CAPITOLO 26

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Sophie's pov
Non feci in tempo ad arrivare che Maggie mi disse già che avevo un paziente insieme a Rhodes.
Andai davanti alla stanza della paziente, Connor mi aspettava lì.
- Cosa abbiamo? - gli chiesi.
- Fibrosi Cistica - rispose.
- È grave? -.
- Se non le troviamo un polmone entro un paio di giorni morirà sicuramente -.
Sì, era grave.
Prima che potessimo entrare un ragazzo ci corse incontro.
- Aspettate! Dovete dirmi come sta Lily - disse riferendosi alla paziente.
- Dobbiamo ancora visitarla - gli dissi.
- Sei un parente? - gli chiese Connor.
- Sono il suo ragazzo -
Solo in quel momento mi accorsi che anche lui aveva dei tubi al naso per respirare.
- Sei malato anche tu di Fibrosi Cistica? - gli chiesi.
Lui sorrise tristemente. - Sì, ma questo non ci ha impedito di innamorarci -.
Che storia triste, due ragazzi che si amavano così tanto e non potevano stare vicini.
- Ora la visiteremo, poi ti faremo sapere - disse Rhodes, poi entrammo.
Mentre la visitavamo, Lily continuava a guardare fuori e a sorridere al ragazzo.
- Hai visite vedo - le dissi.e
- È il mio ragazzo, Jason -.
- Lo so, è molto preoccupato -.
- Ce la farò? - ci chiese.
La guardammo a disagio, non è bello dire a qualcuno che non ha molte possibilità di sopravvivenza.
- Dipende - rispose Rhodes.
- Da cosa? -.
- Se riusciremo a trovare un polmone in tempo -.
Lei annuì, noi ce ne andammo.
- Quindi? - chiese il ragazzo.
- Se non troveremo un polmone, ha poche possibilità di farcela - risposi, poi lo lasciammo soli, con il vetro a dividerli.
- Lei a che punto della lista è? - domandai.
- Abbastanza in alto -.
- Ma non abbastanza - intuii.
- Già, me ne occupo io Evans, tu torna pure a lavorare - disse.
Un'ora dopo tornai a controllare la ragazza.
- Da quanto state insieme? - le chiesi.
- Un anno circa, ci siamo conosciuti in ospedale -.
- Un posto davvero romantico - dissi ironicamente, e pensai che anche io avevo conosciuto Rhodes in ospedale.
Ma era diverso, non c'era niente tra noi, mentre questi ragazzi si amavano da morire.
Però la situazione stava peggiorando, il giorno dopo non avevamo ancora trovato un polmone.
Chiedemmo agli altri ospedali, alla Goodwin e chiedemmo alla lista trapianti di fare un'eccezione, ma niente.
- Cazzo - imprecò Connor, erano ore che cercavamo una soluzione, ma non ce n'erano.
- Potremmo chiedere ancora negli ospedali - proposi.
- L'ho fatto dieci minuti fa, ancora niente -.
In quel momento scattò il codice rosso nella stanza di Lily.
Andammo da lei di corsa, era in arresto cardiaco e i polmoni avevano ceduto.
Non c'era niente da fare.
Provammo a rianimarla, senza successo.
Dichiarai l'ora del decesso, e mente uscivo vidi Jason, disperato.
Stavo male per lui, sembrava soffrire davvero molto.
- Io vado a casa - informai il mio collega poco dopo.
- Ci vediamo domani -.
- Ah Connor - dissi prima di uscire - Prova a parlarci -, mi riferivo a Jason, seduto che piangeva nella sala d'aspetto.
- Lo farò -.
- Ciao -.

Connor's pov
Poco dopo che Sophie se ne era andata, mi sedetti sulla sedia accanto a Jason.
- Abbiamo fatto tutto il possibile - dissi dispiaciuto.
In risposta lui mi abbracciò, piangendo sulla mia spalla.
- Lei è morta! Non riesco ancora ad accettarlo - cominciò - ho perso l'amore, la persona che riusciava a farmi stare bene anche quando tutto andava male.
Sa, non siamo riusciti neanche a goderci quel poco tempo che eravamo destinati a passare insieme.
La nostra malattia ci impediva di essere normali, e invidio tutti quelli che ne hanno la possibilità -.
Era davvero disperato, c'era solo dolore nelle sue parole.
- Ora vado dottore, grazie comunque - disse e andò via.
Le sue parole però, mi avevano fatto pensare.
Lui non aveva potuto vivere il suo amore, non poteva neanche stargli accanto.
Il mio primo pensiero fu Sophie, lei era capace di provocare in me sensazioni uniche, mi piaceva davvero.
E forse stavo solo buttando via tempo prezioso, forse era inutile farsi tutti quei problemi.
Come aveva detto Jason, è importante godersi il presente.
D'istinto presi la giacca e cominciai a correre, dovevo parlare con lei.
Non abitava lontano, cinque minuti di corsa e sarei arrivato.
Arrivato al suo palazzo salii le scale di fretta e bussai forte alla sua porta.
Mi aprii, sembrava sorpresa di vedermi.
- Rhodes, che ci fai qui? - mi chiese.
- Ho sbagliato tutto con te, mi dispiace- .
Mi guardava confusa.
- Io ti ho baciata perchè mi piaci, mi piaci davvero e ho fatto un casino -.
Ero lì, sulla soglia di casa sua, ancora con il fiatone per la corsa e le avevo appena dichiarato ciò che provavo.
Lei mi fissava sorpresa, come se non ci credesse.
E senza pensarci la baciai.
Lei ricambiò, mentre il bacio diventava sempre più passionale.
Chiusi la porta dietro di me, mentre lei mi toglieva la giacca.
Le nostre labbra si staccavano solo per prendere fiato e andavamo verso la camera da letto.



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