CAPITOLO 20

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Sophie's pov
Entrai in ospedale di corsa, mi ero svegliata tardi e non c'erano taxi in giro.
- Ciao - dissi appena vidi April.
- Ciao, che hai? - mi chiese.
- Brutto risveglio -.
Salì in chirurgia e un'infermiera mi versò il suo caffè sul camice bianco.
"Grandioso" sbuffai, quella giornata andava di male in peggio.
Cambiai il camice e andai in caffetteria.
- Hey Sophie, come va?- mi salutò Connor.
- Devo proprio rispondere?-
- Brutta giornata? -
- Per ora direi di sì -.
Mentre tornavamo in pronto soccorso due paramedici entrarono con un bambino... con un palo infilzato nel torace.
- Mark Linwood, otto anni, grave, incidente d'auto sulla 26th street, ha un palo di acciaio infilzato tra il fegato e il polmone destro, non respira -
- In sala operatoria, ora - ordinò Connor.
Lo portammo velocemente di sopra, dopo cinque minuti eravamo già pronti ad operare.
L'operazione durò circa due ore, riuscimmo a rimuovere il palo, ma le sue condizioni erano instabili.
- Se la caverà? - chiesi a Rhodes mentre uscivamo da terapia intensiva.
- Non lo so, è molto grave -.
In quel momento arrivarono Adam e Kevin.
- Ciao, che succede? - gli chiesi.
- Avete in cura un bambino ferito in un incidente d'auto? - ci chiese Adam.
- Sì, perchè? - gli chiese Connor.
- Pare che degli uomini abbiamo sparato di proposito al padre del bambino che guidava e l'auto si è schiantata - disse Kevin.
- Una gang? - chiesi.
- Probabile, ma nell'ultimo mese ci sono stati altri tre incidenti simili - rispose.
- In che condizioni è il bambino? - chiese Ruzek.
Io e Connor ci guardammo con aria grave, poi risposi: - Forse non ce la farà -.
I due scossero lentamente il capo.
- Possiamo fare domande alla madre? -
- Non credo sia il momento - disse Rhodes.
- D'accordo, ci si vede - e se ne andarono.
- È molto strano, vero? - chiesi poi a Connor mentre prendavamo un caffè in sala medici.
- Già - rispose soltanto.
- Che hai? - gli chiesi. Lo vedevo strano da tutto il giorno, e quella mattina non era venuto a prendermi come al solito.
- Niente, solo un po' stanco - rispose cercando di cambiare discorso, ma in quel momento suonò l'allarme in terapia intensiva.
Corremmo dentro, il bambino stava collassando.
- Oh mio dio, che gli succede! - esclamò la madre mentre piangeva.
- Signora stia indietro per favore- disse l'infermiera.
- Saturazione a 41, battito a 30 - disse Rhodes.
- I polmoni hanno ceduto - dissi. Sapevo che non c'era più niente da fare.
Connor provò che le compressioni, ma fu inutile.
- Ora del decesso: 16:08 - disse poi.
Mi voltai verso la madre, disperata.
- Signora Linwood, mi dispiace, abbiamo fatto tutto il possibile per suo figlio - dissi.
Io e Connor uscimmo dalla stanza, e lui se ne andò senza rivolgermi la parola.
In caffetteria incontrai April e mi sedetti accanto a lei.
- Hey - la salutai.
- Ciao, ho saputo del paziente di questa mattina, mi dispiace -
- Anche a me -.
Pensai che fosse il momento giusto per fare una certa domanda.
- Sai che ha Connor oggi? Lo vedo strano -.
-Ah sì - mi rispose.
- E quindi? - insistetti.
- È passato un anno - disse.
- Da cosa? - chiesi.
- Da quando è morta Ava -.
Ah. Questa fu la mia reazione. Effettivamente, ora che ci pensavo, è passato quasi un anno da quando sono arrivata qui al Med.
- Capisco - dissi solo.
Quella sera quando uscii, trovai Connor vicino all'ingresso.
- Hey - dissi avvicinandomi.
- Ciao, come stai? - mi chiese.
Lo guardai confusa.
- Per il bambino di oggi- aggiunse.
- Beh, è stato brutto, aveva solo otto anni - dissi.
- Hai sentito qualcosa da Jay? - mi chiese.
- No. Perchè proprio da Jay? - chiesi.
- Non lo so, ti senti molto con lui -
- E anche con Will immagino - dissi infastidita, lo faceva sempre, ce l'aveva sempre con Will.
- Che problema hai con lui!? - gli chiesi.
- È evidente che tu gli piaci! - disse.
- E con questo? Che t'importa!? -
Ci guardammo un istante, poi venne verso di me e mi baciò.
Rimasi sorpresa, ma ricambiai subito.
Lui si staccò da me e se ne andò, senza rivolgermi neanche uno sguardo.





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