Frozen silence

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Silenzio.

Ora regnava incontrastato.

Senza di lei, senza il suo  ROAR, senza “WOOAH” come conclusione di Walking On Air. . . tutto era spento.

Il palco era buio; nessun palloncino o coriandolo fluttuava nell’aria.

Nessun cavallo dorato si inchinava al suo cospetto.

Nessun fan esaltato correva sul palco e la abbracciava, cantandole “Unconditionally”.

Alzò gli occhi e li lasciò vagare, lentamente, intorno a se, percorrendo tutta l’arena.

Una piccola lacrima le affiorò sulle ciglia.

Si piegò e lasciò scivolare la mano sulla liscia superficie del palco.

Vide i segni lasciati dai tacchi delle sue scarpe, da tutte le corse e i balli che, di fronte a milioni di persone, aveva ripetuto per molte sere.

Entrava con un tuono e usciva come  un fuoco d’artificio, brillando, bruciando amore.

Poi era il buio.

Tutto si spegneva, la musica finiva, il vuoto ritornava.

Scese dal palco, ritrovandosi sola al centro dell’arena.

Guardò il cielo, le stelle, l’universo.

Chiuse gli occhi. Si lasciò brillare per un’ultima volta. Ricominciò a vivere.

Angela stava versando il caffè per David e preparando il latte per Stella, quando il marito comparve in cucina.

Si stava annodando la cravatta e la donna dovette aiutarlo per evitare che la ingarbugliasse con un nodo.

- Mi dispiace tesoro - disse mentre beveva velocemente una tazza di caffè – Mi hanno chiamato urgentemente al lavoro-

Si infilò la giacca.

- Sarò sicuramente di ritorno per oggi pomeriggio, non ti preoccupare - e baciò Angela sulla fronte, dolcemente; fece altrettanto con Stella e diede una leggera pacca sulle spalle di David.

Uscì richiudendosi la porta alle spalle.

Angela rimase a guardarla per alcuni secondi, sperando che si riaprisse e che lui rientrasse.

Sapeva che non sarebbe successo fino all’ora di pranzo.

Calò di nuovo il silenzio, quell’odioso silenzio che tutti cercavano di evitare.

Solo lei SAPEVA spezzarlo con la sua voce.

Tutti ci provavano, con l’unico risultato di cadere in discorsi imbarazzanti e inutili; poi arrivava lei.

Le bastava una parola o un gesto ed era come se una luce brillasse tutta intorno.

Angela posò una tazza di caffè fumante di fronte al fratello, che sembrò non notarla.

Dal momento in cui era arrivato non aveva ancora detto niente; si era semplicemente seduto in cucina, le spalle leggermente curve, gli occhi bassi, freddi, spenti.

In certi momenti alzava lo sguardo verso Stella e si soffermava su di lei, la guardava, la osservava, la scrutava, ma subito abbassava gli occhi, nascondendo le lacrime.

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