Rosso.
Draco aveva sempre odiato il rosso.Non l’aveva mai associato a se stesso ritenendolo troppo pacchiano, ben lontano dal concetto di eleganza e buon gusto che invece il verde, il grigio e il nero rappresentavano alla perfezione. Eppure, nonostante ora avesse una ragione in più per detestare il rosso, quel colore fu l’unico che in quel momento gli venne in mente quando vide la scena che si stava svolgendo davanti a lui.
Rosso di ira. Rosso di umiliazione. Rosso di dolore.
In quel mare irruento di rosso si sentì naufragare e soffocare perdendo contatto con la realtà. La testa prese a pulsargli, la vista gli si annebbiò e senza neanche rendersene conto avanzò di qualche passo attirando l’attenzione di uno solo dei tre Grifondoro.
<< Malfoy>> si contraddistinse d’un tratto una voce in quel mare di nulla facendo scoppiare involontariamente la bolla da cui Draco era circondato.
Il Serpeverde annaspò per qualche attimo prendendo aria, rendendosi conto solo in quel momento di aver trattenuto il respiro a lungo. Si guardò attorno mentre allentava il nodo della cravatta con una mano tremante. Hermione e Ron continuavano a parlare e non sembravano essersi accorti di lui mentre invece Potter pareva essere sparito. Sussultò quando realizzò di avere davanti a sé il Grifondoro che gli stringeva con forza il polso. Draco abbassò lo sguardo infastidito e stizzito sulla sua mano e impallidì quando comprese il motivo di quel gesto.
<< Malfoy, abbassa la bacchetta>> gli ordinò Harry e nel sentire quelle parole con furia Draco rialzò lo sguardo per puntarlo con grande disprezzo e odio sul suo combattivo. Si rifiutò di abbassare la bacchetta e la sua ira alla fine esplose riversandosi sul Grifondoro.
<< Come osi? Come osi darmi ordini in casa mia?>> sibilò sgranando gli occhi pervaso da un’ira tale da fargli tremare le mani. Harry non l’aveva mai visto così fuori di sé, sconvolto e non escluse che avrebbe potuto attaccarlo da un momento all’altro. Se fosse stato un semplice babbano o se non avesse affrontato di peggio in tutta la sua vita lo sguardo del biondo l’avrebbe terrorizzato a morte. D’istinto si tastò con cautela la tasca in cui portava la bacchetta<< Andate via e non tornate più>> ordinò con tono freddo e minaccioso.
<< Malfoy, parlerò io con Ron ma non puoi vietarci di…>> provò il Grifondoro a farlo ragionare usando un tono combattivo ma anche più accondiscendente. Draco di colpo notò il cambiamento del suo tono di voce e lesse il dispiacere e la preoccupazione nel suo sguardo. Il Serpeverde conosceva il motivo della sua apprensione, sapeva che Potter temeva di non poter più vedere Hermione a causa sua e faceva bene, pensò Draco, ad avere paura perché loro due non avrebbero mai più messo piede in casa sua e non c’era nulla che potesse impedirgli di fare una cosa del genere. Quella consapevolezza lo fece sentire potente e l’idea di potersi vendicare diede sollievo al suo dolore.
<< Con quale coraggio…>> esordì e si odiò quando gli si spezzò la voce << Con quale coraggio dopo quello che è appena successo vieni qui a pretendere? Io non posso? Io posso eccome! Avevamo fatto un patto e io lo sto rispettando a differenza tua. Quindi quella è la porta>> concluse abbassando infine la bacchetta ed Harry, al contrario di ciò che aveva pensato pochi attimi prima, desiderò che non l’avesse fatto poiché quello fu il gesto inequivocabile che nulla avrebbe potuto fargli più cambiare decisione.
<< D’accordo, ha sbagliato ma…>> riprovò Harry non riuscendo a rassegnarsi.
