Capitolo 12: Mossa sbagliata

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"Per vostra informazione, voi non siete realmente suoi zii. Nessuno di noi lo è. Io per il suo bene eviterei di confonderle ulteriormente le idee.
Ovviamente alla fine siete voi a decidere come approcciarvi con lei. Il mio è solo un consiglio".
Avrei tanto voluto evitare di introdurre questo capitolo con una lamentela di Sheldon, ma purtroppo per voi, non potevo fare altrimenti.
Non capivo il perché gli desse così tanto fastidio il fatto che mi approcciassi ai suoi amici come se fossero miei zii. A dirla tutta, neanche gli altri lo capivano.
"Ma mi vuoi spiegare quale sarebbe il tuo problema?" gli chiese Howard cercando, per appunto, di comprenderne il motivo.
Sheldon emise una fievole risatina, per poi dire:
"Howard, io non sono riscosso da nessun problema. Al massimo le conseguenze di questa prolungata illusione le pagherà la bambina. E ho utilizzato il termine illusione proprio perchè tutti voi la state illudendo di una fantasia che non sarà mai vera. Volete sul serio averla come nipote? Perfetto: sposatevi con la sorella del padre o della madre e non avrò più nulla da ridire sulla questione."
Tutta questa situazione la trovavo tremendamente esagerata. Avrei tanto voluto rispondere subito a modo mio, ma sapevo che non era ancora arrivato il momento. Prima volevo attendere e ascoltare la risposta di Howard, la quale non tardò ad arrivare:
"Si tratta di un gioco, Sheldon. Un gioco creato appositamente per farla sentire a casa e per integrarla nella nostra piccola e pazza famiglia. E per me la questione può beatamente chiudersi qui. Non ho voglia di discutere tutta la serata su delle baggianate."
Sheldon, il quale stava ancora utilizzando il portatile, fermò bruscamente le sue dita, le quali erano ancora impegnate a pigiare tasti sulla tastiera. Fissò per qualche secondo lo schermo senza dire nulla, si girò poi verso la nostra direzione e la risposta che pronunciò poco dopo fu la goccia che fece traboccare l'intero vaso.
"In primo luogo: per caso non esisteva il fantomatico detto < un gioco è bello quando dura poco >?
In secondo luogo: da quando in qua ingannare e mentire sono da considerarsi come forma di intrattenimento?
In terzo e ultimo luogo: sappiate che dalle mie parti le bugie non sono mai state considerate come delle frivole baggianate."
Sapete per quale motivo quella risposta fu per me una motivazione più che valida per aprire bocca? Perché avevo capito che non si sarebbe mai arrivati ad una conclusione e avevo compreso che dovevo assolutamente zittire Sheldon sull'argomento, onde evitare inutili litigi tra lui, Raj e Howard.
E poi, volevo immensamente fargli sapere quella cosa. Ed era arrivato il momento giusto per dirgliela.
Forse non sarà stata una risposta tanto gentile ed ero consapevole che pronunciandola avrei pure rischiato di mettere nei guai Penny. Ma ne valeva pienamente la pena se l'obbiettivo finale sarebbe stato quello di chiudere per una buona volta l'apparato boccale a quello spilungone.
"La zia Penny dice che è altamente dannoso darti ascolto. Per di più, ha pure detto che assomigli a una gigantesca mantide religiosa!"
Ammetto di essere stata pesante, però perlomeno stava zitto.
Howard e Raj si misero subito a ridere come non mai. E io mi sentivo fiera di me stessa.
"Il grande Sheldon Cooper messo a tacere da una bambina!!! Ahahahah!!! Questa rimarrà sempre storica!!! Ahahahah!!!" disse Howard soffocato dalle sue stesse risate.
"E questa brucia più della stessa lava prodotta dal Manarcaud" disse invece Raj appena fu finito il suo attacco di risa.
Ciò accadde nel giro di qualche decina di secondi. Sheldon, nel mentre, rimase nella stessa identica posizione ed ebbe degli strani tic all'occhio, gli stessi che aveva mostrato quando quella mattina mi aveva parlato della leggenda sul beccaccino.
Girò poi la testa verso il suo portatile. Con tono terribilmente nervoso e senza neanche guardarci in faccia, disse rivolto a noi.
"Bene. Prendetevi pure gioco di me. Continuate a vivere nel vostro teatrino come se nulla fosse. Fate quello che volete. D'altra parte, ognuno è libero di avere il proprio pensiero. Per quanto mi riguarda, prima di definire qualcuno come mio parente, devo vedere nero su bianco risultati compatibili ricavati da un valido test del DNA. In conclusione, sappiate che mi ritengo offeso; per vostra informazione, le mantidi religiose sono insetti e gli insetti hanno sei zampe!"
L'ultima parte della frase la disse alzando il tono della voce. Ma nonostante stesse per esplodere, Howard continuò ad infierire:
"Non è che potresti girarti e mimare delle piccole lame con le mani? Magari così facendo riesco a vedere finalmente qualche somiglianza! Ahahahah!"
"Andate al diavolo!" ribattè infine Sheldon. Da quel momento in poi, non ci parlò più per un lungo lasso di tempo. E vi posso assicurare che fu una vera benedizione mandata dal cielo.
Dopo essere stata complimentata da Howard e dopo che quest'ultimo mi esordì con un semplicissimo, ma allo stesso tempo apprezzatissimo "sei grande" e dopo che mi fu offerto l'onore di battergli un cinque, iniziai a parlare del più e del meno con entrambi i ragazzi seduti sul divano.
Chiesi innanzitutto di quella curiosità che volevo assolutamente togliermi, ovvero del perché Raj non riuscisse a parlare con le donne.
Non ebbi una risposta precisa a questa domanda. Seppi solamente che la sua era semplicemente una forma di mutismo selettivo, la quale poteva essere superata solo attraverso l'assunzione di farmaci, oppure, in casi disperati, attraverso l'alcolismo. Ma non sono ancora a conoscenza sul perchè Raj ne soffrisse. In realtà, neanche lui all'epoca lo sapeva e probabilmente non lo sa neanche tutt'ora. L'unica cosa che so è che questo argomento rimarrà per sempre un mistero.
Raj e Howard fecero poi domande sul mio conto; quanti anni avessi, da dove venivo e come ero finita lì in loro compagnia.
Come avevo agito con Leonard e Penny, neanche a loro rivelai la risposta alla seconda domanda. Ma, ovviamente, raccontai tutto il resto. O meglio, quasi tutto. Non potevo parlare in maniera aperta come avevo fatto con Penny. Non perché non mi fidassi di Howard e Raj, ma dovete tenere presente che in quel momento c'era pur sempre Sheldon in ascolto. E non avevo per niente voglia che si mettesse a discutere poichè avevo qualcosa da ridire su come aveva badato a me.
Quindi, tralasciai totalmente tutto ciò che riguardasse Sheldon e parlai solo di Leonard e Penny. Allo spilungone in questione sembrava comunque non importargliene e, fidatevi, è stato meglio così.
Non c'è bisogno che vi scriva tutti i dialoghi. Sappiate soltanto che l'ultimo argomento di cui parlai fu di quel bellissimo cartone animato che vidi in compagnia di Penny e di quel sogno che feci durante quello stesso pomeriggio.
"Wow, anche io vorrei provare l'ebbrezza di volare in groppa a un drago" commentò Raj con voce sognante.
"È una bellissima esperienza, fidatevi" risposi io sorridendo.
"Mi hai incuriosito molto, sai? Sai dirmi qual'è il titolo di questa opera videoludica e, se posso permettermi, interamente draghesca?"
mi chiese Howard. Io risposi in maniera negativa perché purtroppo il titolo di quel cartone animato non lo conoscevo ancora.
"Scusate se mi intrometto a capofitto nel vostro discorso, ma per vostra curiosità..."
Dopo ben quasi un'ora in cui aveva totalmente ignorato ogni nostro discorso, con nostra sorpresa, Sheldon proferì parola proprio su questo argomento.
"Ma non eri arrabbiato con noi?" chiese Howard, evidentemente scocciato dal fatto che Sheldon stesse per fare il sapientone di turno.
"Non sono arrabbiato. Sono solo tremendamente offeso. E comunque, questo non mi frena dallo sfamare la vostra sete di curiosità con nozioni a voi ancora sconosciute".
Si girò nuovamente verso di noi e, come se tutto ciò avvenuto un'ora prima non fosse mai successo, iniziò a parlarci con tono pacato.
"Come stavo dicendo, si tratta dell'opera videoludica "Dragon Trainer". Tratta dal celebre romanzo "How to train your dragon" (scritto da Cressida Cowell nel 2003), l'opera in questione nasce inizialmente come film d'animazione prodotto dalla Dreamworks, il quale viene diretto nel 2010 grazie all'ausilio dei registi Chris Sanders e Dean DeBlois.
La storia tratta di un ragazzo vichingo quindicenne, il quale fatica a dimostrare il suo valore in qualità di uccisore di draghi, occupazione principale di ogni vichingo poichè in quell'universo draghi e vichinghi sono costantemente in guerra tra di loro.
Lui però sarà destinato a infrangere la tradizione e a ignorare questo suo destino, portandolo a diventare colui che metterà fine alla guerra.
Il primo film ha dato vita a un franchise molto ampio, composto da cortometraggi, una serie televisiva e due sequel, ovvero "Dragon Trainer 2" diretto nel 2014 e "Dragon Trainer 3 - Il mondo nascosto" diretto nel 2019."
Trovai l'intera spiegazione molto interessante. Howard e Raj, invece, lo ascoltarono come se fossero stupiti.
"Ma come fai a conoscere tutte queste cose?" chiese Howard appena Sheldon finì di spiegare.
"A differenza vostra, io nutro un certo interesse verso le opere della Dreamworks. Ma si tratta comunque di stima nata durante l'infanzia, nulla di più." gli rispose quest'ultimo.
Howard stette per dire qualcos'altro, ma Raj lo interruppe.
"Quanto sarebbe bello vivere in quell'universo e avere un drago come migliore amico."
"Sarebbe un mondo nel quale l'umanità si estinguerebbe nel giro di qualche decennio" ribattè Sheldon.
"Un presunto universo parallelo nel quale draghi e umani avessero anche una sola interazione tra di loro, porterebbe ad avere solo due scenari plausibili: i draghi potrebbero razziare il mondo umano, mandandolo lentamente verso una oramai certa estinzione, oppure, l'uomo stesso potrebbe diventare furbo a tal punto da sottomettere i draghi stessi e a ridurli a delle mortali macchine da guerra.
A quel punto non si utilizzerebbero più le armi da fuoco per guerreggiare le armate nemiche, ma i draghi oramai schiavizzati, costringendoli a combattere e a uccidere i soldati rivali. Tutto questo porterebbe ad uno scenario nel quale i draghi, stanchi di essere maltrattati e di uccidersi a vicenda, si ribellerebbero ai loro stessi padroni, risvegliando il loro istinto distruttivo e mandando lentamente l'umanità alla medesima estinzione di cui vi ho parlato poc'anzi."
"Ma draghi e umani potrebbero comunque diventare amici e compagni" esclamò Raj.
"Ma non diciamo fandonie. Questo succede in Dragon Trainer solo perchè si tratta di un cartone animato per bambini. Non prendiamoci in giro. Secondo voi è possibile che durante tutte quelle riprese non vi sia la sola ombra di sangue o di massacri in generale? Si, è possibile solo perchè si tratta di una produzione della Dreamworks" concluse infine Sheldon.
Non posso nascondere che questo discorso mi rovinò quel piccolo tratto di infanzia che mi venne creato durante quella giornata.
Ci rimasi male? Se ve lo steste chiedendo, si e anche abbastanza. Però, cercai comunque di non pensarci e di immaginarmi un simile universo parallelo come quello creato dai registi originali dell'opera.
"Ehm, ok...Che ne dite di fare qualche gioco mentre attendiamo Leonard?" chiese Howard con velato entusiasmo.
"Va bene. Io proporrei di fare una partita a scacchi con ostacoli. Siamo in quattro, si gioca a squadre ed è un gioco divertente" propose invece Raj.
"Per quanto mi entusiasmi il gioco degli scacchi unito all'utilizzo di laser e spray da cucina, temo purtroppo di dover rifiutare la vostra offerta. Solitamente a questo gioco partecipa sempre Leonard e giochiamo formando le solite due squadre seguendo la stessa tradizione da anni, ovvero io e Leonard contro voi due. A parte il fatto che non voglio assolutamente essere affiancato da nessuno di voi tre durante la partita, non penso che la bambina possieda abbastanza capacità di apprendimento per poter imparare in tutto e per tutto le regole degli scacchi."
E di nuovo Sheldon Cooper aveva sottovalutato le mie capacità. Sapevo di non possedere tutte le sue conoscenze, però all'epoca ero comunque una bambina intelligente. Non sapevo giocare a scacchi, questo è vero, però avrei comunque imparato in fretta. E l'essere sminuita in quel modo mi dava incredibilmente fastidio.
"Va bene, ok. Potremmo comunque fare qualche partita a sasso, carta, forbici, lizard, spock." propose nuovamente Raj.
"Beh, non è una cattiva idea. È un gioco semplice, carino e a tratti anche divertente. Guarda piccola, ti faccio vedere: le forbici tagliano la carta, la carta avvolge il sasso, il sasso uccide Lizard, Lizard avvelena Spock, Spock rompe le forbici, le forbici decapitano Lizard, Lizard mangia la carta, la carta invalida Spock, Spock vaporizza il sasso e, come è sempre stato, il sasso rompe le forbici" mi spiegò Howard, mentre mi fece vedere i vari gesti da fare con le mani.
