Capitolo 20: Io sosia di Sheldon Cooper???

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"Forza, dimmi tutto" iniziò Leonard, invogliando Sheldon a parlare.
"Come ti avevo preannunciato ieri sera, è arrivato il momento di esporti il resoconto finale che mi sono fatto sul conto della bambina"
"Lei al momento non andrà via da qui, sappilo!" disse Leonard, portando entrambe le mani davanti a se. Sembrava quasi come se fosse allarmato.
Sheldon lo guardò con aria stranita, come se fosse rimasto sorpreso dalle parole del suo coinquilino. Infatti, fu proprio così:
"Non riesco a comprendere questa tua reazione. Non ho certo detto che debba obbligatoriamente andarsene. Gentilmente Leonard, evita di sparare false accuse. O perlomeno ascolta, prima di dire la tua."
Lettori cari, anche se lo spilungone avesse seriamente voluto cacciarmi fuori di casa, fidatevi che non me ne sarei andata lo stesso.
"Perdonami Sheldon, ma ho preferito mettere le mani avanti... letteralmente... Continua pure" gli disse Leonard, evidentemente più sollevato rispetto a prima. 
"Come ti stavo dicendo, dopo aver passato quasi un'intera giornata in compagnia della bambina, posso finalmente esporti le idee che mi sono fatto a riguardo: nonostante sia una marmocchia incredibilmente esuberante, ingenua, insopportabile sotto certi aspetti e per nulla rispettosa nei confronti del lavoro altrui, ammetto di aver notato una sorta di potenziale in lei. E, caro Leonard, credo proprio che ti renderà assai contento sapere che mi caricherò sulle spalle la responsabilità di far germogliare questo suo potenziale di cui ti ho parlato poc'anzi. In questo modo, in futuro non sarai più obbligato a fare la bambinaia a tempo pieno. Non c'è di che."
Concluso il discorso di Sheldon, quello ad essere confuso fu proprio Leonard. E, credetemi, non era l'unico.
Tralasciando i vari sinonimi dispregiativi che Sheldon aveva utilizzato per descrivermi, mi venne da pensare: ma di cosa diavolo stava parlando? Io avrei un potenziale? E quale sarebbe? Se volevo scoprirlo, dovevo solo rimanere lì ad ascoltare.
"Ma per me non è assolutamente un fastidio stare in compagnia della piccola. Anzi, mi fa molto piacere badare a lei. E poi, di quale potenziale staresti parlando?"
Sul viso di Sheldon si formò un lieve sorrisetto. Successivamente, rispose:
"Questa sera non l'hai proprio notato, vero? Sto parlando della passione e dell'entusiasmo che ha mostrato verso il mondo della fisica teorica. Hai mai visto in vita tua un infante interessarsi così tanto alla teoria delle stringhe? Non credo proprio. E credimi, non è successo solo questa sera: prima di mandarla a casa di Penny, la bambina è rimasta appiccicata a me per una quarantina di minuti buoni, durante i quali non solo osservava con interesse il mio lavoro, ma ne era rimasta, come ti posso dire... affascinata. Dicendoti tutte queste nozioni, hai capito dove voglio andare a parare?"
"No, non ho capito" rispose Leonard, ancora più confuso rispetto a prima. Se per questo, neanche io riuscivo a capire: si, ero incuriosita dal mondo della fisica e ciò l'avete notato anche voi. Ma mi venne da chiedermi: perchè questo dovrebbe essere considerato come un potenziale?
"Leonard, davvero non ci sei arrivato? Se riuscissi a mantenere vivo questo suo entusiasmo durante tutto il periodo della sua crescita, potrei dare finalmente vita ad una delle menti più geniali che il mondo abbia mai avuto l'onore di ospitare. E dopo anni di continui studi e di duro lavoro, potrei annunciare con orgoglio al mondo intero di aver trovato un erede. In parole povere, avrei al mio fianco quella sorta di Sheldon 2.0 che ho da sempre sognato e desiderato, nonostante il suo aspetto e metabolismo siano totalmente diversi rispetto a quelli che possiedo io."
