CAPITOLO 6

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↑ Troll
Capitolo dedicato a: feffeOnePiece perché si. Punto. Non si discute.

Scusate questo capitolo è un po deludente. E pensare che ci ho messo un sacco :(
POV XENA

La mia supplica però fu ascoltata -a differenza di ciò che credevo.

Due bestioline comparvero sulle spalle di Colonnello, erano alte quanto una mano e leggermente avvolti da un aura luminosa. Avevano occhi vispi e verdi ed erano ricoperti da una peluria marrone, piccoli canini spuntavano dalle bocche, i riconobbi come Mune -avevo visto qualche disegno che li raffigurava su dei libri. Mi ricordavano dei piccoli orsetti con le orecchiette a punta.

Erano gli abitanti della foresta, pareva però che uscissero solo di notte.

Sussurrarono qualcosa a Colonnello e mi fecero segno di saltare nel tronco di un alber coperto da un mazzo di foglie.

"Ma che so' matti?!" Pensai.

Quando però qualcuno di loro iniziò a tuffarsi, notai che l'interno del tronco era cavo.

Cercai dentro di me un briciolo di coraggio poi con un salto mi lanciai nel tunnel.

All'inizio ero in caduta libera poi con una botta di sedere -tremendamente dolorosa- il tunnel diventò uno scivolo.

Sembrava di essere al parco giochi. Sentii un tonfo che capii essere Colonnello. Di fianco a me Dobby urlacchiava come un matto alzando le braccia al vento.

Scoppiai a ridere vedendo che iniziava a rotolare su se stesso con una palla umana. Gli sarebbe venuto un gran mal di testa a quella creaturina.

Quando vidi il fondo di quel ripido scivolo il mio primo pensiero fu "finirò spiaccicata", stranamente il pensiero non mi allettava molto.

Prima di atterrare però venni avvolsa da una polverina che mi fece galleggiare.

Non avendo equilibrio mi ritrovai con il sedere per aria e le braccia a penzoloni.

Con delle bracciate a rana -si, stavo nuotando per aria- mi diressi verso una scala che utilizzai per rimanere ferma.

Neanche qualche secondo dopo Colonnello arrivò e subì il mio stesso trattamento -con la differenza che lui si mosse con grazia e atterrò mentre io lo fissavo del tipo "non è umano".

Attaccati al suo mantello c'erano dei divertiti Mune che dondolavano e si spingevano a terra.

"Scendi" mi ordinò Colonnello, io gli spiegai che non ci riuscivo poi  caddi, l'effetto della polverina di Peter Pan si era esaurito.

I Mune tornarono a bisbigliare a bassa voce "che succede?" Chiesi quando la creature smise di parlare.

"Vogliono che andiamo dal loro re" mi spiegò, sembrava preoccupato.

Camminammo per ampi tunnel alti almeno sei metri - altezza un po' esagerata data l'altezza degli abitanti- in completa discesa.

Quando vidi la città però capii perché eravamo scesi così tanto di livello, gli alberi che vi erano cresciuti erano alti almeno centinaia di metri.

"Dove siamo?" Lo stupore colmava le mie parole.

"Siamo nel Regno Sotterraneo di Dakryma" i Mune urlarono per l'euforia sentendo il nome.

"Fico" borbottai, ero ancora troppo presa dagli alberi. Collegati fra loro da rami si creavano passaggi perfetti per quelle piccole creaturine che potevano passare da un albero all'altro senza dover scendere.

"Ci portate dal vostro re?"

I Mune scossero la testa.

"Da chi allora?" Il tono era sollevato, chiaramente sollevato.

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