Una battaglia solitaria (Completata&Corretta)

Viitor Mortem

Capitolo 15

JACOB'S POV

Dopo essere stato colpito dal calcio di Connor venni scaraventato giù dal monte. Durante gli attimi della caduta ripensavo a quanto tutto quello fosse strano, a quanto fossi accecato dalla mia stessa rabbia a causa delle parole di mio padre. Inoltre ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che fosse venuto al sepolcro da solo.

Sapevo perfettamente quanto fosse stupido mio fratello ma di certo non era un incosciente. Era al corrente dei rischi che correva, sapeva che la sua mossa strategica era banale e facilmente prevedibile. Non riuscivo a capire il perché fosse lì senza i suoi rinforzi. L'unica spiegazione che riuscii a darmi era data dal fatto che probabilmente non voleva affrontarmi quel giorno.

"E' patetico.", pensai tra me e me. Ero arrivato fino a lì per ucciderlo e non avrei permesso a niente e nessuno di mettersi tra me e lui, nemmeno a nostro padre. Pochi istanti prima di schiantarmi contro il suolo avviai il meccanismo sovrannaturale di trasformazione. Rapidamente spuntarono dalla mia schiena le ali, seguite da artigli, zanne e squame che ricoprivano il mio corpo.

Subito presi a volare raggiungendo a grande velocità la cima mentre la mia mano squamata reggeva la Lykodes. Finalmente riatterrai sul prato insanguinato che dominava il terreno di quella montagna. La scena che vidi fu abbastanza insolita. Non avevo mai visto mio fratello in lacrime. "Sa bene che è arrivato il suo momento". Ero convinto che si fosse finalmente lasciato persuadere e che fosse pronto per la battaglia.

Un enorme sorriso spuntò sul mio volto. Nonostante il tradimento di Viitor il mio piano stava per essere compiuto. Dalla loro avevano la superiorità numerica ma nostro padre era ferito alla gamba mentre Connor era visibilmente distrutto emotivamente e questo lo avrebbe portato alla fine. Non vedevo l'ora.

Il mio sorriso però dovette capovolgersi quando vidi mio fratello iniziare a correre verso la struttura. Ero praticamente paralizzato da quell'azione e l'unica cosa che riuscii a fare fu un enorme sibilio rivolto nella sua direzione. Non potevo credere che Connor, la persona più sentimentale che conoscessi su quel pianeta stava sacrificando suo padre per il suo scopo.

Questo ragionamento mi fece perdere alcuni secondi preziosi, di fatti, a nulla servì il mio volo per inseguirlo. Riuscì a chiudere l'enorme porta un istante prima che riuscissi a raggiungerlo. Strinsi i pugni nelle mani con una forza tale da permettere ai miei stessi artigli di lacerarmi la carne del palmo della mano.

Sapevo che in quelle condizioni, con tutta la rabbia che mi stava pervadendo il fisico, la forma alare avrebbe giocato a mio svantaggio. Così iniziai il processo di trasformazione tornando in forma umana. La presenza dello sguardo di mio padre, fisso sulla mia persona stava iniziando a darmi sui nervi.

Con la coda dell'occhio riuscii a notare la sua posizione: una gamba avanti ed una indietro mentre impugnava con ambedue le mani lo spadone all'altezza dello sterno. Sbuffai, quello scontro era totalmente inutile, sia io che mio padre sapevamo chi ne sarebbe uscito come vincitore così cominciai:

-Davvero vuoi fare la stessa fine di Lucius?-

Appena quella frase uscì dalla mia bocca me ne pentì, non riuscivo a credere di averla pronunciata. Questo significava che finalmente, dopo svariati tentativi, ero riuscito a perdere l'ultimo briciolo di umanità tagliando via ogni legame con le persone che conoscevo. Ero finalmente pronto a diventare il tiranno di Juras grazie al quale la pace sarebbe diventata eterna.

Mossi qualche passo in avanti mentre roteavo la Lykodes in una sola mano fino ad arrestare la mia avanzata puntando la lama verso la figura di mio padre. Quest'ultimo non tardò a far arrivare la sua risposta rimanendo fermo, nella stessa posizione che aveva prima: