Gym

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"Ginevra dove sei finita????" uno squillo a vuoto, due squilli, tre squilli "Ginevra ammazzo Maya se non ti presenti immediatamente davanti alla palestra! Una bella tortura al tuo chihuahua, immagino già la scena: io con la motosega e lui che tenterà di addolcirmi con i suoi occhioni ma fallirà" dalla mia bocca esce una risata malefica, credo di aver esagerato ma guardandomi intorno, esclusi due ragazzi che mi  fissano come fossi una psicopatica, nessuno mi sta osservando. 

"Brutta stronza, non provare a toccare Maya o ti spezzo in due come un tartaruga marina". Un difetto di Ginevra è spuntare all'improvviso dal nulla portando le persone ad avere un infarto ogni volta che la incontrano, l'altro difetto è provare a incutere timore con frasi senza senso come quella appena pronunciata. 

Mi giro e vedo la ragazza in questione davanti a me, alta come un tappo, con i suoi capelli a caschetto lisci come la seta che le contornano il viso e  i suoi enormi occhi cristallini socchiusi in due fessure; credo che il suo intento sia sorridermi in modo maligno ma sembra un'adolescente uscita da un manicomio stile -american horror story-; 

Mi guardo attorno e noto che la coppia di ragazzi che prima mi osservavano in modo insolito non si è spostata; adesso sicuramente mi crederanno una psicopatica con un'amica squilibrata, perfetto!!

Entrando in palestra scorgo la sala abbastanza piena e mi chiedo il motivo; mi avvicino a Sabrina: la ragazza della reception "perché la palestra è praticamente piena? Non ricordavo avessero iniziato i corsi extra" le chiedo con un tono di voce alquanto basso come fosse un segreto; la ragazza dai boccoli d'oro con la gomma in mezzo ai suoi canini bianchi splendenti sfoggia un sorriso a trentadue denti "questa estate hanno ampliato l'ala ovest aggiungendo la piscina e adesso molte squadre di nuoto vengono ad allenarsi qui" risponde cortesemente "ah, okay grazie" faccio cenno a Ginevra di raggiungermi "hanno aggiunto la piscina durante i mesi estivi" Ginevra annuisce senza commentare ed insieme ci dirigiamo nello spogliatoio femminile dove notiamo una decina di ragazze intente a indossare un costume intero rosso con una scritta verticale sul fianco destro, non riesco a scorgere ciò che c'è scritto ma credo siano le componenti di una squadra di nuoto agonistico.

Ho praticato nuoto per sette anni, ho sempre adorato l'acqua fino al sette giugno della seconda media; ero diventata campionessa regionale di nuoto agonistico under 15; quel giorno avevo un po' di mal di testa e nausea ma credevo si trattasse solo di tensione. La sala era enorme, mi ricordo come fosse ieri le pareti blu e bianche decorate con adesivi rappresentanti onde e delfini, erano dieci corsie lunghe all'incirca cinquanta metri, noi dovevamo utilizzarle solo metà.  Quando arrivò il mio turno tuffandomi  il mal di testa aumentò e iniziai a non sentire più il mondo esterno, i rumori erano ovattati, sembrava che il male all'interno della testa si stesse espandendo in tutto il corpo, si aggiunse la sensazione di non riuscire a respirare e andai in tilt fino a bere litri d'acqua, fortunatamente il mio allenatore a bordo piscina se ne accorse immediatamente e mi aiutò a uscire dall'acqua e chiamò l'ambulanza; fui eliminata dalla gara e venni portata in ospedale, ci vollero dieci giorni prima di poter tornare a casa. Non so esattamente la causa del mio attacco di panico ma da quel giorno non ho mai più provato a nuotare.

Mi cambio velocemente i jeans e la t-shirt e rimango con un paio di shorts sportivi dell'Adidas ed un top della Nike un po' largo a causa della recente perdita di peso estiva, so che è un oltraggio a entrambi i loghi ma è il completo più comodo che indosso per andare in palestra.

Quando io e Ginny usciamo dallo spogliatoio e ci posizioniamo nel nostro angolo notiamo che al posto del muro con appoggiate le macchine per gli esercizi si innalza un vetro che divide la parte sportiva dall'ala in cui emerge la piscina: dal vetro si ha una completa visuale delle otto corsie, noto che la nuova  struttura è molto affollata, perlustro ogni dettaglio della nuova parte, ci saranno più o meno tre squadre di nuoto e inizio a osservare le ragazze e i ragazzi quando il mio occhio si sposta sulla coppia di ragazzi che osservavano me e Ginevra all'entrata della palestra.