Il gioco non mi era nuovo. Sapevo benissimo quali fossero le regole, anche se conoscevo solo il classico "carta sasso forbice".
Però, questa nuova versione mi incuriosiva assai. E non vedevo l'ora di memorizzare tutte le regole e di imparare a giocare.
"Io forse sceglierei un gioco più adatto alla sua portata. Potreste contare fino a dieci e lei potrebbe nascondersi" infierì nuovamente Sheldon.
Quest'ultima sua frase mi aveva toccata nel profondo. Sapevo che non dovevo darci troppo peso, ma la mia pazienza aveva raggiunto il limite. Sapete com'è: si può non farci caso per una, due, massimo tre volte, ma dopo un pò che si tira la corda, anche la persona più paziente sul globo rischia di perdere completamente la calma. E con la consapevolezza che avrei dovuto sopportare questo suo atteggiamento altezzoso per chissà quanto tempo, fui pervasa da un istinto irrefrenabile di vendetta, il quale nella mia mente avrebbe dovuto avere l'obbiettivo di fargli abbassare la cresta.
"Ora, se volete scusarmi, mi devo ritirare un attimo in camera per mettere a posto un paio di beni personali. Tra qualche minuto sarò di ritorno" disse Sheldon, prima di alzarsi dalla sedia e di avviarsi verso il corridoio.
Ancora seduta sulle ginocchia di Howard, mi venne da dire:
"Non so voi, ma io non lo sopporto più."
"A chi lo dici. E pensa che tutti noi lo abbiamo sopporto per anni. Se non fosse per Leonard, il quale ci invoglia ad assecondarlo ogni santissima volta, io sicuramente avrei reagito da chissà quanto tempo" mi disse Howard, mentre mi accarezzò la schiena.
"Io però sento l'irrefrenabile voglia di colpirlo in testa con qualcosa di pesante" dissi io cercando di mantenere salda la sanità mentale.
"Se vuoi in cucina, dentro il primo cassetto sulla sinistra, c'è un mattarello di legno. Ma se la tua intenzione sarebbe quella di fargli veramente del male, non ti conviene mirare alla testa. Non sarebbe alla tua portata. Potresti semmai provare a puntare i gioielli di famiglia. Dovrebbero trovarsi più o meno alla tua altezza. Però, non farlo sul serio. Sfogati nella tua immaginazione, ma ti scongiuro, davvero. Non devi mai farlo sul serio".
È probabile che fossi andata fuori di testa, ma in quel momento, Howard mi diede l'idea perfetta per vendicarmi.
Mi alzai repentina dalle ginocchia di quest'ultimo, andai verso la cucina, aprì quello stesso cassetto nominato da Howard, presi il mattarello e mi misi di fianco al frigorifero, ad attendere l'arrivo del malcapitato.
Sappiate che il tutto successe in maniera talmente tanto veloce che quasi non me ne resi neanche conto.
Nell'esatto momento in cui mi misi in postazione, sentì la porta della camera di Sheldon chiudersi. Pochi secondi dopo, me lo vidi passare davanti e, senza neanche pensarci due volte, colpì con violenza il punto consigliato da Howard, senza dare a Sheldon la possibilità di agire.
E Howard e Raj? Loro, non ebbero neanche il tempo per riuscire a fermare questa mia azione. Ve l'ho detto. Tutto ciò capitò in un lasso di tempo che durò pochi secondi.
Iniziai a riprendere velocemente lucidità. Il senso di vendetta si stava tramutando in un oramai scontato senso di colpa. La prima cosa che vidi fu Sheldon straziante ai miei piedi, il quale si stava tenendo con entrambe le mani la zona dei testicoli. Vidi poi il mestolo tenuto dalle mie stesse mani, che buttai istantaneamente a terra. Girai la testa verso il divano: Howard e Raj erano in piedi. Sorpresi, scandalizzati per ciò che avevo commesso e probabilmente preoccupati per l'imminente reazione di Sheldon, che sarebbe arrivata appena quest'ultimo si sarebbe ripreso.
La rabbia e l'avventatezza erano sentimenti oramai sostituiti da paura e consapevolezza.
Il mio cuore perse diversi battiti durante questo cambio di sensazioni. Lacrime dovute al senso di colpa iniziarono a solcare il mio viso e l'unica parola che mi venne da pronunciare in maniera ininterrotta e incontrollata fu:
"Mi dispiace".

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