I'll always be there

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01:05

Il telefono sul comodino vibrava.

Chi mai poteva chiamarla a quell'ora?

La tentazione di non rispondere era grande, ma Angela decise di contrastarla.

Si sciolse dalle braccia del marito che la cingevano dolcemente e prese il cellulare.

Una grande foto lampeggiava sul display . . .

Katy?

Angela guardò l'orologio per l'ennesima volta.

Stella giocava spensierata nel suo box e lei aveva davanti a sé un mattinata intera da non sprecare

Aveva così tante cose sa fare, da organizzare, ma era come se qualcuno o qualcosa le avesse rubato tulle le energie.

Il suo corpo sedeva inerme sulla sedia; lo sguardo, perso nel vuoto, vagava libero in quel mondo parallelo che l'aveva catturata quel giorno, dopo che aveva visto veramente la realtà, dopo che ci si era scontrata, come contro un muro di cemento.

La verità spesso ci viene presentata in modo brutale.

Angela l'aveva capito.

Era stata lei la prima a vederla, a prenderla, a stringerla a sé.

In quel momento non c'era stato nient'altro.

Solo lei.

Non l'aveva mollata fino all'ultimo, nemmeno quando era tutto finito, quando tutti continuavano a dirlo.

Non ci credeva ancora.

Non ci poteva credere.

Katy?

Non l'avrebbe mai fatto.

Troppo testarda, troppo caparbia, troppo se stessa.

Aveva imparato che sua sorella sapeva essere veramente ostinata a volte, una vera testa dura.

Il primo segno era stato il trasferimento a Los Angeles, quell' improvviso sconvolgimento della sua vita.

Angela inizialmente si era preoccupata.

Come poteva non farlo se sua sorella, appena diciannovenne, si era trasferita in una delle città più caotiche del mondo?

Quando però le aveva telefonato dicendole:" Sto iniziando a vivere la mia vita ed è . . . eccitante!", aveva tirato un gran sospiro di sollievo.

Credeva che nulla l'avrebbe potuta distruggere.

Scalfirla sì, non era invulnerabile, ma niente l'avrebbe spezzata.

O almeno così credeva.

Sperava, più che altro.

Perché sì, ora lo capiva.

Katy era una forza, un tornado da cui non si aveva via di scampo.

Ora lo sentiva, provava quella sensazione di vuoto che le si era formata in un angolo del cuore.

I loro progetti, le loro promesse, le ore intere spese a parlare . . . non erano davvero serviti a niente?

Angela non riusciva a capacitarsene.

Cos'era andato storto?

Qual era stata quella crepa invisibile che l'aveva scheggiata e ridotta in mille pezzi?

Più continuava pensarci, più la soluzione le sembrava lontana.

Fu di nuovo Stella a riportarla con i piedi per terra.

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