Forever and Ever (Part 1)

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Una forte luce le ferì gli occhi.

Non riuscì a capire da dove provenisse.

Cercò di individuarne la sorgente, socchiudendo gli occhi e guardandosi intorno, ma non vide nulla.

Il vuoto la circondava, era spaventata, stava precipitando, stava cadendo.

Iniziò a correre.

Inseguiva la luce, tendendo le mani per aggrapparsi a quella, ma le sfuggiva, le scivolava dalle mani, come sabbia del mare.

Continuava a correre, e a correre, e a correre.

Alla fine avrebbe davvero raggiunto quella luce?

Angela varcò il cancello e lo sentì richiudersi alle sue spalle.

Non si poteva più tornare indietro.

Aveva scelto quella strada e ora, volente o nolente, doveva percorrerla.

Un'improvvisa folata di vento gelido la spinse a chiudere il cappotto e a infilarsi le mani nelle tasche.

Riprese a camminare.

Ogni passo si faceva sempre più pesante e difficile, come se portasse sulle spalle un macigno che si ingrandiva di volta in volta, sempre di più.

All'orizzonte, sull'oceano, alcune nuvole grigio chiaro si stavano avvicinando verso la baia di Los Angeles.

Angela camminava molto lentamente, non sapeva nemmeno lei stessa il motivo .... o forse sì.

Si soffermò a guardare l'enorme giardino che la circondava: l'erba era tagliata alla perfezione, i fiori e le piante curati nei minimi dettagli.

Angela amava molto quel luogo.

Una fitta vegetazione circondava la casa: pini, palme, platani, abeti, salici piangenti, faggi, piante tropicali....

La tranquillità regnava indissoluta.

Si poteva sentire il vento scuotere i rami degli alberi, l'acqua della cascatella che sgorgava nella piscina ....

Vide il piccolo ponticello di legno, su cui adorava sedersi al tramonto con Stella, sbucare tra le piante; il sole, con la sua timida luce, cresceva al di sopra delle folte chiome verdi.

Il viale terminò di fronte all'entrata dov'era appostata un'altra guardia.

Angela, istintivamente, si voltò per alcuni secondi a riguardarsi intorno; abbassò poi gli occhi e posò la mano tremante sulla maniglia della porta.

Il contatto del ferro freddo con i suoi palmi, leggermente sudati, la scosse.

Si decise ad entrare.

Nonostante l'aspetto esteriore, all'interno la casa era in puro stile antico.

Grandi quadri e arazzi adornavano le pareti, lampadari di cristallo pendevano dal soffitto, alte colonne decorate splendidamente sostenevano la struttura.

Angela salì l'ampia scala in marmo che conduceva al piano superiore.

Lì c'era Katy.

La scelta della stanza dove poterla mettere non era stata certo facile.

Tra la decina di stanze che Angela poteva avere a disposizione, la donna aveva scelto quella preferita della sorella.

Era una dei tre soggiorni, molto ampia e spaziosa, fornita anche di un caminetto.

Una sorta di ringhiera in legno la separava dal corridoio e tre pareti dalle altre camere.

Quattro enormi finestre illuminavano la stanza.

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