Il respiro era affannoso, il sudore freddo le colava lungo la schiena facendola rabbrividire e gli occhi spalancati cercavano di penetrare la fitta oscurità che la circondava. Conosceva ogni singolo oggetto presente in quella stanza eppure non riusciva a scorgere il contorno nemmeno di un mobile. L'oscurità le era alleata, lo sapeva bene, ma non poteva fare a meno di sentirsi vulnerabile e terrorizzata. Ogni nervo del suo corpo era teso fino allo spasmo pronto a scattare e il cuore sembrava prossimo ad uscirle dal petto. Avanzò il più silenziosamente possibile portando avanti le mani con cautela per orientarsi e trovare la via d'uscita. Trattenne lacrime di paura e il suo respiro sempre più rumoroso consapevole che l'oscurità non l'avrebbe protetta a lungo e che un solo suono rivelatore della sua presenza le sarebbe stato fatale. Aveva appena trovato il letto a baldacchino quando un rumore di passi la fece bloccare.
<< Sanguesporco>> cantilenò piano lentamente con sinistra dolcezza la sua voce che le fece venire la pelle d'oca e la congelò di colpo con il cuore in gola. << Dove sei?>> chiese facendola tremare e pregare di non essere trovata. Il rumore dei passi di colpo cessò e passarono minuti di assoluto silenzio. Il suo corpo si irrigidì nell'agonia dell'attesa e la sua mente cominciò a immaginare tutte le cose terribili che le avrebbe fatto. Si vide morire lentamente in una pozza di sangue dopo un'agonia di ore o impazzire a causa della maledizione cruciatus. A quell'ultimo pensiero la fantasia prese il sopravvento e si immaginò al San Mungo folle con gli occhi di tutti pieni di pietà e dolore su di lei. Portò una mano alla bocca per soffocare un ansito per il panico mentre le lacrime silenziose le bagnavano il viso. Il suono dei passi tornò molto più vicino adesso facendola sobbalzare. I peli le si rizzarono sulla nuca e la bile le salì prepotentemente in gola. Era nella stanza con lei. << Esci fuori o vengo a prenderti io!>> gridò rabbiosamente la voce ora imperiosa, minacciosa che trasudava odio. Le orecchie fischiavano e la testa le pulsava mentre il panico la paralizzava e le toglieva il respiro. Ogni parte del suo corpo la spingeva a trovare una via di fuga ma non aveva più il coraggio di muoversi e rischiare di essere scoperta. "Draco! Draco! Aiutami!" ripeté il suo nome nella sua mente con disperazione, mentre stringeva con forza le coperte del baldacchino, come se il solo chiamarlo fosse sufficiente per farlo apparire accanto a lei per proteggerla. Si sentiva priva di forze e troppo debole per lottare eppure bastò pensare a lui, al suo sorriso, ai suoi baci, ai suoi occhi per reagire. Non poteva e non voleva abbandonarlo, gliel'aveva promesso e lei manteneva sempre le promesse. Impugnò la bacchetta e fece un respiro profondo. Forse c'era ancora una possibilità. Forse se fosse stata abbastanza veloce... Non c'era più tempo per pensare. Calcolò rapidamente la posizione della porta e corse contro di essa con uno scatto agendo d'impulso. Per la foga del movimento il pomello le si conficcò nelle costole e represse un lamento di dolore. In un attimo, prima che potesse aprirla, il proprio corpo vi fu schiacciato contro dal suo e urlò colta alla sprovvista dalla presa violenta e dolorosa sui suoi capelli che le fece reclinare il capo all'indietro. Sentendo l'adrenalina scorrere raggiunse velocemente con una mano il pomello e aprì la porta sbilanciando entrambi in avanti. Approfittando del suo momentaneo vantaggio con un incantesimo non verbale e un movimento rapido del polso lanciò uno schiantesimo contro il suo aggressore. Non riuscì a colpirlo ma il tempo che egli impiegò per respingere lo schiantesimo fu abbastanza per chiudersi la porta alle spalle, gettandovisi contro con il peso del suo corpo, e sigillarla con un incantesimo. Respirando a malapena, conscia che il pericolo non era stato ancora sventato, attraversò il corridoio correndo cogliendo con la coda dell'occhio il quadro di Narcissa Malfoy. Raggiunse la scala monumentale e pensò rapidamente a dove nascondersi guardandosi freneticamente intorno. Aveva appena deciso di scendere al piano inferiore quando però un urlo improvviso squarciò il silenzio facendola sussultare e mozzandole il respiro. Girò la testa di scatto con ancora il petto che si alzava e abbassava rapidamente per la paura e rimase in ascolto dimenticando la corsa di qualche attimo prima. La porta che aveva chiuso nel frattempo si spalancò con violenza ma non si mosse ormai paralizzata da quel richiamo agghiacciante e terribilmente familiare. Un orribile presentimento iniziò a serpeggiare in lei. Si guardò freneticamente attorno per trovarne la fonte mentre cercava di riconoscere la voce. Non apparteneva al suo aggressore, ne era certa perché riconobbe quel tipo di grida, raccapriccianti, intervallate a singhiozzi, disperate, piene di dolore, le stesse che una volta aveva emesso lei stessa. Qualcuno stava subendo una tortura. Le urla sempre più acute rimbombarono per tutto il Manor e le orecchie si riempirono del suono dei suoi singhiozzi sempre più striduli. Singhiozzi che, si rese conto con un brivido, conosceva fin troppo bene. Un braccio rotto e un'aureola bionda creata dai suoi capelli sul terreno umido le balenarono in mente e dimenticò come si facesse a respirare.
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Il filo rosso del destino
FantasiaSono passati tre anni dalla fine della Guerra Magica. L'eroina del mondo magico viene colpita un giorno da un incantesimo di magia oscura che, come primo effetto, le fa perdere la memoria di quei tre anni e dei suoi avvenimenti più importanti tra cu...