Capitolo 1:" Una strana presenza"

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Camminavo nel corridoio buio della foresta, cercando qualcuno che potesse darmi delle indicazioni per uscirne, ma venni distratto da una nuvola di fumo qualche metro vicino a me. Si trattava di un'auto in fiamme, probabilmente un incidente, ma non trovai nessuno nei paraggi. Qualcuno era scappato lasciando un fuoco vivo nel pieno verde. Mi avvicinai all'auto ormai a pezzi e tra le ceneri sbucò una lettera, ma di caratteri strani e senza significato, o forse caratteri in codice. Non ci pensai troppo e la strappai; non volevo avere problemi. Tra la luce della luna piena e la calda luce delle fiamme si liberò una luce diversa, piccola ma piena di energia fluttuava su quella lettera. Rimasi un po' a guardare quella strana sfera, quando un urlo mi paralizzò e si trasformò in una creatura, alta e snella, senza il minimo tratto facciale. Quel mostro camminava lento verso di me allungando le dita sulla sua mano, io non riuscivo a muovere il corpo ma piano alzavo lo sguardo mentre lui si avvicinava. Riuscì a oscurare la luce fredda della notte e appena fu vicino...balzò e veloce come un proiettile si smaterializzo nel mio petto...non sentii nulla, ma ero steso a terra con un sorriso involontario, con un sorriso che non sentivo, con un sorriso non mio. Accerchiato dalle fiamme dell'incendio cercavo di rialzarmi, sentivo qualcuno sussurrarmi di uscire, ma non capivo...nonostante l'incendio intorno a me, tremavo, sentivo freddo ma lì...il buio completo. Mi risvegliai vicino un fiume, era pieno giorno ma la luce del sole era oscurata dalle chiome degli alberi. I miei vestiti erano in brutte condizioni, non erano strappati ma erano stranamente larghi... Ritrovai la strada per Wallwood e tornai a casa ma non mi spiegavo ancora cosa fosse successo, mi sentivo bene...almeno pensavo di esserlo. Non ho fatto parola con nessuno di ciò che ho visto. Non ho molti amici, ma mi avrebbero preso per pazzo, quindi rimasi in silenzio per un po'. A volte capitava di risvegliarmi in posti strani, avevo spesso vuoti di memoria, non sapevo cosa fare, così presi coraggio e telefonai al mio amico Max dicendogli di venire da me il più presto possibile, lui si sorprese, dato che non ci vedevamo spesso ma arrivò quasi subito da me, sono sempre stato un tipo a cui non piace molto uscire, perciò sono sempre chiuso in casa. Raccontai a Max cosa era successo e lui con un accenno di sorriso mi disse che era meglio che andassi da un medico. Sapevo in qualche modo che un medico non mi sarebbe stato d'aiuto, quindi chiesi a Max di dormire da me così che mi avesse controllato. Non mi aspettavo qualcosa di grave ma...Sapevo che un altro "corpo" era entrato nel mio e non potevo far finta di nulla. Arrivò notte io mi preparai per andare a dormire, rido a pensarci, ma Max rimase sveglio quella notte. Arrivò un orario discutibile ma... Al mattino ero sveglio e trovai Max in cucina con due graffi sul petto che formavano una "X". In lacrime appoggiai il mio orecchio al suo petto e incredulo il suo cuore batteva ancora, così non ho esitato a chiamare un'ambulanza. Due settimane dopo andai a fargli visita in ospedale, Max era seduto sul letto. Entrai ancora in lacrime e lo abbracciai. Mi raccontò ciò che aveva visto quella notte e usò le mie stesse parole. Una creatura alta, snella, senza il minimo tratto facciale...ma lì continuò e disse: "Davvero non hai sentito niente?". Da quelle parole avevo capito cosa era successo. La creatura ero io. Passai tutta la mattina con Max e poi andai a casa. Una volta arrivato, mi sedetti a gambe incrociate per terra sperando che la voce nella mia testa mi parlasse...Passarono ore ma riuscii a mettermi in contatto con la presunta voce, si presento come Joey, una normale anima, che aveva trovato posto in una lettera, e lì pensai a ciò da cui è partito tutto e capii che quella lettera era maledetta, non aveva cattive intenzioni, ma cercava vendetta. Mi spiegò che senza un corpo in cui vivere la sua anima sarebbe svanita e strappando la lettera strappai il suo corpo, così durante la notte prende il controllo del mio corpo e ha cercato di uccidere Max per vendetta. Tutto ciò era surreale ma non so per quale motivo non ero spaventato. Gli chiesi se volesse uccidermi e prendere possesso del mio corpo ma negò le mie parole. Max era scampato dalla morte per un soffio ed ero felicissimo, anche perché lui era l'unica persona che mi parlava e che mi era vicina. Spero solo che questa strana presenza non crei problemi.

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