche poco...coglione è più adatto.

"Scusa, non ti avevo vista" dice Federico guardando oltre di me.

Sta guardando una ragazza bellissima che gli sta sorridendo e venendo verso di lui.

È ata, magra, bionda, occhi azzurri, è perfetta..

Non ci credo, mi ha già sostituito e ora mi sta dando la dimostrazione baciandola davanti ai miei occhi.

Vorrei piangere ma devo mostrarmi forte quindi giro i tacchi e vado verso il banco per prendere da bene.

"Dimmi bellissima" il ragazzo dietro il bancone mi fa un sorriso malizioso e per quanto accetti il suo interesse lo rifiuterei senza pensarci.

"Vodka alla ciliegia" faccio un mezzo.sorriso tirato per addolcire la risposta detta abbastanza acidamente e lui va a prendere il mio drink.

"Ecco a te, posso sapere come ti chiami?" si appoggia al bancone per guardarmi bene ed io a disagio rispondo "Emily White...tu sei?"

"Marco, è un piacere conoscerti" mi porge la mano sorridendo e ricambio il gesto.

Sembra simpatico, magari diventeremo amici.

"Fai il liceo?" chiede amichevolmente.

"Eh già il terzo anno, tu invece?"

"Il quarto, magari un giorno ci vedremo in giro"

"Incontro volontario o no potrebbe essere, aspettando quel giorno mi porti un altro drink?" ride di gusto e si gira riempiendo un altro bicchiere

"Vedo che ti piace bere"

"Più o meno, mi piace poter sentirmi leggera" rido un po' lui si acciglia.

"Pensavo che a una come te piacessero di più le bollicine" ridiamo insieme e mi sento davvero leggera ora, ma non per la vodka per il fatto che sto ridendo davvero nonostante la tristezza che sembra avermi momentaneamente lasciato.

"Non ho mai detto questo, ma se ho un altra scelta la prendo volentieri a volte" alzo le mani in segno di arresa ridiamo ancora e ancora.

"Se vuoi possiamo sentirci pertelefono" chiedo sperando che dica di si, è carino stare in sua compagnia.

La vita di un'adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora