Non sono solo frasi

capitolo 12~inganno spreggevole

Ecco,il momento atteso si stava per realizzare con dolore e sofferenza,quella sera.Hermione era di ritorno,e Draco era pronto con le valigie di lei,che poggió delicatamente accanto alle porta,con riluttanza e amarezza nelle braccia stanche.Doveva farlo,era l'unico metodo che poteva riuscire a calmare le acque durante una nuova tempesta.Draco,con la schiena,era appoggiato al muro davanti alla porta,aspettando solo il cigolio e vederla spalancata.Più veloce era la cosa,meno se ne soffriva.

Il padre aveva ragione,l'amore ti fa morire dentro,non poteva dargli torto,come al solito.Finalmente,la maniglia si mosse con il rumore della chiavi arrugginite,che non era abituato a sentire.Non ci riusciva,non voleva.Con una smorfia di uno che sta per scoppiare a piangere,prese la sua giacca,e come un vigliacco,scappò via,smaterealizzandosi,nella villa Malfoy,lasciando ad Hermione la visione di un fumo nero che scompare,vedendo le sue valigie a terra,si sorprese..

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Draco era lì,sulle scale che portavano alla sala riunioni,dove però una volta,ci pranzava,e per questo si faceva ancora più schifo,oltre per essere un vigliacco a lasciarla lì,senza spiegazioni.Il problema era che il braccio gli faceva male,non voleva fargli vedere le lacrime,in un momento tragico e severo,come quello che doveva affrontare.Attraverso' il corridoio,e finalmente arrivò dove era stato stabilito,vedendo i soliti uomini seduti.Si accorse,che un omone molto grosso,si era appena ricoperto il marchio,e mise a posto la bacchetta.Allora davvero lo stavano chiamando.Draco si strinse la cravatta,in segno di nervosismo che si stava accumulando "oh,finalmente Draco,da quanto tempo" un signore,precisamente Lugintes,adesso capo dei mangiamorte,lo accolse con un finto sorriso.Draco tacette "allora,la mezzosangue? L'hai uccisa?"

"s-si..ho fatto il mio dovere" Draco annuì "bravo ragazzo"

Lugintes si accomodó nuovamente,e cominciò a parlare,con voce più roca,fintamente gentile "tu,ci hai traditi,e sai cosa succede a chi tradisce" i mangiamorte ridero beffardi,mentre Draco alzó lo sguardo incredulo "prendetelo" il ragazzo si sentì cadere,come legato da mille corde.Chiuse e strinse gli occhi,per il dolore,e trattene una lacrima.Non era poi tanto sorpreso "io ho fatto come mi avevate detto!!" urlo' lui,in preda alla disperazione totale "no,no,no..tu,ci hai traditi con una MEZZOSANGUE!"le costole di Draco vennero colpite da un potente calcio "tu non l'hai uccisa" ricomincio' ancora il mangiamorte Lugintes,tornando allo stato originale della voce meschina,mentre atri mangiamorte gridavano insulti

"codardo!"

"traditore!!"

"non meriti niente!"

"fannullone"

le lacrime solcarono il viso pallido di Draco,sentendo tutto quello che per lui era veleno "piangi,piangi,ma risparmia le lacrime per dopo"

"NON LA TOCCATE!"

Draco cerco' di liberarsi dalle corde.Doveva immaginare che fosse tutto una messa in scena,che lo spiavano ogni secondo "noi non faremo niente" si sentì tirare un capello via dalla nuca "ahia!" urlo' lui "bene bene..che bella invenzione la pozione Polisucco"si sentì il rumorino di bolle,degli schioppettì.Draco giro' lo sguardo ancora graffiato dalle suole del mangiamorte,vedendo chiudere la bottiglietta contenente la pozione "portatelo via,e mettete la protezione per la smaterealizzazione" ordinò Lugintes "MIA MADRE DOV'È?" urlo' strattonandosi dalle grosse mani Draco "oh,la rivedrai presto,nell'aldila' " ridacchiò,mentre Draco si sentiva morire dentro.Avevano distrutto tutto,il padre,la madre,la sua famiglia,quella che si era dato tanto cura per proteggere.Le lacrime non riusciva a trattenerle,e si lascio' portare via dai possenti uomini,mentre cominciava a singhiozzare e a piangere.Lo portarono nella stessa stanza buia e nera,con le sbarre,come una cella.Finalmente,una volta dentro,le corde si rallentarono,e lui potè muoversi "non provate a toccarla!" si portò le mani alla sbarre,sbattendole contro le proprie ginocchia.L'uomo ridacchia,mostrando i denti galli e appuntiti,e uscì dalla cella.Lui rimase solo,con ancora il rimorso di esserne scappato prima del previsto.