Il dottore del vicino ospedale Saint Gideon aveva dato il responso da giorni e Paul ancora non digeriva la verità, stringeva tra le dita la lastra fatta al piede allegata a un foglio in cui aveva evidenziato la parola "slogatura" con almeno tre colori diversi, come se facendolo il vocabolo avesse cambiato significato per magia.
Scendeva quotidianamente in sala prove con Richie e George, vestito e pettinato come se dovesse fare lezione, poi poggiava le stampelle vecchie di John in un angolino e si sedeva a terra, stando attendo a distendere bene la gamba e a non muovere troppo il piede fasciato, con un sorriso dipinto da un pittore con la mano tremante, perlopiù scarico.
Guardava i compagni e le compagne che erano stati selezionati per il balletto, gli altri erano stati smistati in altre classi, e semplicemente cercava di non dare a vedere il suo immane dispiacere spesso con scarsi risultati:
aveva rifiutato molte volte e in modo sgarbato la sedia che John gli offriva, aveva quasi lanciato una borraccia contro il muro dopo che non era riuscito ad alzarsi da solo, appena qualcuno nominava l'espulso Stuart lui sbuffava rumorosamente, nonostante una parte di lui gioisse ancora per quella meritata punizione.Richie nel suo ruolo da cigno nero era un po' troppo macchinoso, si vedeva che la danza contemporanea non faceva affatto per lui data la scarsa quantità di tecnica.
George aveva ottenuto il tanto agognato passo a due di Giselle con Pattie, lo provava anche in stanza usando i suoi pantaloni appesi alla gruccia come dama.
Yoko era ancora nella classe, impegnata nel difficilissimo assolo che il personaggio di Kitri esegue nel Don Chisciotte, invece nel passo a due di Coppelia ci sarebbero stati due allievi del terzo anno, quello supplementare, che Paul non aveva ancora visto in sala con loro; un'altra incognita abbastanza urgente era il compagno dell'innovativo passo a due del cigno nero che ancora non si era palesato.
"Avrei potuto essere io" pensava ogni giorno sempre più amareggiato Paul, mordendosi l'interno delle guance per non urlare al mondo quanto fosse incazzato.
Dopo la mensa non tornava a vedere i suoi amici, stava in camera e là restava fino all'ora di cena a cui partecipava sempre con l'aria di chi deve andare ad un funerale: gli occhi rossi e gonfi, il naso scarlatto, il broncio, i segni del cuscino sulle guance...
Paul stava diventando, o meglio tornando, a detta di George, un teenager isterico nel pieno della sua crisi esistenziale con gli ormoni che fanno come vogliono.Aveva dato fondo alla scorta di tabacco dei suoi compagni e a nulla erano serviti i rimproveri, due giorni a malapena e le sigarette erano state tutte consumate.
Richie e Geo cercavano sempre di far ridere quello spettro che ormai era diventato il loro amico, tentavano inutilmente di tirargli su il morale con scherzi stupidi che spesso facevano solo peggiorare la situazione già insopportabilmente tragica facendo scoppiare in lacrime l'amico che ormai aveva i dotti lacrimali ridotti a due zampogne.
Un giorno piovoso di marzo, Paul non scese a lezione adducendo un misterioso mal di testa che lo avrebbe tenuto a letto per un po'.
Appena la porta si chiuse e i compagni furono fuori, il ragazzo si alzò per prepararsi e si recò davanti al davanzale della finestra appena ebbe finito, con lo sguardo volto verso il cielo grigio e triste; non gli piaceva la pioggia, una grande parte di lui la associava al ricordo doloroso della madre, del giorno del funerale, di quando litigava col padre per le rette della scuola di ballo...per quasi tutto.
Conservava un ricordo particolarmente piacevole con Mary McCartney, era un giorno come quello, era piccolo e teneva tra le braccia le sue scarpette scucite mentre grossi lacrimoni gli scivolavano sul nasino; per l'usura erano finite per autodistruggersi e a casa non c'erano i soldi per permettere al piccolo Paul delle nuove scarpette di pelle, a malapena erano bastati i soldi per due paia di scarpe di tela di scarsa qualità.
STAI LEGGENDO
Black Swan
Fanfiction"Liverpool eh?". Ci fu una breve pausa, poi una chiave lunga e dorata scattò nella serratura della cancellata. "Benvenuto...