Per farvela breve, quelle parole mi fecero salire il vomito nei meandri nella mia bocca e per poco non sputai tutta la cena di quella sera sul pavimento. Io uguale a Sheldon Cooper? Mai nella vita lo sarei diventata! Neanche se mi avessero pagata con l'ausilio di tutto l'oro del mondo!
Fortunatamente, anche Leonard pareva contrariato all'idea malsana di Sheldon. Infatti, dopo aver contratto l'intero viso, disse a quest'ultimo:
"Sheldon, ha solo sei anni! Deve ancora crescere e non credo che attualmente sia in grado di sapere cosa vorrà fare nella vita!"
"Immaginavo che ascoltando la mia idea  avresti risposto in codesta maniera. E infatti, mi sono preparato una controrisposta adeguata per schiarirti le idee: a parer mio, bisognerebbe immediatamente sfruttare questa opportunità proprio perché al momento non è ancora in grado di comprendere ciò che vuole fare nella vita. Ragionaci un attimo Leonard: se per tutta la sua adolescenza avesse come insegnante una persona del mio calibro..."
"Insegnante? Ma se non sei neanche in grado di tenere un paio d'ore di lezione in una classe universitaria senza farti odiare dalla gran parte degli studenti... Ti ricordo che durante il tuo ultimo incarico da professore ti sei preso il dito medio da tutta la classe in contemporanea... E ti ricordi quando Penny ti chiese il favore di insegnarle qualcosa sulla fisica di base e tu l'avevi fatta piangere dopo neanche quarantacinque minuti di spiegazione? Con questi pretesti, come pensi di poter tenere in piedi per due/tre decenni l'intero apprendimento di una bambina che attualmente ha sei anni di vita?" disse Leonard in tono stizzito, interrompendo il discorso di Sheldon.
L'idea di avere quest'ultimo come insegnante mi fece stare ancora più male rispetto a quanto non lo stessi già. Piuttosto, avrei preferito rimanere ignorante a vita.
"Leonard, apprezzo la tua curiosità, ma preferirei che le domande mi vengano fatte alla fine del discorso. Ad ogni modo, ti darò ugualmente una semplice risposta al tuo quesito: persone come Penny o come quei labradoodle che frequentano la nostra università hanno già affrontato il loro percorso di studi ed è per questo che non riescono ad apprezzare il mio metodo d'insegnamento. La bambina, invece, è come se fosse ancora un blocco d'argilla da modellare. E se mi venisse data la possibilità di modellarlo a mio piacimento, parlando sempre entro il paragone, potrei seriamente creare la terza mentalità più intelligente presente sul globo terrestre. Dico terza poiché prima verrebbero la mia intelligenza e quella di Stephen Hawking. E ciò potrebbe dare vita alla procreazione di esseri umani intellettualmente più sviluppati e sarebbe un primo passo verso l'evoluzione della nostra specie. L'intera terra diventerebbe un pianeta popolato da esseri umani intelligenti quanto me. Non sarebbe fantastico?"
"Niente affatto! Punto primo, il tuo modo di ragionare mi spaventa! Punto secondo, non ti permetterò di modificare a tuo piacimento il futuro della bambina! Se lei in un prossimo futuro vorrà imbattersi nello studio della fisica teorica, sarà solo ed esclusivamente una sua decisione. Ma si tratterà solo di una sua scelta, influenzata dagli studi che piacciono a lei e non da ciò che piace a te!"
Detto questo, Leonard si alzò improvvisamente in piedi, con l'intento di andarsene. Le sue parole mi commossero a tal punto che mi venne da sorridere: perlomeno in quella casa c'era qualcuno che sapeva ragionare come si deve.
"Beh caro mio, non penso che ci siano molte altre scelte a disposizione! Un buon insegnante privato ci porterebbe a spendere un patrimonio ogni settimana, per di più, prima di inserirla in un ambiente scolastico adeguato, bisogna aspettare fino al mese di settembre, ergo fino al periodo d'inizio di ogni anno scolastico. In conclusione, il sottoscritto potrebbe solitamente lavorare da casa se solo lo volesse, a differenza tua che la gran parte delle volte sei costretto a fermarti in laboratorio fino a tardi. Avresti ulteriori opzioni da proporre? Non so, tipo intortarla tutto il giorno davanti alla televisione, oppure farla stare tutti i giorni in compagnia di quella scroccona nullafacente di nome Penny?!" disse Sheldon alzando il tono della voce, per poi alzarsi di colpo anche lui. Si guardarono negli occhi per qualche secondo. Successivamente, Leonard rispose alla velata provocazione di Sheldon:
"Bene. Se vuoi farle da maestro, accomodati pure. Voglio proprio vedere quanto durerai e soprattutto come farai ad insegnarle materie di base come matematica, scienze, geografia, storia, letteratura... Penso proprio che il tuo fallimento sarà uno spettacolo assai piacevole da gustare."
L'istinto di uscire allo scoperto e di protestare contro quella idea fu veramente elevato, ma il pensiero di ritrovarmi nuovamente sdraiata sulle ginocchia di qualcuno a prenderle di santa ragione con il sedere all'aria mi fece rimanere ferma sul posto.
"Leonard, sono un fisico teorico e possiedo ben due dottorati. A parer tuo non sarei in grado di compiere un'impresa così banale? E poi, perchè mai dovrei insegnarle materie frivole come storia e letteratura? Non ti fanno imparare nulla di interessante e sono solo una gran perdita di tempo. Per quanto mi riguarda, sono riuscito benissimo a fare carriera senza dover ricorrere ad alcuna tipologia di studio umanistico."
"Già, è proprio questo che mi fa dubitare sulle tue abilità da professore..." gli disse Leonard, corrucciando lo sguardo. Poi, aggiunse:
"Ma il problema principale non è il futuro della sua carriera scolastica. A quello poi, ci si penserà appena possibile. Ciò che davvero importa è farle vivere la propria infanzia. Sai com'è: farla uscire, farla giocare e, specialmente, convincerla a socializzare con i suoi coetanei. Per appunto, domani la porteremo con noi all'università e le faremo conoscere la figlia minore della migliore amica di Leslie Winkle."
"Oh, no! Non intenderai mica quella donna che non smette mai di parlare appena inizia un discorso! Comprendo che i letterati tendino ad essere esageratamente logorroici, ma qualcuno sul nostro posto di lavoro non ha mai pensato di chiuderle la bocca una volta per tutte?!"
Ammisi a me stessa che fu molto divertente vedere Sheldon esasperato. Però, questa visione esilarante venne placata da un fattore che mi preoccupò alquanto: Leonard voleva obbligarmi a socializzare con una bambina a me ancora sconosciuta. E vi assicuro che non avevo per niente voglia di conoscere gente della mia età... Ascoltai il resto della loro conversazione, con oramai mille pensieri per la testa:
"Ma dai, Christine Jones non è così terribile come dici! È una donna simpatica, intelligente e studiando letteratura si è costruita comunque una buona carriera. In fondo, è anche grazie al suo lavoro se riesce a crescere le sue due figlie."
"Se per buona carriera intendi dire aver guadagnato una laurea magistrale per aver studiato scienze umanistiche in un'università pubblica e per poi aver speso cinque anni di vita per diventare infine una maestra in una scuola elementare, allora si, la sua sarà sempre considerata come una buona carriera. Ma ciò non toglie l'odio che provo verso di lei. È decisamente più insopportabile rispetto a Leslie Winkle, tende sempre a criticare qualunque cosa io faccia e non tiene mai d'occhio quell'angosciante marmocchia di sua figlia!"
"La piccola Margaret? Ma se si tratta di una delle bambine più adorabili che io abbia mai conosciuto!"
