"- Ho paura.-
- Di cosa?-
- Di perdere tutto, di finire nel nulla, nel silenzio, di sparire e basta, di non avere mai più le persone a cui voglio bene.-"Bianca come il latte, rossa come il sangue.
È finita.
Questa è la verità.
È finita.
Basta sofferenze, basta dolore, basta lacrime.
È finita.
Basta rimpianti e ripensamenti, notti insonni passate a porsi domande impossibili.
È finita.
Katy sentiva le forze abbandonarla a poco a poco.
La vita stava scivolando via dal suo corpo attraverso le molteplici ferite che le erano state inferte e che si era inferta; le cicatrici si riaprivano scoprendo ferite ancora troppo vive e sanguinanti.
Era inerme.
Era debole.
Era persa.
Stava morendo.
Era inutile nasconderlo, soprattutto per il fatto che era stata lei a volerlo.
Aveva deciso di mettere la parola "FINE" alla sua vita.
Non aveva più forze, non riusciva nemmeno a sollevare il capo che si era lentamente posato sul bordo della vasca.
Era sola.
Ed era tutta colpa sua.
". . . And I felt the fault was all mine.
Couldn't take it anymore."
By The Grace Of God
Piangeva; aveva paura.
Era terrorizzata.
Sapeva di non poter più tornare indietro.
Non c'era nessuno lì con lei, nessuno che le potesse stringere la mano e dire "andrà tutto bene".
La colpa non era di altri fuorché sua.
Questa consapevolezza continuava a tormentarla.
"È tutta colpa tua."
"Hai voluto tu questo."
"Non vali niente."
"Sei vile, codarda. Scappi senza affrontare i problemi."
"Sei crudele, non pensi agli altri."
Quelle voci ormai la perseguitavano giorno e notte. Le sentiva urlare nella sua mente, inveire contro di lei, riportando a galla tutte le sue paure, le sue insicurezze, tutto ciò che aveva tentato di tenere nascosto nel suo più profondo perché sapeva che l'avrebbe resa vulnerabile e debole.
E loro urlavano, urlavano e urlavano ancora. Era come se qualcuno le stesse conficcando violentemente dei chiodi nella testa.Perchè doveva soffrire così? Cos'aveva fatto per meritarsi tutto quel dolore?
Mille voci le urlavano contro, ma lei non poteva fare più niente.
Stava morendo.
I fantasmi del passato erano tornati ad insediarle la mente, con la sola differenza che Katy, questa volta, non aveva più forze per respingerli.
Si alternavano momenti di lucidità a momenti in cui tutto si tingeva di bianco, il colore della paura, del nulla; il colore che non ha colore.
I momenti di lucidità la demolivano pezzo per pezzo, uno strato alla volta, lentamente.
Sentiva il sapore del fallimento.
Tutte quelle barriere, che aveva innalzato per tenere lontano il male e la sofferenza, stavano cadendo come tasselli di un domino.
Era una reazione a catena ormai incontrollata.
Le ferite bruciavano e sanguinavano, le provocavano un atroce dolore, ma doveva sopportarlo, perchè quello era il prezzo che doveva pagare.
Era l'ultimo ostacolo da saltare e poi avrebbe tagliato il traguardo.
Non aveva pensato che magari potesse essere il traguardo sbagliato o che quella non fosse la "corsia" giusta. Per tutta la vita non aveva fatto altro che correre, correre, correre.
E quelli erano i suoi ultimi 10 metri di pista, il momento più importante in cui si dà tutto se stessi perchè è in quell'istante che decidi se essere un vincitore o uno sconfitto .
Era finita.
Katy sentiva il suo corpo scivolare nell'acqua, venir lentamente inghiottito da quel mostro che non poteva più ignorare, dal quale non poteva più fuggire.
Le forze l'avevano completamente abbandonata. La sofferenza l'aveva frantumata in tanti minuscoli granelli di polvere.
Ma non era abbastanza.
Il destino voleva farla soffrire ancora.
Prima che tutto fosse veramente finito, prima che il sipario calasse definitivamente e che le luci si spegnessero per l'ultima volta, Katy rimase cosciente per alcuni minuti, sufficienti per ripensare alla sua intera vita, a ciò che aveva fatto, al suo sogno realizzato che le aveva fatto ottenere record su record ma soprattutto dei fan che l'amavano davvero, a tutte le persone che le erano state accanto.
Rivide il volto dei suoi genitori, Mary e Keith, di David, di Angela, di Stella, dei suoi amici, del suo staff e della sua squadra, dei suoi fan, la sua famiglia, di John.
Quello era il colpo finale.
Il sapere che lasciava tutte quelle persone che amava e che l'avevano amata; il sapere che avrebbe provocato loro troppo dolore e sofferenza, che non gli aveva detto nemmeno "addio", che non li aveva ringraziati davvero per le immensità che avevano fatto per lei.
Era troppo tardi per avere rimpianti o ripensamenti.
L'ultimo pensiero andò a John, al suo John.
Pronunciò il suo nome mentre la sua voce si spegneva, mentre la luce che aveva sempre portato dentro fuoriusciva per diventare la stella più luminosa che avrebbe continuato a brillare nel cielo notturno.
"... John..."
Un nome, una certezza, una promessa di salvezza.
Il suo unico pensiero, primo e ultimo.
" John."
"Your voice will save you. Let it extend into the night. Let it part the darkness. Let it set you free to know who you truly are. Valuable. Beautiful. Loved."
Brooke Axtell's Grammys Speech
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I miss You
Fanfic"Lei aveva deciso di mostare la sua scintilla al mondo, e il mondo l'aveva lasciata brillare."