Soldati genetici [New]

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Diverse ore dopo, quando Kathy sentì la porta della stanza aprirsi, si chiuse ancora di più a riccio, per tentare di escludere il mondo intero. Si fidava di quello che Tom aveva detto, ma non voleva sentirsi dire che era finita, che doveva rinunciare per sempre alla sua vita. Aveva solo diciotto anni, non ottanta: non riusciva ad accettarlo o a farsene semplicemente una ragione. Ci doveva per forza essere un errore! Non poteva stare capitando tutto questo proprio a lei. Era arrabbiata, sfinita, distrutta. Sapeva che era Michael a essere entrato nella stanza. Chi altri poteva essere? Ma non alzò lo sguardo verso di lui; si vergognava troppo. Voleva solo scomparire, annullarsi, diventare un piccolo pulviscolo invisibile su quella moquette.

«Non ti ho visto a cena, ero preoccupato» Michael si sedette di fianco a lei. «Ho rubato un panino per te» aggiunse porgendoglielo.

«Non l'hai fregato, si possono prendere e comunque quel pane è di tuo padre.»

«Hai ragione» Michael si perse a guardare la montagna che spariva nell'oscurità. «Non è mai facile i primi tempi, ma tu non devi pensare che sia per sempre. Noi troveremo un modo per andarcene. È solo temporaneo, ok?»

«Tu non piangevi mai?» chiese Kathy con la voce ancora rotta.

«In quel laboratorio, intendi? Piangevo, urlavo, battevo contro le pareti a pugni fino a farmeli sanguinare. Avevo davvero paura di cosa mi stavano facendo, di come stavo cambiando. Non lo capivo.»

«E adesso lo sai?»

«Lo comprendo, ma non vuol dire che abbia accettato ogni aspetto della mia mutazione. Mio padre sta cercando di rimediare, ma non sono certo che ci possa riuscire.»

«Per quello il tuo siero è diverso?»

«Kathy Richardson, sei davvero informata!» Michael sorrise tra sé e sé. «Hai mai considerato la carriera di spia o detective?» Il ragazzo tentava di sviare il discorso.

Kathy alzò le spalle e tornò a nascondere la testa.

«Se mi prometti che smetti di piangere, risponderò a tutte le tue domande, ma non devono riguardare altre persone, solo me» puntualizzò lui.

Niente Jacob, chiaro. Kathy inspirò profondamente, si asciugò gli occhi e lo guardò facendogli segno di proseguire.

«Il siero che hai nel tuo impianto viene rilasciato molto lentamente, questo fa sì che il tuo corpo lo smaltisca; per cui il processo può sempre regredire. Se invece ti somministrassero la stessa dose con una sola siringa, come quella iniziale che ti hanno fatto, ecco le cose potrebbero complicarsi. Esista una soglia di tollerabilità oltre la quale il tuo corpo reagisce in maniera diversa e non reversibile, causando una mutazione genetica. Da quel momento in poi, tu non sei più chi eri prima, sei una nuova versione di te stesso. Puoi anche smettere di prendere il siero, ma comunque tu cambierai irreversibilmente e quello che ti succederà nessuno lo sa con certezza. È un confine in cui è molto pericoloso spingersi. Nel posto dove mi hanno portato ci hanno spinti tutti oltre quel limite» confessò Michael chinando la testa.

«Anche Roxy?»

«Non parlerò di loro, ma sì...Roxy, Angela, Tom. L'antisiero nel mio impianto cerca di mitigare alcuni aspetti delle mutazioni che mi creano problemi.»

«Ma se te ne vai, che cosa farai con l'impianto?»

«Come ti avevo detto, non sta funzionando. Alla fine, per quanto brutto, credo che chiunque abbia avuto una mutazione dovrà fare i conti con chi è e con chi potrebbe diventare. Tu sei ancora in tempo, puoi fuggire, puoi farti una tua vita» Michael aveva un sorriso incoraggiante. «Quanto a me... sono sempre stato strano: strano più, strano meno, non mi importa» alzò le spalle e fissò Kathy negli occhi. «A meno che non importi a te»

The Lotus Academy [Revisionato e con nuovi capitoli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora