CAPITOLO 14

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Connor's pov
Mi sentivo in colpa.
Non riuscivo a smettere di pensare al fatto che l'avevo chiamata Ava.
Ormai erano passate quattro ore, così andai al pronto soccorso.
Non vidi Sophie,così andai da April.
- Hey April, hai visto Sophie? -
- È uscita - mi rispose.
- Quando? -
- Circa un'ora fa -
Mi balenò un pensiero nella testa.          
Non è che....
- Sai dove è andata? - gli chiesi.
- No, non lo so -
- Cazzo - sospirai.
April mi guardò confusa.
- Connor che succede? -.
- Sarà andata con l'Intelligence dalla gang del southside, le avevo detto di non andare, ma dopo ciò che è successo... -.
- A proposito, mi vuoi spiegare cosa ti è preso stamattina? -
Stavo per rispondere quando entrarono due paramedici... e tutta l'intelligence.
- Sophie Evans, vittima di una sparatoia sulla Kensington Avenue, glasgow 16, svenuta, intubata - disse il paramedico.
Impallidii. Corsi immediatamente da lei seguito da April, arrivò anche Marcel.
- Sala 1 - ci disse Maggie.
La portammo dentro. Era pallida, sembrava morta, perdeva molto sangue.
- Ha il proiettile tra la spalla e il cuore, molto vicino all'arteria coronaria sinistra - disse Marcel.
- Emorragia interna- aggiunsi.
Improvvisamente i valori si abbassarono.
- Battito 50, saturazione 60, pressione 60/40 - disse April.
- Dobbiamo operarla ora, portiamola di sopra-.
Stavo per entrare in sala operatoria quando Crockett mi fermò.
- No Rhodes, sei troppo coinvolto -
- No, ce la faccio -
- Rhodes è meglio che lo faccia io -
- Già Rhodes lascia fare a quelli esperti - disse una voce che conoscevo bene.
- Severide - dissi a denti stretti, mentre Marcel entrava in sala.
- Marcel è meglio di te - mi disse.
- Mi stai parlando di medicina in questo  momento? - gli chiesi, duro.
- Sto parlando della mia amica - mi rispose.
- Senti, facciamo un patto. Tu stai fuori dalla sala operatoria e io non corro negli edifici in fiamme, ok? -
- Faresti solo meglio a sperare che Sophie ce la faccia - disse avvicinandosi a me pericolosamente. Mi incazzai, era ovvio che speravo che Evans ce la facesse...non potevo perderla.
All'improvviso Severide mi prese per il colletto, e mi urlò in faccia: - È colpa tua! April mi ha detto cosa hai fatto! Lei è andata lì solo per fare un dispetto a te! Se lei muore, il responsabile sarai solo tu -. Come se io non mi sentissi già maledettamente in colpa.
Casey e April lo tirarono via. Arrivarono di corsa Jay, Hailey e Brett.
- Ci hanno fatti salire, gli altri sono tutti giù - disse Jay.
- Non dovevamo portarla con noi- disse Hailey
- La colpa è solo di questo qui - ringhiò ancora Severide.
- Che intendi dire? - chiese Jay.
- Jay! - era Will, con Natalie.
- Come sta Sophie? - chiese Natalie.
- È ancora in sala operatoria - risposi.
- Jay, che è successo? - chiese Will.
- Era venuta con noi all'arresto della gang del southside, li stavamo prendendo quando alcuni di loro hanno cominciato a sparare. Una poliziotta vicino a Sophie è stata colpita gravemente, è morta, ma lei ha cercato di aiutarla e l'hanno colpita - spiegò.
Calò il silenzio. Eravamo tutti lì, nervosi.
Dopo un'ora me ne andai, non ce la facevo a stare lì, con tutti che mi guardavano male e con l'ansia che Crockett uscisse con brutte notizie.
Andai sul tetto, mi piaceva stare lì.
E cominciai a tirare pugni al muro, cercando di farmi male, come lo avevo fatto lei.
Sapevo che Severide aveva ragione, era colpa mia.
Avrei voluto essere in sala operatoria, tentare di salvarla.
Mi accasciai a terra, cominciai a
piangere. Non sopportavo essere lì, mentre lei lottava per la vita.
Dopo un po' tornai dentro, forse l'operazione era finita.
Quando arrivai, Natalie mi venne incontro. - Che ti sei fatto alle mani? -
Me le guardai, avevo le nocche insanguinate. - Niente, tranquilla. -
- Vieni- .
Mi prese e mi portò in una sala vuota.
Cominciò a bendarmi le mani.
- Lo sai che non è colpa tua, vero? - mi disse.
- Sì invece, è tutta colpa mia -
- Se la caverà -
- Non lo puoi sapere -
- Invece sì, Crockett è un ottimo chirurgo, la salverà -
- Da quando parli così bene del dottor Marcel? - le dissi.
- Oh sta zitto - rispose sorridendo.
Uscimmo, eravamo appena arrivati quando Marcel uscì dalla sala.
- Allora? - saltò su Severide.
- Abbiamo rimosso il proiettile e fermato l'emorragia interna. Ma il proiettile ha toccato la vena coronaria, dovremmo operarla al cuore.
Purtroppo durante l'intervento è andata in arresto per tre minuti, non sappiamo ancora se si sveglierà - ci informò.
Mi cadde il mondo addosso.
Rischiava di non svegliarsi mai più.
- Quando la opererete ancora? - chiese Casey.
- Domani, se i valori saranno buoni - disse, poi se ne andò, e Natalie lo seguì.
Severide si voltò verso di me.
- Hai sentito Rhodes? Potrebbe non svegliarsi mai più - .

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