Tutti le avevano detto che era finita, che non c'era più niente da fare; ma lei non voleva accettarlo.
Si era messa a picchiare dei deboli pugni sul corpo della sorella mentre la sua mente prendeva lentamente coscienza della realtà.
-Non mi lasciare. Non ti azzardare ad abbandonarmi. Resta con me, ti prego.- le aveva sussurrato, in lacrime, usando l'ultimo barlume di speranza che le era rimasto.
La prima cosa che vide riaprendo gli occhi fu Stella.
Si era finalmente riaddormentata, stretta e rannicchiata contro il suo petto, con i pugnetti chiusi sulla sua camicetta, come se volesse essere protetta da qualcosa, da qualcuno.
L'orologio segnava le 07:35.
Si alzò dal letto, facendo attenzione a non svegliare la piccola, e si diresse verso la sua camera.
Suo marito dormiva ancora. Non voleva svegliarlo.
L'unica cosa che desiderava era restare sola.
"Sola" per modo di dire perché c'era sempre lei. Qualsiasi cosa vedeva intorno a sé gliela ricordava.
Perché Katy, perché?
Dopo tutto ciò che hai sopportato, proprio ora dovevi mollare?
Angela cercò di mettere in ordine tutti i pensieri che le frullavano in capo; doveva ancora scrivere il discorso. Lentamente si diresse in cucina, gli occhi fissi sul pavimento per non guardare le centinaia di foto appese sulle pareti del corridoio.
Alcune di queste erano di lei con Stella e il marito, ma la maggior parte erano di Katy.
Iniziavano con loro due, bambine, ad una festa di compleanno, poi alcune recite, il primo "concerto" di Katy con la sua adorata chitarra blu, lei e David, tutta la loro famiglia, il California Dreams Tour, i live, le gite all'acqua Park.., poi il Prismatic World Tour, i suoi viaggi per il mondo ...... c'era anche una foto di loro due abbracciate ricoperte di vernice colorata dalla testa ai piedi.
- Quanto eravamo "pazze" insieme eh Katy?-
- Avevamo detto che avremmo conquistato il mondo-.
A pensarci bene lei c'era riuscita.
Katy, Katy, Katy.
Angela alzò lo sguardo e non poté fare a meno di guardare quella foto, la sua preferita.
I loro due volti spiccavano al centro del quadro. Erano sdraiate su una tovaglia a quadri in mezzo a un prato tappezzato da tantissimi fiorellini viola.
Quella foto era molto importante per lei, l'avrebbe "intitolata" "La rivincita di Katy".
Era la prima foto, il primo sorriso che la sorella le aveva fatto dopo il divorzio.
Angela era lì quando la luce era ritornata dentro Katy, quando aveva voltato pagina e si era lasciata tutto alle spalle, quando aveva deciso di poter essere ancora amata; eppure non ce l'aveva fatta.
Non era riuscita a impedirlo.
Lei non era stata in grado di aiutarla.
Quella volta quando Katy, nel concerto del CDT a San Paulo in Brasile, aveva ricevuto l' SMS del marito che le chiedeva di divorziare, sembrava essere implosa.
Angela l'aveva visto, l'aveva vista piangere.
Prima del divorzio Katy non piangeva spesso, o per lo meno non in pubblico.
Tutti erano pronti ad annullare il concerto, a mandare tutti via; ma lei no.
Aveva pianto finché non era arrivata alla piattaforma che l'avrebbe portata sul palco; e lei era lì, insieme.
Salita sulla piattaforma l'aveva guardata, e per un attimo Angela si era spaventa, aveva visto una Katy sull'orlo del precipizio, pronta a cadere; poi una scintilla, un bagliore, un lampo nei suoi occhi.
Le girandoline che aveva sul costume avevano preso a girare, lei aveva fatto un respiro profondo... e aveva sorriso.
Era uscita sul palco con quel suo sorriso speciale, l'aveva fatto per i suoi fan, per la sua "famiglia".
Loro l'avevano capito, se ne erano accorti, e nell'attimo in cui Katy, al momento di cantare The OneThat Got Away, si era commossa, anche loro avevano pianto con lei.
Angela aveva sofferto con loro.
Quella sera migliaia di lacrime erano brillate nella notte, nel buio; migliaia di persone avevano detto :- Siamo con te-.
Ora, era tutto sprecato?
Angela accarezzò la foto, la sua mano tremava.
- Voglio che tu sia qui con me. Voglio che adesso, ora, spalanchi la porta e mi corri incontro, urlando con la tua splendida voce. Voglio che mi abbracci.-
Voleva urlare, era arrabbiata.
Con se stessa perché non era stata abbastanza "sorella", con Katy perché se ne era andata.
Ma era veramente arrabbiata con lei?
No. Come si poteva essere arrabbiati con una ragazza come Katy?
Era arrabbiata con se stessa. Era impotente.
Avrebbe dovuto capirlo. Avrebbe dovuto notare che c'era qualcosa che non andava.
Si accasciò con le spalle al muro, la testa tra le mani, piangendo.
Non voleva piangere, Katy non l'avrebbe voluto, le aveva insegnato a essere forte.
- Come posso essere forte, Katy, se tu non sei qui con me?-
*spazio autrice*
(Anche se in ritardo di un giorno.... Happy KatyCatDay a tutte le KatyCats!)
Grazie a Giuditta, perchè mi dice sempre di andare avanti e mi "sopporta", mi corregge e mi aiuta. Grazie, sei la migliore.
A tutte le mie amiche, a cui voglio un mondo di bene, che mi accettano per quello che sono e non vogliono un'altra "me stessa".
A mia madre, perchè ora capisco pienamente cosa vuol dire "capisci veramente quanto è importante una persona solo quando stai per perderla".
Alla mia Amica con la A maiuscola.
Grazie.
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I miss You
Fiksi Penggemar"Lei aveva deciso di mostare la sua scintilla al mondo, e il mondo l'aveva lasciata brillare."