Passarono settimane e mesi, ormai la polizia aveva chiuso il caso di Ernest e aveva dedotto che era stato un semplice incidente, poichè non avevano prove che fosse stato qualcuno del castello.
Inesh continuava a stare male, mangiava e dormiva poco, infatti durante la notte, nel bel mezzo della notte, si alzava dal suo letto per andare a passeggiare nei giardini, completamente sola e con lo sguardo assente, vuoto, inespressivo.
Almeno non se ne stava più nella sua stanza, ma iniziava a camminare per i corridoi e per il giardino.
Era come un fantasma, nessuno sapeva dove andasse o cosa facesse..era decisamente peggiorata.
Tutti credevano che fosse depressa perché era innamorata e non avrebbe voluto perderlo, ma in realtà ciò che la disturbava di più, era che l'aveva ucciso lei. Lei, che non era capace di fare del male a nessuno, neanche ad una isignificante mosca.
La beccavo molte volte a pregare chiedendo perdono a Dio per quello che aveva fatto, che si era pentita e che non avrebbe mai desiderato ucciderlo veramente.
Quando si accorgeva che la osservavo, non mi guardava nemmeno in viso che subito se ne andava da un'altra parte.
Non sopportavo doverla vedere così e, sebbene abbia fatto una cosa orribile, dovevo liberarla dalla quella barriera che creava ogni volta che le si avvicinava qualcuno.
La volevo molto bene, anzi, era la persona che più tenevo al mondo e mi doleva vederla senza che mi rivolgesse una parola.
Prima eravamo sempre insieme, eravamo incapaci di staccarci.
Desideravo abbracciarla, accarezzarla, vedere il suo viso sorridente, desideravo passare la giornata assieme a lei, che l'avevo cresciuta fin da neonata, come se fosse mia figlia.
Era sola, voleva essere sola.
Rifiutava le visite, anche suo padre, che quando ne aveva l'occasione, veniva a trovarla.
Non voleva vedere neanche lui.
La sola persona che poteva avvicinarsi, era suo figlio Christopher, ma stavano insieme davvero molto poco.
Il bambino si sentiva sempre più abbandonato e, una volta mi aveva detto che era stato rifiutato dalla sua mamma, in modo brusco. Poi era scoppiato a piangere e consolato da me, mentre lo tenevo tra le mie braccia.
Più di mentirgli e fargli credere la storia dell'Africa, cosa potevo fare? Non potevo e non volevo spiegare tutto.
Sarebbe rimasto traumatizzato , e non ci serviva un altro depresso nel castello.
<<Quando ritorna papà?>>
<<Dovrà restare in Africa per molto tempo>>
<<Ma non può venire neanche per un minuto? Nemmeno per salutarmi? Per abbracciarmi?>> quando mi faceva quelle domande, ero sempre sul punto di piangere, ma per fortuna, riuscivo a trattenere le lacrime.
<<No, l'Africa si trova molto distante dall'Inghilterra>> per distrarlo, avevo preso un mappamondo, e gli avevo fatto vedere dove si trovasse l'Africa, il luogo dove vivevamo e altri paesi, aggiungendo alla fine, che avrebbe visitato tutto il mondo, una volta diventato grande.
Un giorno, mentre preparavo la colazione al piccolo principino, pensai ad un modo per distruggere lo scudo di Inesh.
Forse, dovevo soltanto andare da lei e abbracciarla, senza dire nulla, o forse dovevo forzarla a parlarmi, istigarla magari...
Nessuno poteva fare qualcosa...forse qualcuno si!
Lasciai Christopher nelle mani di una serva, per poi uscire dal castello verso la persona che Inesh non avrebbe potuto rifiutare: Freddie.
Percorsi la strada per la sua casa, a passi veloci, impaziente di vederlo e di dirgli tutto.
Una volta arrivata, bussai alla sua porta, dove ad aprire fu proprio lui
<<Buongiorno Rose>> mi aveva detto con un espressione interrogativa. Non si aspettava che venissi.
<<Freddie, devo parlarti>> lui alzò una sopracciglia, ma mi lasciò entrare in casa sua, dove mi fece accomodare su una sedia.
Dopodichè anche lui si sedette davanti a me, pronto a sentire quello che avevo da dire.
<<Senti Freddie..>> incominciai prendendo la sua mano, tra le mie.
<<Devi venire subito al castello. Inesh ha bisogno di te>>
<<Non mi lasciano entrare nel castello, le guardie mi avevano detto che Inesh non voleva ricevere visite. Ernest è morto e ora che siamo liberi, si rifiuta di vedermi.>> feci un sospiro e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno a sentirci, gli raccontai tutto, che Ernest aveva scoperto di loro e l'omicidio di Inesh.
Lui rimase interdetto, poi gli spiegai che Inesh era depressa e che rifiutava anche me.
<<Oddio, sono rimasto esterrefatto!Tutto questo l'ha fatto per me...>>
<<Freddie tu sei l'unica persona che può riportare la Inesh di prima.>>
<<Ma come farò ad entrare?>>
<<Ci penso io, non preoccuparti, ma devi venire.>> lui annuì ed entrambi ci alzammo per raggiungere il castello.
Le guardie, alla vista di Freddie, lo cacciarono ma quando dissi loro "sta con me", rimasero muti e lo lasciarono entrare.
A Freddie era mancato il castello, infatti quando entrò, fece un sorriso e si guardò attorno, dopodichè salimmo le scale dove era caduto Ernest.
Non sapevo dove fosse Inesh, infatti la incrociammo per il corridoio, con una tazza di caffè tra le mani.
Si bloccò a camminare e lasciò cadere la tazza, rompendola in mille pezzi, quando vide Freddie, il suo amato.
<<Fred...>> disse con un filo di voce.
Freddie avanzò lentamente il passo verso di lei, per poi abbracciarla. La regina rimase immobile per alcuni istanti, poi ricambiò l'abbraccio.
<<Inesh, cosa ti succede?>> aveva domandato Fred, prendendole il viso tra le sue mani calde.
<<Fred, io...ho ucciso Ernest...io..>> incominciò a piangere, ma Freddie la racchiuse di nuovo tra le sue braccia.
<<Non lasciarmi più>> aveva poi aggiunto Inesh, posando la sua guancia sulla spalla del suo amato.
Cacciai una lacrima quando vidi quella scena, ma me ne andai, per lasciarli da soli.
I due parlarono, la regina si sfogò con lui, rimasero molto tempo insieme e quando giunsi da loro per vedere come andava, la trovai più tranquilla e molto luminosa di viso.
Quando mi vide, si avvicinò a me e mi chiese scusa. Io sorrisi, le diedi un abbraccio e un bacio sulla fronte, felice di rivederla.
In quel momento, giunse la serva a cui avevo affidato Christopher, per comunicare che il piccolo voleva la sua mamma.
Lui corse verso Inesh, dove quest'ultima lo prese in braccio e lo strinse a sè.
Gli aveva presentato Freddie, ma a lui non gliene importò granché, poichè era concentrato a stringere la sua mamma e a darle baci.
<<Non ti lascerò mai più solo>>
<<Pensavo che non mi volessi più bene>> aveva detto il piccolo.
<<Questo mai Chris, io ti vorrò sempre bene, qualunque cosa succeda, starò con te per sempre.>>
<<Promesso?>> le mostrò il mignolino.
<<Promesso.>> con il suo, raggiunse quello di suo figlio.
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The killer queen
General FictionAvete mai sentito parlare della regina Inesh? Scommetto di no, chissà perché. Forse perchè ha fatto delle cose tremende?