"Fidati, adorabile è tutt'altro paio di maniche! Vaga sempre in giro per l'università, entrando in laboratori che un bambino non dovrebbe neanche vedere. Questo non sarebbe affatto un problema, se non fosse per il fatto che tutte le sante volte si diverte a bussare al mio ufficio mentre sto lavorando! Lo giuro Leonard, è come se lo facesse apposta! Ho il presentimento che quella bambina si diverta a vedermi impazzire!  E credo che sua madre ci trovi gusto sotto un certo aspetto perché ritengo impossibile che vada sempre a difendere quella poppante dicendo cose del tipo "eh, ma oramai ha preso confidenza. È normale che con te si comporti in questo modo", oppure "ma lasciala stare, è solo una bambina"! Leonard, ti assicuro che se fosse per me, quella piccola seccatrice non entrerebbe più nel nostro posto di lavoro!"
"Sheldon, Christine ha ragione. Margaret è una bambina di sette anni e come tale adora giocare ed esplorare. E poi, bussa al tuo ufficio perchè ti vuole salutare. Lo fa con tutti. È naturale: da quando sua sorella maggiore ha iniziato a studiare nella nostra università, sua madre tende spesso a venire in facoltà per passare più tempo con Leslie e dato che nessuno è disposto a badare alla bambina durante il primo pomeriggio, la deve portare con se per forza."
"Ecco, la piccola peste dovrebbe prendere esempio dalla sorella maggiore. Natalie Jones, ovvero una delle migliori studentesse che io abbia mai avuto. Lei si che è una ragazza intelligente. Silenziosa, rispettosa e con un curriculum scolastico impeccabile, ma purtroppo i suoi problemi di anemia la costringono a dormire durante la gran parte delle lezioni. L'ho avuta come alunna in un paio di occasioni e le ho fortemente consigliato di farsi visitare da un medico e di sottoporsi ad una trasfusione di ferro. So che si tratta di una cura poco piacevole, ma sarebbe un peccato sprecare una perfetta carriera scolastica per un problema di salute."
Ci fu qualche secondo di silenzio. Poi, Leonard continuò il discorso:
"Ora comprendo il perché quella ragazza non ti abbia ancora mandato a quel paese. Le tue lezioni non le ha neanche ascoltate. Comunque, domani faremo conoscere Margaret a Valentina. Così perlomeno si farà una nuova amica."
"Potevamo certamente trovare una compagnia migliore, ma presumo che non possa fare niente per farti cambiare idea. L'importante è che non mi rompano le scatole mentre lavoro, per il resto possono fare quello che vogliono. Comunque, prima che mi dimentichi, devo farti firmare alcune cose."
Detto questo, Sheldon si avviò verso la sua scrivania e tirò fuori dal cassetto un'enorme pila di fogli.
"Cosa dovrei firmare stavolta?" chiese Leonard scocciato.
"Nulla di che. Sono solo le nuove clausole del contratto tra coinquilini che permetterebbero alla bambina di stare qui per un periodo a lungo termine. Ovviamente non posso far firmare a lei poichè è ancora minorenne e dato che sei tu il suo tutore principale, penso che sia tuo dovere firmare in sua vece."
Vidi Leonard firmare tre o quattro fogli e sentì parlare i due di altre trattative assurde presenti in quel contratto, come per esempio i miei turni per andare in bagno, oppure il menù settimanale che dovevo per forza accettare e seguire. Durante quel discorso, Sheldon ricordò a Leonard che la crepes alla nutella non era affatto presente nell'elenco di cibi che mi era concesso mangiare. Si, se n'era accorto. Non chiedetemi come, ma se ne era accorto.
Ragionando su queste cose, non mi accorsi neanche che i due si erano salutati dandosi la buonanotte e mi resi conto troppo tardi che Leonard mi aveva scoperto. Non disse niente: sul momento, si limitò soltanto a fissarmi con sguardo incredibilmente severo e con un espressione che non ammetteva alcuna replica. Tutti quei pensieri fuggirono dalla mia mente e vennero sostituiti da un'unica certezza, ovvero di essere finita in un mare di grossi guai.

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