<< Hai sentito ciò che ho detto, non amo ripetermi>> ribatté il biondo imperturbabile, irremovibile e quella calma e quel controllo furono peggiori della rabbia che l’aveva pervaso fino a qualche attimo prima.
<< Maledizione, Malfoy! Almeno permetti solo a me di vederla, Hermione ne ha bisogno! Non fare di nuovo lo stesso errore>> ribatté Harry sperando che il Serpeverde capisse e si addolcisse nel nominare la sua amica.
Draco fece un respiro profondo e sospirò. Si sentì svuotato, terribilmente stanco, avvertì la rabbia scemare e rimase in silenzio per riflettere. Nuovamente era bastato sentire il nome della Grifondoro per cambiare i suoi propositi e le sue decisioni, se la situazione continuava così sarebbe diventato matto. Scese a compromessi con se stesso e alla fine giunse ad una conclusione con grande fatica. << D’accordo ma solo tu, Lenticchia non lo voglio più vedere, ti è chiaro? Se provi a farlo venire qui il Manor sarà chiuso anche per te>> rispose pensando che nonostante l’idea non lo facesse impazzire il benessere di Hermione venisse prima.
<< Non verrà a meno che non me lo chieda tu>> promise Harry e lo salutò con un cenno del capo. Gli voltò le spalle non prima però di lanciargli uno sguardo che Draco colse all’istante. Era l’espressione di chi non si arrendeva, di chi avrebbe trovato comunque una soluzione a quella restrizione. Non è finita qui, ecco cosa dicevano i suoi occhi verdi.
Hermione si sentiva frastornata e confusa mentre fissava le proprie mani strette da quelle del suo migliore amico. Aveva ascoltato con attenzione il suo racconto su come si fossero messi insieme e sul loro primo bacio durante la guerra ma se da una parte conoscere una parte del suo passato l’aveva rincuorata da un’altra una strana inquietudine si era impossessata di lei. Forse era il timore di non essere all’altezza dell’aspettativa ora che non sapeva come si fosse evoluto il loro rapporto, ipotizzò. Avrebbe dovuto baciarlo o comportarsi come sempre? Ma soprattutto cosa provava esattamente per lui?
<< Ron>> esordì guardandolo negli occhi chiari non sapendo bene come esprimere ciò che pensava << Io… non so come ti aspetti che io mi comporti adesso>> decise di dire sincera e imbarazzata.
<< Io non voglio assolutamente forzarti, Hermione. Possiamo anche comportarci da amici, sarai tu a dirmi se e quando vorrai qualcosa di più. Io ti aspetterò>> rispose Ron con un sorriso che la tranquillizzò. La riccia lo ringraziò e l’abbracciò con affetto felice che non le avesse messo fretta.
<< Ron>> intervenne Harry cereo in volto << Mi dispiace interrompere ma dobbiamo andare>> continuò guardando Hermione per poi abbracciarla con forza << Ti voglio bene, ci rivedremo>> le sussurrò all’orecchio e la Grifondoro gli lanciò uno sguardo penetrante e sospettoso. Non le piacquero quelle parole, le sembrarono molto simili a delle scuse e per scusarsi voleva dire che era successo qualcosa.
Quando i due amici andarono via Hermione, ancora un po’ scossa, fissò Draco che ricambiava il suo sguardo e si avvicinò a lui. Notò la sua postura rigida, il mento alto e la sua freddezza.
<< È successo qualcosa?>> gli chiese diretta scrutandolo con attenzione ricevendo una risposta negativa. Hermione intuì che stesse solamente mentendo ma decise di non insistere e di scoprire da sola ciò che le stava nascondendo.
La riccia l'osservò e notò con dispiacere la sua freddezza e il suo distacco. Nonostante fossero così vicini da potersi toccare limitandosi a distendere un braccio, la Grifondoro non lo sentì mai così distante come in quel momento.
<< Io direi di iniziare a cercare i libri, non abbiamo molto tempo>> propose Hermione, spezzando il silenzio, ricevendo in risposta un cenno di assenso da parte del Serpeverde.
Aveva avuto ragione Hermione, pensò Draco, non avevano molto tempo. Lo stato della Grifondoro peggiorava ogni giorno sempre di più, le allucinazioni erano aumentate. Nonostante Hermione fosse brava a non far trapelare ciò che vedeva o sentiva il biondo se ne accorgeva quando accadeva osservando il modo frequente in cui fissava un punto della stanza all’improvviso con lo sguardo terrorizzato oppure la maniera in cui si fermava d’un tratto e rimaneva in silenzio come per ascoltare qualcosa. A tradirla contribuivano anche gli scoppi di magia che la riccia tentava invano di controllare.
Draco vedeva come l’incantesimo la stesse consumando lentamente e gradualmente e soffriva nel sentirsi così impotente, nel non poterla aiutare. L’unica cosa che aveva fatto durante tutta quella settimana era stata cercare dappertutto insieme ad Hermione giorno e notte i libri che suo padre era riuscito a nascondere. Esausto dopo un’altra nottata passata a cercare invano i libri il biondo si sedette sul divano e chiuse gli occhi massaggiandosi le tempie.
<< Padrone>> ruppe il silenzio la vocina di Poppy. Draco riaprì gli occhi e fissò l’elfo ai suoi piedi che si stropicciava il tessuto che lo copriva. Era nervoso e il Serpeverde conosceva il motivo: l’elfo domestico era consapevole che l’ospite da annunciare non era molto gradito al suo padrone e temeva di incorrere nella sua ira.
<< Fallo entrare>> rispose solamente sospirando e congedando Poppy che si inchinò, prima di andarsene, così tanto da toccare il pavimento con il naso.
<< Hai una pessima cera stamattina, Malfoy>> fu la prima cosa che disse l’ospite dopo essere entrato nel Manor ed essersi avvicinato a Draco che fece una smorfia infastidita quando vide che l’altro osservava con insistenza la camicia stropicciata.
<< E tu un pessimo tempismo, sempre nel momento sbagliato, eh Potter?>> Harry era già venuto in assenza di Ron diverse volte quella settimana al Manor per stare con Hermione e con grande stupore di Draco la riccia non aveva mai chiesto all’amico il motivo della mancanza del rosso né se n’era lamentata.
<< Perché, ultimamente c’è un momento giusto?>> rispose ironico il moro sedendosi sulla poltrona.
<< Ci sono novità per il Medimago, ne avete trovato uno ?>> chiese Draco cambiando discorso e passandosi una mano tra i capelli per il nervosismo.
<< Ancora no ma ci stiamo lavorando>> rispose Harry vago.
<< Come sarebbe a dire ancora no?!>> esclamò il biondo furioso << Forse voi non avete capito, non c’è più tempo, sta peggiorando!>>
<< Stiamo facendo tutto il possibile per non metterla in pericolo>> ribatté Harry con durezza.
<< Se non sarà l’aggressore a ucciderla a questo penserà l’incantesimo, per Salazar! Ha bisogno di una cura! Tu vieni qui, le parli solo per qualche ora e non ti sembra così peggiorata perché è brava a nascondere tutto ma io vedo la sua sofferenza, le allucinazioni e gli incubi che non le danno mai tregua, sembra che da un momento all’altro possa uscire di senno! Sono giorni che cerchiamo dei libri di magia oscura, che aveva la mia famiglia qui in casa prima della venuta del Signore Oscuro, per arrivare almeno ad una soluzione, un contro incantesimo ma non abbiamo trovato nulla! Capisci? Nulla!>> si sfogò Draco angosciato.
<< Cosa pensi? Che non sia consapevole di come stia Hermione? Io farei di tutto per lei!>> si difese Harry offeso.
