Addormentarsi insieme

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Pairing: Takuran

Trama: Shindou invita Kirino a dormire da lui come ai vecchi tempi e quest'ultimo accetta contento.

Attenzione: I primi capitoli di questa raccolta di one-shots li avevo scritti già un paio di anni fa, e lo si può notare benissimo. Volevo solo avvisare che c'è il rischio di imbattersi in un po' di cringe, però non potevo non pubblicarle, quindi spero vi possano piacere comunque. Pubblicherò le prime quattro parti insieme, poi andrò aggiornando di uno in uno.

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Ranmaru si chiedeva seriamente come fosse arrivato a quella situazione. Non solo stava dormendo nello stesso letto con il suo migliore amico - del quale fra l'altro era innamorato fin dai tempi antichi - ma si trovava pure appiccicato al suo corpo, avvolto in un abbraccio, con la testa appoggiata al petto del ragazzo, mentre l'altro dormiva placidamente, senza preoccuparsi di nulla.

Tuttavia, Ranmaru non poteva dare la colpa a Takuto. Dopotutto la risposta a come ci era finito in quella situazione la sapeva benissimo! Si era scavato la fossa da solo, come uno stupido. E tutto perché non riusciva a controllare i propri sentimenti.

Ma alla fine, lui che ci poteva fare? Loro da piccoli avevano sempre dormito insieme. Man mano che sono cresciuti l'hanno fatto sempre più di rado, per ovvi motivi che Kirino comprendeva perfettamente, però non poté fare a meno di sentire una sensazione di allontanamento a causa di ciò. Quindi quando Shindou quella sera gli aveva proposto di dormire insieme come ai vecchi tempi, dentro si sentì scoppiare di gioia, e accettò senza esitazioni e senza fermarsi a pensare alle conseguenze.

Difatti, solo in questo preciso momento capì quanto le conseguenze fossero devastanti. Il suo cuore stava dando di matto. Riusciva a sentirlo martellare così forte contro il suo torace che temeva seriamente di svegliare l'altro. E non menzioniamo neanche le guance. Scottavano tanto che se Takuto domani mattina si fosse svegliato con un'ustione sul petto, lui non si sarebbe minimamente sorpreso.

Eppure lui non si era mai sentito così quando nel passato lui e Takuto dormivano insieme. Era innamorato di lui da parecchi anni, tuttavia tempo fa non si sentiva così agitato come lo era in quel momento. Si sentiva tranquillo, sereno, protetto. Ripensando a questo, si ricordò della prima volta che avevano condiviso il letto, quando entrambi avevano 5 anni.

Si ricordava perfettamente che quel giorno diluviava come se il cielo volesse inondare l'intera città, e lui, che era andato a giocare a casa del suo amico, non sapeva come ritornare alla propria.

— Se vuoi oggi puoi dormire da me — aveva proposto Takuto, e Ranmaru accettò volentieri; si era sempre chiesto come ci si sentisse a dormire in una casa enorme come quella. Quindi chiamò sua madre, che era già pronta a venire e prenderlo - armata di ombrello - e la avvisò, rassicurandola.

In seguito, mangiarono un pezzo di torta ciascuno, si misero il pigiama - Shindou a quanto pareva ne aveva a valanghe e gli aveva prestato uno - e passarono la serata insieme chiacchierando, scherzando, mangiando dolci e guardando le loro serie preferite, finché non arrivò l'ora di andare a letto.

Gli avevano offerto una stanza tutta per sé, dopotutto la casa non aveva mica poche camere, ma a Kirino non piacque l'idea. Era emozionato di dormire lì, ma era anche la prima volta che passava la notte a casa di qualcun altro e si sentiva terrorizzato al pensare di dover dormire in una stanza così grande tutto solo. Shindou, notando che l'amico si sentiva chiaramente a disagio, decise di intervenire e disse che avrebbe dormito con lui, facendo sorridere Kirino felice.

Così si sistemarono insieme sotto le coperte, uno di fronte al altro, guardandosi negli occhi con sguardi complici, come se avessero fatto chissà quale baggianata - l'innocenza dei bambini.

E fin lì tutto bene, tranne per il fatto che Kirino stava già da quaranta minuti cercando di chiudere occhio, inutilmente. Non sapeva se il motivo fosse che stava dormendo in una casa diversa, che stava nello stesso letto con qualcuno con cui non ha mai dormito prima o il rumore della pioggia che si sentiva così forte da rimbombargli incessantemente nelle orecchie. Fatto sta che non smetteva di rigirarsi nel letto da una parte all'altra, sentendosi ogni minuto più stanco ma non riuscendo a riposare.

Poi si sentì avvolgere la testa da delle braccia.

— Non riesci a dormire? — chiese assonnato Takuto, in un sussurro. Ranmaru scosse leggermente la testa come risposta, ricambiando l'abbraccio. L'altro sorrise e gli baciò delicatamente la fronte - Cosa fai quando non riesci a dormire?

Ranmaru ci pensò per qualche secondo.

— Di solito vado nella camera di mia mamma e lei mi abbraccia finché non mi addormento — disse, un po' imbarazzato ad ammetterlo; però a Takuto gli avrebbe sempre raccontato ogni cosa.

— Allora continuiamo a dormire così — concluse, prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi alle braccia di Morfeo. Ranmaru lo osservò per qualche minuto, sorrise e chiuse a sua volta gli occhi, sentendo quelle braccia calde che gli avvolgevano protettivamente la testa. Si addormentò, sentendo fuori le gocce d'acqua che si schiantavano violentemente contro il tetto della casa e contro la strada, trovando il suono questa volta rilassante. Che strano.

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Ranmaru non poté fare a meno di sorridere davanti a quel ricordo. Takuto era sempre stato così gentile e premuroso nei suoi confronti. Non poteva desiderare un amico migliore di lui... anche se in parte la parola "amico" gli faceva un po' male.

Mentre pensava a tutto questo, pian piano si calmò e si sistemò meglio nelle braccia dell'altro, improvvisamente non volendo più staccarsi. Ed ecco di nuovo che si sentiva tranquillo, sereno, protetto. Come se fosse stato avvolto da una nebbia gentile e quasi inebriante. Isolati dal resto del mondo, solo loro due.

Alzò pian piano una mano fino ad arrivare alle sue ciocche mosse, iniziando ad accarezzarle lentamente. Bene, erano ancora morbide come le ricordava.

Si strinse di più in quell'abbraccio, approfittando per annusare anche il suo profumo. Era così buono e additivo. Era sicuro che non ne avrebbe mai avuto abbastanza.

Sentì come l'altro ragazzo appoggiava inconsciamente la propria guancia contro la sua fronte.
Sospirò felice. Si sentiva così bene in quel momento. Forse tutto questo non era poi così sbagliato. Forse per un momento poteva permettersi di essere un po' egoista. Forse avrebbe potuto lasciarsi andare per quella volta... Tanto che male c'era?... Solo per quella volta... un'ultima volta...

Un'ultima volta?...

— .....

Al diavolo tutto. Ranmaru si sarebbe assicurato personalmente di fare in modo che lui e Takuto potessero dormire insieme per il resto della loro vita. Ad ogni costo. Dopotutto non voleva e non poteva permettersi di rinunciare a questi momenti che condividevano solo loro due.

Beh, in onore al fatto che fu la prima ship che mi piacque quando scoprii inazuma eleven, la prima one-shot è sulla Takuran! - o Rantaku, idk come preferite chiamarla

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Beh, in onore al fatto che fu la prima ship che mi piacque quando scoprii inazuma eleven, la prima one-shot è sulla Takuran! - o Rantaku, idk come preferite chiamarla

Sinceramente non so neanche io cosa ho scritto. L'idea mi è venuta alle 3 di notte mentre non riuscivo a chiudere occhio, quindi se è venuta una roba banale la colpa la posso dare al mio cervello delirante per la stanchezza.

Anyway, spero che vi sia piaciuto il capitolo e alla prossima!

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