Desya
Il pugno calò ancora una volta sul volto di Adrian. Il ragazzo aveva il viso tumefatto: era una maschera di lividi e tagli, gli occhi gonfi e violacei, faceva persino fatica a vedere.
Leib lo osservò crollare a terra con il suo respiro affannato, non riusciva a muoversi dai calci che il capitano gli aveva sferrato alle costole. Adrian sputò a terra, sporcando il pavimento di sangue. «Che figlio di puttana!» Ringhiò Leib, facendo segno ai due Cacciatori del Corvo di sollevarlo.
Adrian venne preso per le ascelle e costretto in ginocchio, Leib si protese e gli afferrò il viso. «Ti rendi conto di quello che hai fatto? Per colpa tua abbiamo perso l'occasione di mostrare al re il nostro valore! Per colpa tua abbiamo disubbidito a un suo ordine! Per colpa tua adesso verrò declassato o addirittura ucciso per non aver portato a termine la missione!» E gli sferrò un pugno allo stomaco.
Dopo la fuga dei prigionieri, i Radiani erano rientrati all'accampamento a Barmin. Il dubbio su come avessero fatto a sfuggire lo aveva tormentato, fino a quando il ricordo di aver affidato le chiavi delle manette ad Adrian non era tornato.
«Forse sono stato io un'idiota» si fermò di scatto Leib, prendendo poi una caraffa e versandosi del vino. «Avrei dovuto immaginare che tu li avresti aiutati: hai sempre avuto un debole per quelle bestie, la sofferenza nei tuoi occhi era lampante» gli occhi acquosi di Leib parvero indemoniarsi: l'alcol gli stava dando alla testa e non ragionava più lucidamente. Infatti, come gesto di disprezzo, lanciò sul volto di Adrian il vino che aveva nel bicchiere, per poi versarsene dell'altro.
La bevanda fece bruciare terribilmente le ferite, Adrian strinse forte gli occhi. «E tutto questo per cosa?» Proseguì Leib afferrandogli il volto, sputandogli in faccia. «Per difendere il ricordo di tua sorella? Sei solo patetico!» Tuonò, le sue grida erano così forti da poter essere udite da tutto il campo.
Adrian non replicò, sarebbe stato inutile. Era disgustato nel vedere come quell'uomo stesse perdendo la testa, rendendosi ridicolo davanti ai suoi stessi sottoposti.Leib tirò un forte sospiro, cercando di riprendere il controllo di se stesso e riacquisire un po' di contegno. «Ma non importa, non più ormai» continuò. «Lei è al sicuro chissà dove, non potremo più fare niente per riprenderla. E tutto questo grazie a te. Ed è proprio per questo che io, Leib Darlig, capitano del reggimento Nord dei Cacciatori del Corvo, ti condanno a morte per decapitazione» il ragazzo chiuse gli occhi. Non c'era niente che potesse fare per evitare di subire quella condanna. «Portatelo in prigione, domattina procederemo con l'esecuzione» e venne trascinato via.
La voce del tradimento di Adrian si era sparsa molto velocemente, suscitando odio e disprezzo nei ranghi dei Cacciatori del Corvo. Erano stati sul punto di linciarlo vivo se non fosse stato per Leib, che aveva deciso di interrogarlo privatamente. Il tradimento era un atto inaccettabile tra i Cacciatori del Corvo, nessuna ragione giustificava un gesto simile. E la pena per un errore affine era la morte.
Le prigioni non erano altro che una piccola capanna di legno con due stanze chiuse da sbarre. Adrian venne trascinato dentro la baracca e gettato dietro le sbarre, rotolando sulla paglia sporca di escrementi e sangue.
«Bastardo di un traditore» la guardia sputò addosso al ragazzo, per poi allontanarsi con l'altro soldato.Adrian strisciò e si appoggiò al muro con la schiena, cercando di ignorare il dolore al volto e la puzza di feci che impregnava i suoi vestiti. Che idiota era stato nell'aiutare quella ragazza. Adesso stava per essere ucciso per colpa sua, se soltanto lei non gli avesse detto quelle parole...
Ma chi voleva prendere in giro? Se voleva dare la colpa a qualcuno, poteva darla solo a se stesso. Era sempre stato un debole, incapace di essere uguale agli altri Radiani e forse in tutta Mizar, l'unico a compatire il modo in cui i maghi venivano trattati. Conosceva il motivo di quella sua pietà nei loro confronti, e gli era impossibile combatterlo.
STAI LEGGENDO
Le Cronache di Mizar - il diario di Merak
Fantasy[LIBRO 1] In un mondo caratterizzato dalla magia, le persone senza poteri regnano sovrane. Sul trono di Mizar siede Nair, figlio di Erunir Iguen, che ha conquistato la corona dopo una guerra sanguinosa, togliendo i regni ai legittimi sovrani, distru...