<< E allora perché non le hai ancora procurato un Medimago? E non venirmi a raccontare di nuovo la scusa della sicurezza>> ribatté Draco che non aveva creduto nemmeno ad una parola.
<< Perché abbiamo scoperto che il Medimago, che era sparito, collaborava con un Mangiamorte!>> sbottò Harry facendo mozzare il fiato e impallidire Draco.
<< Che cosa hai detto?>> chiese con la voce che gli tremava << Io sono sicuro che non aveva…>> concluse con la voce ridotta ad un sussurro guardandosi per un attimo il braccio sinistro.
<< Non aveva il marchio ma so che collaborava con uno di loro, anche se non di sua volontà. Deve essere stato ricattato in qualche modo perché è stato costretto a stringere un Voto Infrangibile, me l’ha detto lui stesso>> rispose Harry con sguardo duro e pieno di dolore.
<< Come fai ad essere certo di tutto questo?>> chiese Draco stringendo convulsamente il bracciolo del divano.
<< Sono riuscito a rintracciarlo giorni fa, ciò che mi avevi raccontato mi ha insospettito e allora ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare. L’ho costretto a bere del Veritaserum e queste sono le uniche informazioni che sono riuscito a strappargli prima che il Voto Infrangibile lo uccidesse>> rispose Harry e tra i due calò il silenzio.
Draco sembrava sul punto di vomitare ed Harry provò compassione per lui. << Non è colpa tua, non potevi saperlo>>
<< Lui l’ha vista sveglia, sa tutto, avrà già detto tutto al Mangiamorte. Come ho fatto a non capirlo?>> si disperò torturandosi le mani.
<< Il Manor è protetto, non credo sarà così facile raggiungere Hermione>> provò a calmarlo anche lui pallido in volto << Ma capisci bene perché io non posso più fare l’azzardo di fare entrare estranei qui>>
Draco stava per ribattere quando la voce di Hermione lo bloccò. << Harry! Non pensavo che ti avrei rivisto cosi presto!>> esclamò con un sorriso, felice di vederlo, scendendo i gradini della scala marmorea per andargli incontro. Harry notò le profonde occhiaie e quanto fosse dimagrita.
<< È una cosa positiva o negativa?>> scherzò Harry rivolgendole un radioso sorriso.
<< Positiva ovviamente, che domande!>> rispose Hermione sorridendo anche lei prima di abbracciarlo. << Comunque sei capitato proprio al momento giusto>>
<< Visto?>> disse Harry rivolto a Draco, che ignorò la frecciatina, riferendosi a ciò che gli aveva risposto il biondo all’inizio della conversazione. << Perché al momento giusto?>> le chiese curioso.
<< Perché volevo avanzare una proposta… Avevo… ecco… avevo pensato che sarebbe carino passare il Natale tutti insieme visto che la vigilia si avvicina. E poi è da un po’ che non vedo Ron e anche la sua famiglia>> propose Hermione guardando di sottecchi Harry e Draco. Quella era la prima volta per il biondo in cui sentiva parlare del rosso da parte della riccia durante quella settimana. Harry era riuscito a non fare venire con sé l’amico convincendolo a lasciare ad Hermione un po’ di spazio e tempo per riflettere ed effettivamente, seppur involontariamente, si rese conto di aver compreso bene l’amica che non aveva chiesto molto di Ron. Adesso però sembrava pronta ad affrontare la situazione. Il Grifondoro non rispose alla proposta della riccia guardando Draco per sentire cosa avesse da dire.
Dopo settimane di lotta Draco si arrese e si rassegnò, era stanco di vedere ogni suo sforzo diventare vano sotto ogni punto di vista. Per quanto ci avesse provato con tutto se stesso aveva fallito in tutto: nel fare innamorare di nuovo di sé Hermione, di proteggerla dal suo aggressore, di trovare i libri che forse contenevano la soluzione. << D’accordo, potete venire qui per Natale, tu e la famiglia Weasley insieme a Lenticchia>> rispose Draco perciò guardando Harry che ricambiò lo sguardo esterrefatto seguito dall’amica.
