Mio padre

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Mi sveglio con la playlist di Spotify attivata ieri sera ancora accesa.
Lo faccio da quando ero piccola.
Mi fa sentire meno appesantita da tutti i problemi, come se la mia mente si spegnesse per un po' e si dedicasse solo al testo della canzone.

Mia madre mi fa tornare alla realtà.
"Mad,scendi è pronto" dice lei con la sua voce acuta.
Scendo giù dal letto, dò uno sguardo alle notifiche sul telefono per vedere se ci sono novità su Lucas e poi scendo svogliatamente le scale.
Appena scendo sento un odore familiare e inconfondibile che dá una svolta alla mia giornata.
Come credevo ai fornelli c'è mia madre che cucina "El dulce de leche".

Appena finisco di mangiare faccio le valigie, in camera prendo le foto di me e Lucas e anche quelle con mia sorella appese al muro ed esco di casa.
Mi guardo intorno per l'ultima volta con un espressione triste.
Mio padre mi fa cenno di raggiungerlo in macchina.
<Papá devo fare una cosa, torno subito>dico io.
Ho bisogno di vedere per l'ultima volta un posto.
Vado sul tetto del nostro palazzo e guardo la mia città, luminosa, stupenda. Da lì si vede la mia scuola, casa di Lucas, il bar dove andavo sempre, posti di cui mi dovrò dimenticare.
Salgo sull'altalena che io e Luk abbiamo fissato alla parete.
Faccio su e giù con i piedi a penzoloni e per un attimo immagino il mio amico vicino a me pronto a proteggermi ma la realtà non è questa.
Vado in macchina.
Arrivata all'aereoporto mi siedo sulla panchina più vicina alla vetrata dove viene riflessa la mia immagine, una ragazza solitaria, spaventata del futuro che l'aspetta.

Mi dirigo decisa da mio padre seduto sulla panchina dal lato opposto.

<Papà ti posso dire una cosa>

<Dimmi> risponde lui bruscamente

<Se vuoi posso tornare dove ero seduta e non parlarti>

<No, dai dimmi>

<Mi dici la verità>

<Non c'è nessuna spiegazione>

<Papà non puoi separarmi da tutto e tutti e non sapermi dare una sincera spiegazione>

<Va bene, la verità è che non vado molto d'accordo con tua madre quindi volevo separarmi da lei e non volevo che ti continuasse ad educare lei>

<Ma perché devi portarmi così lontano, che devi fare a Los Angeles?>

<Nulla, ho trovato una bella casa dove stare>

<Io non mi posso fidare di te, torno dove ero prima>

Mio padre si volta.
Aspettiamo per prendere i biglietti.
Tutto intorno a me è confuso.
Ad attirare la mia attenzione è una donna di mezza età con indosso un abito con uno spacco sulla gamba destra. Indossa gioielli costosi e in mano tiene una borsa maculata e una valigia brillantinata.

Questa donna si avvicina a mio padre e riesco a sentire quello che gli dice.
Noto subito la sua voce troppo scura e fastidiosa.
<Ciao amore come va?>

<Ciao bene, finalmente ho lasciato mia moglie. Quella ragazza seduta lì è mia figlia.>

<Allora così vivremo insieme finalmente>

<Si, nella città dove ci siamo incontrati per la prima volta, ricordo come fosse ieri la sera in cui ci siamo conosciuti. Quella sera fredda e buia in spiaggia a Los Angeles.
Ma dove sono Kate, Daisy e Grace?>

<Stanno arrivando, sono cresciute ormai> dice lei a mio padre dandogli un bacio sulle labbra.

Non riesco a crederci, da un lato la mia mente vorrebbe cancellare quello che ha appena visto e da un altro lato vorrebbe scoprire di più.

Finalmente arriva l'aereo. Mio padre prende la sottile mano della donna e dietro di loro li raggiungono tre bambini.
Ho capito che quella è la sua famiglia ormai e vorrei solo tornare a casa.
Quando arriviamo davanti all'aereo ci dicono che il volo è per Cuba e il nostro è rimandato a domani.

Mio padre decide di chiamare un hotel e prenota per tutti.
<Papà io vado a dormire a casa di Lucas dalla signora Anderson>

<Va bene> risponde come se non gli importasse nulla

Prendo il telefono ormai quasi scarico e scrivo alla mamma di Lucas.

-Ciao Donna, come stai? Il nostro volo è stato rimandato a domani posso dormire a casa tua stanotte?-

-Si certo tesoro, ti aspetto-

Ed io rimango lì, in piedi.
Guardo mio padre che tiene la mano di un'altra donna con a fianco i suoi tre bambini.
Mi dovrò abituare, questa sarà la mia normalità.

Tra le tue bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora