Capitolo 18
JACOB'S POV
Come ogni mattina ormai da un mese mi risvegliai nella mia grandiosa dimora affascinato dai primi raggi solari che inondavano la mia camera passando dai vetri delle enormi finestre. Mi alzai velocemente, ogni giorno speravo di trovare finalmente mio fratello sul campo di battaglia, convivere con quella profezia era ormai diventato insostenibile.
Sempre più persone svanivano nel nulla e ormai anche tra le file vampiriche, che fino ad adesso erano state tenute all'oscuro di tutto, iniziava a vociferarsi di questa profezia facendomi perdere il consenso della maggior parte del popolo e questo, per far avverare il mio piano, non doveva accadere.
Una volta indossati i miei soliti abiti rossi mi mossi verso il bagno per sciacquarmi la faccia, in modo da svegliarmi, e come ogni mattina si ripeté la scena: nel riflesso del mio specchio non appariva più la mia immagine ma il volto di mio nonno Lucius e di mio padre Viitor insieme alle vittime che mietevo giorno dopo giorno a rimproverarmi per il mio operato.
Appena quelle immagini apparivano nella mia testa le scacciavo allontanandomi dal bagno, cercando di concentrarmi su qualsiasi dettaglio nella mia stanza in modo da non pensare a quello che vedevo. Una volta schiarite le idee mi mossi nella stanza in cui erano riposte le mie armi e le sacche di sangue con cui mi nutrivo.
Subito ne afferrai una e la strinsi nel mio pugno in modo da farmi scivolare quello squisito liquido rosso nella gola. Gettai immediatamente dopo l'involucro in plastica, ormai vuoto e stropicciato, al terreno per poi afferrare la mia amata Lykodes. Ero finalmente pronto, come ogni giorno.
Ormai da un mese la routine era la solita e non ne potevo più di uccidere Lycan e Maghi nell'attesa di mio fratello. In cuor mio sapevo che la colpa di quelle morti era da attribuire a Connor ed alla sua codardia, non a me.
Certo, anche io avevo sacrificato molto per arrivare al mio obiettivo ma doveva smetterla, non poteva lasciar perire tutti i membri della sua razza solo per la sua paura di uscirne sconfitto. Anche se fosse morto in seguito all'esplosione, quei codardi dei suoi "amici" dovevano arrivare, sfidarmi e morire sul campo di battaglia.
Scesi rapidamente la scalinata per poi dirigermi a velocità vampirica verso la valle della creazione in modo da prendere parte alla battaglia, sperando nella comparsa di Connor. Non ci volle molto ma appena arrivai il mio sguardo venne subito catturato ed un sorriso sadico apparve sul mio volto.
Riuscii a scrutare da un'altura tre persone nella mischia della battaglia che uccidevano chiunque gli capitasse sotto tiro. Un vampiro mi si avvicinò indicandomi esattamente le tre figure che stavo osservando ma anticipai le sue parole dicendo:
-Si, sono loro!-
Scesi rapidamente con un balzo atterrando con una capriola esattamente dove si trovavano i tre individui scrutandoli con cura. Il mio istinto aveva ragione, erano esattamente loro. Mi avvicinai lentamente tenendo in avanti la mano libera mentre nell'altra impugnavo con forza la mia Lykodes. Non appena fui abbastanza vicino iniziai gridando:
-VAMPIRI, LYCANS, MAGHI!-
Lo urlai a gran voce in modo da fermare per qualche istante la battaglia e da attirare l'attenzione delle razze sulla mia voce. Feci un giro su me stesso cercando di irritare con i miei modi da superiore quell'ingrato di mio fratello prima di riprendere il mio discorso:
-IL CODARDO CHE HA CAUSATO QUESTA GUERRA E' QUI ED OGGI...OGGI FINIRA' TUTTO!-
Sotto il grido di felicità della folla assunsi una posizione difensiva lasciando il primo attacco al trio dei rinnegati. Sapevo che nel caso in cui mi avessero attaccato insieme gli altri Vampiri sarebbero intervenuti immediatamente e quindi questo non mi preoccupava.
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Una battaglia solitaria (Completata&Corretta)
FantasyJuras, pianeta abitato da Lycan, Vampiri e Maghi che si scontrano tra di loro in guerre sanguinolente, assaliti dall'odio. Un vecchio manoscritto che narra una delle più grandi battaglie protagoniste di quel pianeta è finalmente venuto alla luce. La...