<< Dici davvero?>> chiesero in coro increduli e felici per quella risposta.
<< Dico davvero>> disse il biondo con stanchezza abbassando lo sguardo.
<< Io non so veramente come ringraziarti!>> esclamò la Grifondoro abbracciandolo. Draco ricambiò la stretta, immerse il viso e le mani tra i suoi capelli e chiuse gli occhi approfittando di quel momento per poter avere un contatto con lei. Si sentiva terribilmente solo e affamato del suo amore.
Dopo un tempo che sembrò infinito Hermione si staccò e si rialzò in piedi, fece qualche passo indietro ma nel retrocedere il piede inciampò contro il bordo del tappeto. Harry la prese in tempo, grazie ai suoi riflessi sviluppati dall’allenamento, evitandole la caduta. Di colpo quell’incidente le ricordò un altro momento in cui era inciampata tempo prima e tutto le fu chiaro.
<< Che succede?>> le chiese allarmato Draco alzandosi dal divano e prendendole il viso tra le mani notando che era rimasta ferma a fissare il pavimento.
<< Ho capito>> sussurrò la Grifondoro<< Ho capito dove si trovano i libri!>> ripeté guardando negli occhi Draco e posando le mani sulle sue spalle.
<< Come hai fatto a capirlo? Dove sono i libri?>> chiese Draco incredulo e speranzoso.
<< I libri sono in biblioteca>> rispose sicura Hermione.
<< Abbiamo già cercato in biblioteca e non abbiamo trovato nulla>> ribatté Draco deluso dalla risposta della riccia.
<< No, non capisci, si trova sotto la biblioteca. Qualche settimana fa ho urtato qualcosa sul pavimento e ora che ci penso l’unica spiegazione plausibile è che ci sia qualche lastra spostata in fuori!>> spiegò mentre lo tratteneva affondando le dita sulle sue spalle.
<< Non smetti mai di stupirmi! Non perdiamo altro tempo, andiamo a vedere!>> esclamò entusiasta e orgoglioso di lei.
<< Harry, vieni con noi?>> chiese Hermione che aveva staccato le dita dalle spalle del biondo.
<< Certo, quando mi ricapita di poter curiosare in casa di Malfoy! >> rispose strappandole un sorriso e facendo alzare gli occhi al cielo al Serpeverde mentre li seguiva.
Il trio entrò in biblioteca, scese le scale a chiocciola e la Grifondoro, dopo aver chiesto ad Harry e Draco di rimanere fermi accanto ai gradini, si diresse verso il centro del pavimento. Camminò per tutta quell’area con calma e lentezza fino a riuscire ad individuare il punto in cui era inciampata.
<< L’ho trovato, venite!>> esclamò mentre si accovacciava per studiare quella parte di pavimento. I due la imitarono e Draco notando la sporgenza di una lastra di marmo con l’ausilio della magia riuscì ad estrarla dal pavimento rivelando un’apertura così buia da non permettere di scorgere dove portasse.
<< Lumos maxima>> prese l’iniziativa Draco puntando la bacchetta, da cui venne emessa una luce così forte e quasi accecante da costringere Harry ed Hermione a socchiudere gli occhi, contro il vano riuscendo a rischiarare in parte ciò che si trovava al di sotto del pavimento.
<< Cosa fai? Sei impazzito ? Spegni subito quella luce!>> ordinò Harry pallido in volto.
<< Non so voi ma io vorrei sapere cosa c’è lì sotto prima di scendervi>> si difese guardandolo come se fosse lui ad essere impazzito. << Nox>> sussurrò e la luce si spense.
<< E se ci fossero delle creature magiche lì sotto? A quest’ora le avrai già attirate, dovevamo passare inosservati!>> si lamentò Harry che scuoteva la testa.
