Rosso (parte 2)

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Un tuono squarciò il cielo e per un attimo il lampo illuminò l'ambiente in penombra. Non che ne avesse bisogno, sapeva bene come orientarsi tra le ombre, lo avevano accompagnato e circondato per così tanto tempo da portarlo a credere che fossero serpeggiate dentro di lui fino ad intossicarlo. Avanzò lentamente, salì ogni gradino con innaturale calma diviso tra il bisogno di convincersi di non provare più nulla e quello di ritardare ciò che avrebbe visto e lo avrebbe ucciso. La sua lentezza però non gli impedì di trovarsi di fronte alla porta della stanza in cui tanto temeva entrare, aveva solo prolungato l'agonia. Come se fosse stato qualcun altro ad impartire l'ordine alzò un braccio, appoggiò la mano sul pomello e lo girò. La porta si aprì con un sinistro cigolio, nella stanza aleggiava un senso di morte. Senza indugiare entrò sapendo che quando ne sarebbe uscito non sarebbe stato più lo stesso. Si sentiva come se il filo su cui era stato in precario equilibrio per tutto quel tempo fosse in procinto di rompersi. Sapeva che era solo questione di tempo, quando il filo si sarebbe spezzato allora ci sarebbe stato solo il vuoto e un rapido precipitare. Era pronto alla morte, si rese conto con inaspettata calma, desiderava solo che il dolore e il tormento cessassero. L'unica ragione per cui aveva continuato a vivere era stato quel fragile filo ma ora non avrebbe avuto più neanche quello. Non ebbe il coraggio di guardare il letto mentre attraversava la camera e si accostava alla finestra accanto ad esso. Il cielo plumbeo era ricoperto di nuvole che minacciavano di piovere da un momento all'altro e su ogni cosa era scesa un'ombra.

Un'ombra di morte.

<< Draco>> sussurrò debolmente la sua voce cui lui rifiutò di rispondere. "Ti prego", pensò con disperazione chiudendo gli occhi, "non voglio vedere, non costringermi a vedere". Una mano però gli toccò e strinse il braccio gentilmente e con un sussulto contro la  propria volontà puntò lo sguardo sul letto. Tutta la freddezza e la calma di cui si era armato con così grande cura si dissolsero in un attimo. Un lamento gli scappò involontariamente dalle labbra e il respiro si fece affannoso.

Non era pronto alla morte.

<< Draco>> ripeté con infinita tristezza e pena sua madre. << Siediti>> gli sussurrò facendogli con fatica spazio sul letto.

Si sedette a malapena consapevole dell'azione appena compiuta avendo dedicato tutta l'attenzione al viso della madre, deperito e sofferente, che non riusciva più a rassicurarlo come quando era bambino. Adesso vedeva solo la fine, la loro fine e il mondo gli crollò definitivamente addosso. Un dolore sordo gli colpì il petto, la disperazione e il panico lo soffocarono.

<< Non mi lasciare>> la supplicò con voce rotta mentre le lacrime cominciarono a rigargli le guance con il cuore che sembrava voler uscire dal petto. L'abbracciò e vi si aggrappò come se volesse impedirle di scappare da lui, dalla vita. Si sentì accarezzare i capelli amorevolmente e comprese che lo stava facendo per provare a calmarlo e confortarlo ma se possibile quel gesto peggiorò le cose perché quella carezza sapeva tanto di un addio.

<< Draco>> lo chiamò ancora assaporando il nome del figlio << Dopo che me ne andrò...>> esordì.

<< No, no io troverò un modo!>> le disse tornando ad essere combattivo e abbandonando la rassegnazione di qualche minuto prima, tremante e scosso dai singhiozzi.

<< ...voglio che tu non ti chiuda alla vita>> continuò con apprensione. << Non sarai solo, Hermione ti aiuterà ne sono certa. Lo vedo...>> si interruppe  per tossire << lo vedo come ti guarda, ti vuole bene. Ti prego, non rifiutare il suo aiuto. Promettimelo>> concluse con voce roca ed un tono di urgenza. << Draco guardami>> quasi lo supplicò e nell'udire quel tono di voce obbedì e alzò la testa<< Ti prego promettimi che ti farai aiutare>> gli chiese con gli occhi lucidi mentre gli stringeva le braccia.

Il filo rosso del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora