Capitolo 7

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Il medaglione

Impiegarono una settimana intera per arrivare ai confini di Lores. Il viaggio si rivelò più lungo del previsto, aggravato dai tormenti e della raccomandazioni che riecheggiavano nella sua mente. L'uniformità di quelle giornate lente e interminabili venne spezzata quando la carrozza si fermò di colpo, delle voci maschili arrivarono al suo orecchio. «Fermi dove siete, identificatevi!»

Kendra si legò sbrigativamente il mantello sulle spalle, scendendo soltanto quando un uomo della sua scorta bussò alla porta. Da lì in poi avrebbero dovuto proseguire a piedi.

Centinaia di tende erano allestite e parevano formare una piccola città. Attorno al campo si ergeva un muro di assi di legno, tagliate e appuntite.
Gli sguardi curiosi degli uomini la intimidirono, ma tentò ugualmente di darsi un regale contegno: quei soldati erano abituati a ben altre presenze femminili, non era quotidiana l'apparizione di una donna di alto rango.
Nel viaggio Kendra era accompagnata da tre Cavalieri d'Ambra: ser Almak, ser Vindur e lord Eramis. Quest'ultimo era lì per aiutarla nel contrattare l'alleanza, per consigliarla e fare in modo che non venisse ingannata. Vennero accolti da uno dei capitani dell'avamposto, Almak illustrò all'uomo la loro situazione e che sarebbero ripartiti il mattino dopo.

Verso sera la principessa fece convocare Almak.

L'uomo raggiunse la tenda che avrebbe ospitato Kendra, la trovò seduta a un tavolo, intenta a scrivere una lettera. «Mi avete fatto chiamare?»

Lei si alzò e rimase ferma a guardarlo. «Vorrei che tu la smettessi di trattarmi così» pronunciò chiaramente.

Lui corrugò le sopracciglia. «Non riesco a capire»

«Invece capisci molto bene! Da quando Sven mi ha affidato questo compito fai fatica a rivolgermi la parola, mi tratti come un'estranea, ignori ogni cosa che faccio! Ormai siamo partiti, tra quattro settimane saremo nella capitale di Calien... vorrai mantenere questo comportamento per tutto il tempo?» Era stufa di quell'atteggiamento. Vedere Feroz così spaventato l'aveva solo infastidita: per più di un mese lui non le aveva parlato, ignorandola completamente, assumendo il comportamento che le riservava quando ancora tra i due non vi era nessuna relazione. E solo alla fine, al momento della sua partenza, si mostrava preoccupato?

Vedere anche Almak voltarle le spalle in quel modo non l'aiutava affatto. «So che sei preoccupato, lo sono anch'io. Credi che io non abbia paura dell'alba? Sarà la prima volta che uscirò fuori da Lores da quando siamo scappati da casa... e invece di aiutarmi mi tratti come se fosse colpa mia. Nonostante sia accompagnata da dieci persone, mi sento sola in questo viaggio. Io comprendo che tu abbia paura, ma non è una scusa per trattarmi in questo modo» tentò di darsi un contegno, ma dentro sentiva che avrebbe potuto cominciare a piangere da un momento all'altro.

Almak rimase in silenzio, la principessa si era alzata per avvicinarsi a lui. Provò a intercettare nel suo visto una qualche espressione, aveva fatto bene a riprenderlo così? 

Lui sorrise scuotendo la testa. «Avete ragione Altezza, la paura mi ha offuscato la mente e la vista, non mi ero accorto di starvi arrecando tanto disagio. Potrete perdonarmi per questo mio gesto?»

Sulle labbra della ragazza si aprì uno splendido sorriso, finalmente davanti a sé aveva di nuovo l'uomo che conosceva bene. «Certo capitano, ora puoi andare»

La mattina seguente Kendra venne svegliata molto presto, e dopo essersi vestita, si diresse al limite del campo dove già l'attendevano i tre Cavalieri d'Ambra e gli altri sette uomini.

«Buongiorno Altezza, ho una notizia» Almak teneva per le redini Conan. «Ci hanno informato che non è consigliabile attraversare il territorio che ci divide da Calien con una carrozza, attirerebbe troppo l'attenzione. Dovrete procedere come noi a cavallo»

Le Cronache di Mizar - il diario di MerakDove le storie prendono vita. Scoprilo ora