CHAPTER 2.

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All'opera ci andavano solo gli anziani, gli stranieri e le coppie gay.

Questo aveva capito Harry durante il suo primo giorno di lavoro. Era appena suonata la prima campanella e davanti al suo piano erano passate solo persone appartenenti a queste tre categorie.

Aveva avuto modo di sfoggiare il suo bellissimo accento inglese, frutto di un semestre passato all'estero, aveva sorriso dolcemente alle anziane che gli lasciavano le mance prima di sedersi nei loro palchetti e aveva guardato con un po' di invidia le coppie che, tenendosi per mano, si sedevano ai loro posti.

Quella era una serata molto importante a teatro. Era la serata d'apertura del Rossini Opera Festival e il teatro era gremito di persone.

Centinaia o più profumi si mescolavano nei corridoi: vaniglia, gelsomino, lavanda, Chanel n5, profumi da donna, da uomo, nauseanti, gradevoli o decisamente stucchevoli.
Donne dai vestiti eccentrici, ma di un'eleganza raffinata si susseguivano uno dopo l'altra.

Un paio di anziani traballanti e una coppia di tedeschi si affrettarono su per gli scalini che portavano al quart'ordine.
Harry vide salire le scale anche una donna con un elegante vestito rosso che teneva per mano un bambino di circa otto anni, spiegandogli pazientemente la storia che avrebbero visto rappresentata. Quella scena gli fece ritornare in mente la prima volta che era entrato in quel teatro. Aveva solo cinque anni e si era appena trasferito. La sua mamma aveva deciso di portare lui e sua sorella maggiore Gemma a vedere uno spettacolo di prosa e da quel giorno si era perdutamente innamorato di quel magnifico posto fatto di velluto rosso e polvere di sogni.

Mancavano pochi minuti all'inizio dello spettacolo e ancora non aveva visto salire per le scale sua madre e sua sorella. Per miracolo era riuscito a trovare loro dei biglietti per la prima e loro erano riuscite a fare tardi.

Sperava solo arrivassero prima dell'inizio dell'opera.

Il cellulare vibrò nella tasca dei suoi pantaloni e lo estrasse per leggere il messaggio.

Gem: La mamma ha avuto un contrattempo. Al posto suo è venuto un mio amico. Stiamo già salendo le scale per il terz'ordine. Stiamo arrivando! xx

Sospirò di sollievo sentendo suonare la seconda campanella e udendo al contempo dei passi concitati salire le scale.

Si preparò mentalmente ad accompagnare sua sorella al suo palchetto il più rapidamente e silenziosamente possibile, ripercorrendo con la mente tutto il terz'ordine fino alla porta numero 19, oltre la quale aveva già fatto accomodare nei posti dietro due amabili signore francesi che gli avevano lasciato una generosa mancia.

Queste sue elucubrazioni mentali vennero improvvisamente interrotte quando, alzando lo sguardo, incontrò un paio di occhi azzurri che aveva come l'impressione di aver già visto.

Louis disse in un flebile sussurro.

Sua sorella Gemma nel frattempo lo aveva già raggiunto frusciando in un vestito azzurro che la faceva sembrare una fata madrina.

-Harry che bello vederti! Scusa se siamo in ritardo- esordì ad alta voce abbracciandolo di slancio.

Harry, ancora sotto shock, si staccò dalla sorella rimproverandole il suo tono di voce.

-Scusami, scusami. Harry, comunque lui è Louis, un mio nuovo compagno di università. È qui in Erasmus e viene dall'Inghilterra. Non aveva mai visto l'opera e così ho pensato di invitarlo. Spero andrete d'accordo, anche perché vi vedrete spesso dato che sono la sua tutor.-

Harry aveva troppe informazioni da metabolizzare. Troppe informazioni e troppo poco tempo per bearsi della vista di Louis fasciato in un paio di stretti pantaloni neri che mettevano in bella mostra le sue gambe toniche.

Held On As Tightly As You Held Onto MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora