CAPITOLO 19

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Capitolo dedicato a sibilla98, all'una di notte dormi! Ahahah scherzo. Sono onorata che tu ti sia appassionata così tanto alla mia storia. ♥ (Rowena nella foto)

Possibile che si ostinassero a non parlarci? Solo perché avevo quasi bruciato, sottolineo quasi, una loro compagna non dovevano rimanere zitti per il resto del pranzo.

Il gruppo del Campo si sedette a una tavolata e fummo serviti da una graziosa ragazza dalle orecchie a punta e il nasino all'insù, gli occhi erano di un insolito verde e i capelli tendevano all'argento fuso. Prese le nostre ordinazioni e ci assicurò che il cibo sarebbe arrivato il prima possibile.

L'interno della locanda era luminoso e pieno di colori, foto e quadri rappresentanti tutte fate con le rispettive famiglie, dietro il bancone si trovava una donna con i capelli azzurri a caschetto, indossava degli occhiali che le davano un'aria pacifica e posata. Il suo sorriso emanava serenità. Notò subito il mio sguardo curioso e replicò con un cenno del viso in segno di saluto.

Mentre aspettavamo il pasto la tensione che si era creata fra i membri del Campo svanì e ci ritrovammo a chiaccherare con enfasi, come anche gli altri clienti della locanda facevano fra loro.

Ogni tanto sentivo che qualcuno mi fissava con insistenza ma decisi che era più appropriato se non mi scaldavo ed evitavo di accrescere la tensione fra i due gruppi. Seduto sulla panca vicino a me Dylan mi prese per la spalla e mi avvicinò a sè, alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi verde foresta che mi sorridevano è tutto okay mi disse e io gli credetti. Poggiai la testa sulla sua spalla e ascoltai la conversazione che stava avendo con i fratelli Prince, che erano come il Sole e la Luna quei due fratelli: uno biondo, impersonificava la felicità, l'altro aveva un non so che di tetro conferitogli probabilmente dai capelli neri e lo sguardo truce.

Una mano si poggiò sulla mia spalla, attraverso il tessuto e girata di spalle io già sapevo che non era una persona che conoscevo. Mi voltai e la mia mente fu invasa dall'azzurro. Il mio primo impulso fu: okay non ebbi un primo impulso, ero troppo incantata.

"Ciao" la voce melodiosa e il movimento delle labbra della ragazza mi riscosse dal mio stato di adorazione. Quando nel nostro tavolo si resero conto dell'intrusa il vocio smise, anche da parte degli altri clienti. Da dietro il bancone la proprietaria del ristorante ci guardava con un sopracciglio inarcato.

"Emh si ciao" borbottai, perché parlava a me? Stavo così bene sulla spalla di Dylan.

"Volevamo scusarci per il nostro comportamento" ci sorrise gentile. "Scusarvi? Voi? Perché? Che avete fatto?" Iniziai a parlare velocemente "sono io che devo scusarmi" mormorai fra me e me, rendendomi conto delle mie parole sobbalzai. "Scusatemi" unii le mani come se pregassi e chiusi gli occhi, riaprendoli un pò per sbirciare la reazione della ragazza e del tavolo a fianco. Alcuni ragazzi stavano sorridendo, probabilmente dovevo essere buffa. Tu non devi essere buffa. Devi incutere paura. Borbottò Brisingr. Così mi creo solo dei nemici. Le risposi.

La sentii borbottare frasi poco gradevoli nei miei confronti. Ma dopotutto cosa sono gli amici? Sono nemici che non ti hanno ancora attaccato.
Grazie per le tue perle di egoismo. Sospirai sperando che percepisse la mia ironia.

"Vedete compagni? Tutto si è sistemato" l'azzurra ragazza si voltò e sorrise ai suoi amici. "Io sono Rowena. Piacere di conoscerti..." lasciò la frase in sospeso e inclinò il viso "Xena" risposi prontamente.

"Loro sono i miei compagni, tu hai già... conosciuto Hestia" si riferiva alla ragazza con i codini che mi stava lanciando occhiate assassine. "E Freya" voltò la testa per indicarmi la ragazza dall'abito con lo spacco. "Ciao" rivolsi loro un piccolo sorriso cercando di non forzare la situazione. Mi elencò i nomi dei restanti sette e io poi presentai i ragazzi del Campo, i quali rivolsero cenni e sorrisi ai nostri compagni fatati.

Squame di DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora