CAPITOLO 19

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Sophie's pov
Anche quella mattina Connor era venuto a prendermi.
Ormai era un'abitudine, e devo ammettere, anche un'abitudine piacevole.
Entrammo in pronto soccorso chiacchierando, poi Maggie ci fermò.
- Avete una paziente in diagnostica 5 -.
Andammo lì e c'era una sedicenne coi suoi genitori.
- Buongiorno, io sono il dottor Rhodes e lei è la dottoressa Evans -. Sorrisi.
- Buongiorno, noi siamo i signori Harley, e lei è nostra figlia Sandy - disse il padre.
-Sandy sta male da alcuni giorni, ma non voleva venire in ospedale. - disse la madre.
- Che cos'ha? - chiese Rhodes.
- Vomita spesso ormai, non ha un bel colorito -.
Guardai la ragazza, aveva lo sguardo abbassato. Poi mi guardò, con aria quasi supplichevole.
- Dottor Rhodes, io direi di fare un esame delle urine e uno del sangue- dissi interrompendo quello che stava dicendo Connor.
Appena usciti mi chiese irritato: - Perchè mi hai interrotto? -
- Perchè so già cos'ha la ragazza -
- E cosa? Sentiamo -
- È incinta -.
Mi guardò sorpreso. - Come fai a saperlo? - mi chiese.
- A parte i sintomi che sono quelli tipici di una gravidanza, è dal modo in cui mi ha guardata -.
- E come ti ha guardata?-
- Come se avesse paura che lo scoprissimo e che lo dicessimo ai suoi genitori-
- Lo sai che se è davvero incinta glielo dobbiamo dire? -
- Lo so -.
Mezz'ora dopo arrivarono gli esami.
- Come pensavo - dissi.
- Andiamo a dirlo ai genitori -.
Entrammo nella stanza: - Signori Harley - dissi. Pensai di non girarci troppo intorno.
- Vostra figlia è incinta -.
Sbiancarono.
- Potete lasciarci da soli? - chiesero.
Un'ora dopo il padre venne da me.
- Dottoressa, noi vorremmo l'aborto-.
Rimasi di sasso, quasi nessuno in America accettava l'aborto.
- Deve chiederlo la paziente - risposi.
- Noi siamo i genitori e lei è minorenne - .
- D'accordo postiamo l'intervento -.
Andai da Rhodes, furiosa. Ero sicura che solo i genitori volessero l'aborto, non Sandy.
- Connor -, si voltò.
- Abbiamo un problema, i genitori vogliono farla abortire, e credo che lei non voglia -.
- Andiamo da lei -.
Quando arrivammo la trovammo che piangeva.
- Hey- dissi avvicinandomi.
- Non voglio perdere il bambino - disse.
- Andiamo a parlare con la Goodwin - dissi a Rhodes.
- Non possiamo fare niente, è minorenne - disse la signora Goodwin.
- Sì, ma è lei la madre! Questo non è un diritto? - chiesi.
- Mi dispiace, l'ospedale non può fare niente -.
Uscì arrabbiata.
- Evans stai calma-
- Non sto calma, ne va del futuro della paziente! Non dei genitori! -
- È una ragazzina! Avere un figlio potrebbe rovinarle la vita -
- Sì ma se i genitori la aiutassero sarebbe meglio! -.
Andai nella stanza dove era ricoverata Sandy e chiesi ai genitori di parlare un attimo fuori.
Connor mi raggiunse qualche secondo dopo guardandomi come se fossi impazzita.
- Signori Harley, mi chiedevo se aveste discusso con vostra figlia sulla questione dell'aborto. -.
- Non c'è niente da discutere, lei è minorenne e decidiamo noi per lei -
- Mi dispiace, non possiamo autorizzare un intervento se la paziente non è d'accordo - disse Connor.
Gli sorrisi, grata. Quello che aveva detto se lo era appena inventato e se i genitori della ragazza fossero andati dalla Goodwin avrebbe passato guai seri.
- Voglio parlare con il responsabile - disse appunto il padre.
- Io invece penso sia meglio che parliate con vostra figlia -.
La moglie gli lanciò uno sguardo da "lascia stare" e tornarono dentro.
Dopo dieci minuti uscirono.
- Vogliamo annullare l'aborto - disse il padre.
Spalancai gli occhi.
- D'accordo, vi dimettiamo stasera -.
- Sono contenta che li abbia convinti - dissi poi a Rhodes.
Lui annuì e ce ne andammo.
Salimmo in macchina e mi portò a casa.
Prima discendere mi voltai versi di lui e mi sorrise. Era davvero bello il suo sorriso.
- Allora, 'notte- dissi.
- 'Notte-.

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