ITZIAR'S POV:
La mattina dopo fui svegliata da una mano che giocherellava coi miei capelli e mi accarezzava il viso: Álvaro. Quando aprì gli occhi sentii un 'Buongiorno' 'Buongiorno' risposi un po' assonnata, 'Mi stavi guardando' 'Sei stupenda quando dormi, non ho resistito; ma visto che sono le 6.40 che ne dici di alzarci e fare colazione?' 'Per forza?' 'Si se non vuoi essere in ritardo anche oggi' 'ah già. Andiamo' dissi ancora addormentata. Mi svegliai quando andando in cucina per il corridoio sentì la mano di Álvaro sul mio fianco, non so se fosse voluto o meno, ma mi ha fatto sentire quell'energia che sentivo da piccola. Finito il caffè ci sedemmo sul tavolo a parlare: 'Come hai dormito?' mi chiese Álvaro 'Bene, molto bene come non mi succedeva da mesi e tu?' 'Sicuramente più comodo del divano' Mi mancava quella complicità solo nostra e solo ora me ne rendevo conto. 'Ma come farai coi vestiti?' chiesi 'Non preoccuperti, ne ho tantissimi in camerino. Invece tu dovresti andare a cambiarti se vuoi che ti accompagni' 'Hai... avevi intenzione di farlo?' 'Sì certo, per comodità ecco' ' Allora volo' 'Non fare la scema' 'mm' 'mm' Ci fecimo la linguaccia e io andai a vestirmi: scelsi una maglietta bianca e dei jeans, il tutto molto semplice e comodo come del resto era tutto il mio armadio. Scendemmo alle 7.30 e salimmo in macchina, una Maserati quasi da corsa nera. 'Alle quattro ci sarà una macchina molto simile a questa a prenderti' 'Ah pensavo venissi tu' 'Lo farei ma oggi sono molto impegnato e visto che non hai la bici, manderò qualcuno a prenderti' 'Non è necessario davvero' ' Insisto, se vuoi entrare a far parte della mia vita devi abituarti ai pregi di essa e non solo hai difetti' 'Va bene ma a che ora finisci?' 'Ecco, un'altra cosa. Questa sera e domani sera avrò delle scene da registrare anche di notte quindi non riuscirò a venire ma, rullo di tamburi, possiamo uscir tra tre giorni, ti vengo a prendere a scuola e abbiamo tutto il pomeriggio e la notte per noi' 'Davvero?' 'Sì' 'Dai allora va bene ma mi sa che mi mancherai' 'Per quello chiamami, questo è il mio numero' 'Grazie' 'Eccoci arrivati, ci guardano tutti, devi fare un'uscita trionfale' 'Smettila scemo, vieni qua' Si avvicinò e gli diedi un bacio sulla guancia giusto per non sconvolgerlo visto che non ci saremmo visti per giorni. Scesi e chiusa la portiera mi ritrovai paia e paia di occhi che mi fissavano, increduli. Avevo dimenticato che non avevano mai visto una macchina del genere da queste parti. Entrando incontrai una collega, che stupita, attaccò discorso: 'Uhh siamo passati alla categoria successiva di uomini con cui scopare' Mannaggia a me la volta che sono venuta a scuola piangendo dopo l'ennesima delusione da parte di un uomo con cui avevo passato la notte: 'Non sono andata a letto con nessuno stanotte' 'Ah allora mi dirai che mi sono sognata che qualcuno ti abbia accompagnato con un Maserati?' 'No, semplicemente è solo un amico tutto qua' 'Ne sei proprio sicura?' 'Io, uff.. è suonata la campanella vado a fare lezione' 'Ne riparleremo' Mi recai in classe, feci le mie varie lezioni e uscendo trovai un uomo sulla sessantina, coi capelli grigi e alto almeno 1,80. Mentre mi avvicinavo mi venne incontro chiedendo: 'La signorina Ituño?' 'Sì, sono io' 'Perfetto allora venga, le faccio strada' Mi aprì la portiera e io mi sedetti. Quando salì chiesi: 'Come si chiama?' 'Angus' 'è da tanto che lavora per Álvaro?' 'Molti anni in effetti' 'Grazie per essermi venuto a prendere' 'Un piacere davvero...' Alla fine arrivai a casa e dopo aver salutato Angus salì le scale, aprì la porta e mi immersi in una vasca. Dopo il rilassamento mi rivestì e chiamai Álvaro per sapere come stesse andando, mi rispose subito, approfittando di un momento di pausa:
'Ehi Itzi che bello sentirti!'
'Anche per me! come sta andando?'
'Bene ho appena finito un'intervista che uscirà domani e tra poco riprendo a girare, tu invece? cosa mi racconti?'
'Nulla di che, ho insegnato spagnolo come sempre e ah la tua macchina ha fatto scalpore'
'Non mi dire ahhah'
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Nostra figlia | AU ALVITZ
Fanfiction<<Come ogni mattina mi diressi alla caffetteria sotto casa mia, per il solito caffè macchiato e brioches vuota, quindi scesi le scale, aprì il portone, e girai a sinistra in direzione dell'ingresso, ma mi imbattei in un uomo, sulla trentina co...