ÁLVARO'S POV:
Quel giorno entrai a casa dei miei genitori felice, stavo per diventare padre. Ma quando lo annunciai mio papà disse: 'Sei una vergogna, pensi di lasciare la scuola e andare a lavorare per mantenere una borghesina e sua figlia?' 'Come è potuto capitarmi un figlio del genere' Ero distrutto, letteralmente, il mio cuore era un frantumi non che mi aspettassi granché però... 'Abortirà vero?' 'No' 'Benissimo allora fila in camera tua e prepara le valigie, domani si torna a Madrid' 'Ma' 'Osi rispondermi? Tu fai casini e io cerco di risolverli ok? Ma prima di andarci a letto hai pensato ciò che la gente avrebbe pensato di me? (Sì non di me Álvaro ma di lui) No ovviamente. Vai sparisci' Con le lacrime agli occhi salì in camera, misi via i vestiti che avevo e presi la foto di me ed Itzi insieme, l'unica cosa che volevo di lei. Il giorno dopo i miei mi concessero un saluto veloce, ma come dire non riuscì a dirle che non era stata una scelta mia, non me ne aveva dato il tempo. La scena di lei che piangeva mi rimase impressa per tutto il viaggio e distrusse l'ultimo pezzo di cuore che mi rimaneva. Io l'amavo e amavo la piccola vita che portava e mai se avessi potuto scegliere le avrei abbandonate. Il mese dopo fu molto complesso, non mangiavo, non bevevo e non mi alzavo dal letto. Ero morto quando avevo lasciato Itzi. Per fortuna c'era Maya la mia bambinaia, una donna corpulenta alta 1.65 che cercava distraendomi di farmi mangiare. Ma nulla funzionò, dopo un mese ero in ospedale con una flebo nel braccio e nessuno vicino. Mi trovai un uomo sulla 50ina due giorni dopo, moro con occhi azzurri. Disse di essere lo psicologo dell'ospedale per me: 'Perché non mangi Álvaro?' 'Per ripicca' 'Nei confronti di chi?' 'Dei miei genitori' 'Penso sia inutile ripete ad un sedicenne che questo farà male solo a te e non a loro quindi passo alla prossima domanda: Cosa è successo?' 'Io uff. Mi sono innamorato di una ragazza, ma non come pensano tutti una cottarella, lei è la donna della mia vita, siamo così uniti che se sta male lei sto male io e viceversa. Mi fa stare bene e un mese fa mi ha detto di aspettare nostro figlio. Ero al settimo cielo ma i miei da un giorno all'altro mi hanno portato via in nome dell'immagine pubblica di mio padre. Lei è distrutta, l'ho sentito da come piangeva quando l'ho lasciata. Io vorrei riavere lei e il nostro bambino, farei qualsiasi cosa per loro.' Bene ho fatto piangere lo psicologo. Alla fine parlò coi miei genitori ma loro erano irremovibili. Dopo due mesetti iniziai a riprendere a mangiare solo con Maya e ad andare a scuola, ma non passava giorni in cui io non pensassi alla mia donna, ebbi altre relazioni ma nessuna come lei.
Gli anni passarono, Itzi dopo aver perso un anno di scuola, continuò a studiare e a 26 anni si laureò in spagnolo, in particolare Euskera, la lingua dei Paesi Baschi. Tutti i giorni pensava a quel batuffolo che aveva lasciato in ospedale anni prima, mentirebbe se dicesse che non se ne penti mai, soprattutto quando iniziò a insegnare si chiedeva sempre cosa stesse facendo la figlia, se fosse felice, se avesse fratelli... un po' tutto. Per fortuna nel 2016 arrivò nella sua vita una ragazza, Viky, una sua alunna di prima con cui all'inizio c'erano alcuni attriti ma poi l'anno dopo, in seconda, iniziarono ad andare d'accordo. Viky si aprì dopo una gita a Roma quando ammise: 'prof le voglio bene. Non so come spiegarlo ma sono tranquilla solo se c'è lei, la cerco sempre anche se so che non può essere lì' a Itzi vennero le lacrime agli occhi, era così sincera e cristallina. Alla fine uscirono insieme alla classe per prendere un gelato, da quel momento si scrissero di tanto in tanto e nel 2018 Viky ottenne l'ambitissimo esame di terza media e cambiò scuola. Itzi non poteva essere più contenta per quella ragazza che per un anno gli aveva fatto pensare molto meno alla sua bambina. Álvaro invece era diventato un attore, a quel tempo richiestissimo, si era fatto anche molto bello, con occhi affascinanti, ma era una persona rotta dentro per cosa di ciò che era successo anni prima.
ITZIAR'S POV:
Quel giorno mi sono svegliata alle 6.40 come sempre, mi sono fatta una doccia veloce, mi sono vestita e cambiata. Come ogni mattina mi diressi alla caffetteria sotto casa mia, per il solito caffè macchiato e brioches vuota, quindi scesi le scale, aprì il portone, e girai a sinistra in direzione dell'ingresso, ma mi imbattei in un uomo, sulla trentina con capelli neri cenere, alto almeno 1 metro e ottanta, che non vedendomi mi venne addosso. Merda. Mi rovesciò il suo caffè sulla maglietta nuova, bella e appena stirata, cercai di mantenere la calma, era anche lunedì, lui si scusò moltissimo per non avermi visto, sembrava davvero dispiaciuto, gli disse che non faceva nulla, di non preoccuparsi e mentre lo facevo lo guardai negli occhi: riconoscerei purtroppo quegli occhi ovunque 'Itzi sei tu?' 'Álvaro...' 'Mi dispiace' 'Non preoccuparti per questo, abito qui dietro, ci metterò un attimo a cambiarmi' 'Ah ok, mi spiace comunque tanto..' 'non' stavo per continuare ma alle mie spalle qualcuno urlò: 'È lì veloci' E corsero verso di noi con una serie di microfoni e macchine fotografiche, io mi limitai ad alzare il cappuccio e correre verso casa per cambiarmi e fuggire da lui, dal suo passato che sembrava voler ritornare. Mi voltai un'ultima volta e vidi lui che cercava di farsi strada nella mia direzione ma i giornalisti erano troppi. Entrai in casa, mi feci un caffè dopo essermi cambiata e diversamente da come facevo da anni, cercai su internet Álvaro e bom: un attore! Ecco il perché di così tanti giornalisti. Non avevo molto tempo per pensarci e dopo pochi minuti inforcai la bici e mi diressi, come tutti i giorni, a scuola. Passate le 4 del pomeriggio mi congedati dai miei colleghi e tornai a casa per farmi un lungo bagno rigenerante. Appena entrai nella vasca ripensai all'incontro della mattina, mi sembrava tutto così surreale, dopo dieci anni di silenzio ricompare così nella mia vita. Per anni mi ero promessa di non parlarne più ma ogni volta che andavo a letto con un uomo il ricordo di noi due era così realistico che una volta arrivata all'orgasmo urlavo: 'Álvaro' Inutile dire che nessun uomo ha mai voluto passare più di una notte con me. La verità era che mi era rimasto sotto pelle molto più di quanto pensassi e mi aspettassi, decisi comunque di dargli una possibilità se si fosse mostrato davvero pentito e cambiato. Con questi pensieri uscì dalla vasca e mi diressi a letto dove crollai: Troppe emozioni per me. La settimana passò senza particolari sorprese, almeno sul fronte Álvaro, evitai di andare al bar proprio per non incontrarlo e non dover affrontare la conversazione che avevo paura mi distruggesse definitivamente. Lunedì non resistetti più e andai al bar, per riprendere la mia routine di caffè, quindi lo ordinai e una volta pronto lo presi in mano. Proprio in quel momento mi accorsi che Álvaro era seduto su una sedia e sembrava aspettare proprio me. Cazzo. Mi avvicinai:
'Quindi?'
'Scusa per tutto'
'Questo me lo hai già detto, altro?' Non volevo risultare antipatica ma mi aveva ferito e abbandonato nel momento del bisogno, d'altronde non ho concepito mia figlia da sola
'Itzi mi dispiace per quello che è successo anni fa...'
'Non mi sembra il luogo per parlarne'
'Invece si, perché qui mi ascolterai. Ti prego dammi una seconda possibilità, mi pento di...'
'Darti una seconda possibilità? Perché? Perché adesso sei ricco e pensi che questo mi importi? Cazzo, un anno di relazione e non mi conosci ancora? Mi hai abbandonato quando avevo più bisogno, hai abbandonato tua figlia cazzo e adesso vorresti una possibilità? Chi mi dice che sei cambiato? Che non mi abbandonerai alla prima occasione? Álvaro non posso darti il mio cuore, sono distrutta scusa.'