<< E se invece ci fossero state già delle creature pronte per sbranarci?>> ribatté Draco trovando assurdo il suo discorso.
<< Basta discutere, stiamo solo perdendo tempo, andiamo>> intervenne Hermione che si alzò avvicinandosi all’apertura.
<< No, scendo io per primo>> la bloccò Harry alzandosi in piedi constatando che vi erano delle sporgenze rocciose che permettevano di scendere. << Da questo momento si fa come dico io, non tollero più altre iniziative>> avvertì con un’occhiata severa Draco ed Hermione si rese conto in quel momento che a parlare non era stato il suo amico d’infanzia e compagno di scuola ma un Auror che trasudava autorità.
Harry scese con cautela l'abbozzo di gradini ripidi, rocciosi e scivolosi per l’umidità fino a poggiare i piedi sul terreno battuto. Non c’era traccia di nessuna creatura magica ma ciò non portò comunque Harry ad abbassare la guardia.
<< Potete scendere, è sicuro. Attenti alle sporgenze, sono scivolose>> disse loro l’Auror mentre si guardava attorno e studiava lo spazio circostante.
Hermione scese dopo qualche minuto seguita da Draco che aveva insistito a rimanere dietro di lei per aiutarla.
<< Ora che si fa?>> chiese Hermione al Grifondoro quando lo raggiunse insieme a Draco.
<< Seguitemi>> rispose piano Harry cominciando ad incamminarsi verso il sentiero che si stendeva davanti a loro. Le pareti erano rocciose, il terreno battuto attutiva i loro passi e l’oscurità si infittì così tanto da costringerlo ad usare la bacchetta. << Lumos>> sussurrò l’Auror quasi circondando la punta della bacchetta con una mano per rendere la luce più fioca e meno invasiva.
Solo il Grifondoro riusciva a vedere qualcosa davanti a sé mentre invece Draco ed Hermione erano completamente avvolti dal buio e riuscivano a stento a distinguere la sagoma di Harry. Il biondo era inquieto. Il silenzio infranto solo dai loro respiri era opprimente e lo assillava il timore di non poter difendere né se stesso né la Grifondoro in caso di attacco essendo praticamente cieco. Il buio non faceva altro che stimolare la sua immaginazione e alimentare la sua paura e d’istinto cercò Hermione per assicurarsi che fosse vicina a lui, per sentirsi meno perso in quella oscurità. Allungò una mano per toccarla riuscendo a trovare la sua mano, sfiorò timidamente all’inizio il suo palmo con le dita e infine con uno slancio di intraprendenza le strinse la mano. La riccia non aspettandosi quel contatto sussultò ma non lasciò la presa, ricambiandola e stringendola contenta nel profondo che l’avesse fatto. Il silenzio e il buio agitavano anche lei e sentire quel contatto le infuse coraggio e sicurezza.
Di colpo Harry si fermò ed Hermione e Draco andarono a cozzare contro la sua schiena non avendo visto il brusco movimento.
<< Potter, che succede? Perché ci siamo fermati?>> chiese il Serpeverde con una punta di ansia nella voce.
<< Penso che siamo arrivati>> rispose Harry mentre rabbrividiva trovando ciò che vide davanti a sé tremendamente e spiacevolmente familiare.ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Voglio ringraziare tutti quelli che stanno leggendo, seguendo e commentando la storia! Mi scuso per il ritardo con cui sto pubblicando il capitolo ma questo è stato un mese pieno ed impegnativo. Spero che il capitolo vi piaccia, alla prossima!
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Il filo rosso del destino
FantasySono passati tre anni dalla fine della Guerra Magica. L'eroina del mondo magico viene colpita un giorno da un incantesimo di magia oscura che, come primo effetto, le fa perdere la memoria di quei tre anni e dei suoi avvenimenti più importanti tra cu...