Con le lacrime che mi rigavano il viso uscì di corsa e prendendo la bicicletta con ancora il caffè in mano mi allontanai il più possibile. Mi girai ad un certo punto e lo vidi mettersi le mani nei capelli e piangere. Avrei voluto tornare indietro ma, oltre ad essere in ritardo, volevo che mi dimostrasse che era cambiato, che mi voleva davvero. Quella sera trovai nella cassetta della posta una chiavetta usb, dopo un primo momento di panico in cui pensavo ci fosse dentro un virus, mi resi conto che chiunque me l'avesse lasciato si era preoccupato di portarmelo a mano, quindi niente hacker. Salì e dopo aver collegato il computer con la televisione feci partire il video che vi trovai dentro. Recitava: 'Non spegnere questo video, ti prego ascolta fino alla fine' Fantastico, andata in bagno ero andata in bagno, la Nutella l'avevo a portata di mano quindi ero pronta. Il video passò avanti e comparve Álvaro che si sedette su una sedia al centro di una stanza buia, ero tentata di spegnere ma iniziò a parlare: 'Ehi, che imbarazzo parlarti così, so che tu dirai <<Ma sei un attore, dovresti esserci abituato>> ma no, non in questo modo mood monologo. Io ho pensato di farti questo video perché penso che di persona non mi permetteresti di parlare e io sarei in imbarazzo. Con tutto ciò volevo chiederti scusa, dal profondo del cuore. Mi dispiace cazzo, mi sento una merda, anzi questo è riduttivo. Ascolta 14 anni fa ti amavo alla follia ed ero sicuro fossi la donna della mia vita, forse ti dispiace saperlo ma lo sei ancora' A quel punto fermai, si era praticamente dichiarato. Devo ammettere che nemmeno lui è mai uscito dal mio cuore, anche dopo tutto ciò che ha fatto e sapere che sono nel suo mi lusinga e lo fa doppiamente sapendo che potrebbe avere tutte le donne che desidera. Riprendo: 'Io non ti avrei mai lasciata da sola ma soprattutto non l'avrei mai fatto a mia figlia, nostra figlia. Ma i miei non mi hanno dato scelta, quando annunciai che sarei diventato padre, mi chiesero se avresti abortito e io risposi di no. Mi insultarono dicendo quanto fosse vergognoso e una vergogna per il nome di mio padre, alla fine contava solo mio padre e la sua immagine pubblica. Mi hanno obbligato a fare le valigie e ad andare il giorno dopo a Madrid, quel giorno non avevo la forza per spiegarti ma non ti nascondo che quando ti ho sentita piangere mi sono frantumato dentro - aveva iniziato a piangere con gli occhi lucidi e le mani che tremavano - Pensavo di averti persa per sempre, sono stato male, per un periodo anche in ospedale. Poi ho ripreso la mia vita pensando che due anime affini come le nostre non potevano lasciarsi così e che l'universo aveva altri piani per noi. Quando ti ho rovesciato il caffè addosso, ti chiedo scusa ancora, mi sembrava un sogno, tu davanti a me ma ovviamente i paparazzi hanno rovinato tutto. Io non ti sto chiedendo di perdonarmi, quello che ho fatto è imperdonabile ma solo di avere una seconda possibilità, come hai detto tu, voglio dimostrarti di essere cambiato. Se ti va di vederci senza urlare magari, ti aspetto al tuo bar mercoledì mattina per un caffè, svegliati presto così abbiamo più tempo. Spero di rivederti' Penso sia stato il video più pesante della mia vita ma finalmente molte mie domande avevano una risposta e il fatto che in passato erano stati i genitori a obbligarlo a lasciarmi mi rincuorava ed ero sempre più propensa a concedere la seconda chance, presi la decisione di andare al bar prima di crollare nel sonno.
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Prossimo capitolo con riappacificazione.....
Commenti ben accetti! vi bacio tuttiii<3
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Nostra figlia | AU ALVITZ
Fanfiction<<Come ogni mattina mi diressi alla caffetteria sotto casa mia, per il solito caffè macchiato e brioches vuota, quindi scesi le scale, aprì il portone, e girai a sinistra in direzione dell'ingresso, ma mi imbattei in un uomo, sulla trentina co...