Il primo ragazzo sarà alto due metri, ha gli occhi chiari ma non riesco a distinguere il colore, sono troppo lontana, ha un fisico tonico e i capelli ricci castani, bellino; l'altro ragazzo ha i capelli biondo cenere, sarà all'incirca un metro e ottanta, anche lui possiede un fisico tonico e asciutto, ciò che mi colpisce è il taglio degli occhi: a mandorla, nonostante io non riesca a distinguere il colore degli occhi resto a fissare gli sguardi di entrambi i ragazzi che iniziano a muoversi insieme alla squadra completa; uno alla volta indossano gli occhialini e si tuffano dal trampolino, fino a quando il ragazzo moro, preceduto da quello biondo, prima di tuffarsi alza la mano e saluta guardando nella mia direzione, mi giro per controllare se dietro di me ci sia qualcuno ma oltre a Ginevra non c'è nessuno alle mie spalle; "Amica hai appena fatto una figura di merda colossale" mi avverte Ginevra scoppiando a ridere, mi giro con uno sguardo confuso "io mi ero solamente affacciata a guardare la piscina, non so cosa sia preso a quei ragazzi" alzo le spalle come a volermi giustificare "Diamante stavi da ben cinque minuti a osservare quei due ragazzi con la bava alla bocca, è abbastanza ovvio che uno dei due guardando verso la palestra in cerca di qualche culetto sodo abbia notato una maniaca attaccata al vetro, con la bava alla bocca a fissarli, e, soprattutto mostrando le sue tette" mi abbasso e guardo il top presente sul mio petto ancora più confusa di prima, la ragazza accanto a me sbuffa sonoramente " deficiente, prova a metterti nella posizione di prima" mi metto al vetro come un paio di minuti fa e, Ginevra, spostandomi di peso davanti allo specchio, facendo attenzione che la posizione del mio corpo rimanga la stessa di prima, mi indica il mio piccolo ben di dio metà in mostra a causa del top troppo largo "oh cazzo" Ginevra scoppia a ridere per la mia faccia imbarazzata "è inutile che mi guardi in quel modo, sei tu che hai mostrato una parte delle tue tette ai ragazzi mica io" alzo lo sguardo al cielo "si ma potevi avvertirmi cretina" Ginevra sorride maliziosamente e ho la sensazione che stia per sparare una cavol- "non avrei mai potuto evitare di togliere i due bei ragazzi da quell'affascinante visione" scoppia a ridere; come iniziare bene settembre: mostrare la seconda scarsa ai nuovi ragazzi della palestra!

Le seguenti due ore Ginevra e io le passiamo allenandoci tranquillamente. A fine allenamento sono distrutta ma fortunatamente la mamma della mia -stronzamica- si è offerta di accompagnarmi a casa; adesso la stiamo aspettando all'entrata della palestra "tua mamma è l'opposto di te: ritardataria, disordinata, divertente, spiritosa e sfrenata, Ginevra è arrivato il momento di accettare la tua adozione" affermo sinceramente, Ginevra emette l'ennesimo sbuffo e prende in mano il cellulare con l'intento di ricontrollare l'ora "sono le sette e un quarto, è già in ritardo di dieci minuti è inutile che ricontrolli il cellulare ogni trenta secondi" credo si stia iniziando a innervosire; insieme avvisiamo Sofia e Diana sul gruppo -le divine- che siamo vive e domani, come inizio del primo giorno di scuola dovrò assolutamente raccontare la mia figuraccia.

"We bella se vuoi mostrarmi le tue tette in un altro momento io accetto" mi giro verso destra e noto la coppia dei -famosi- nuotatori che mi sta guardando in attesa di una risposta, il ragazzo che ha parlato è quello riccio con gli occhi chiari, che adesso distinguo come verdi, sorride come un ebete "non sono un granchè ma mi posso accontentare" continua il riccio scorbutico, guardo Ginevra e vedo il suo viso ancora più esterrefatto del mio  "ma vattene a quel paese idiota" urlo in modo tale che il messaggio arrivi il più chiaramente possibile e dopo qualche secondo Ginevra aggiunge "che tanto lo hai piccolo come un..un..una chiavetta USB" sorrido e aggiungo nuovamente "peccato che non riesca a infilarsi da nessuna parte" e mentre il ragazzo se ne va sconsolato il suo compagno ci sorride, si avvicina e dice a bassa voce "siete delle grandi, peccato non possa dire lo stesso di loro" afferma divertito indicando i nostri petti, inizio a correre verso il ragazzo in questione che si è già dato alla fuga "brutto pezzo di sterco pervertit-" vengo bloccata dalle braccia di Ginevra che mi tengono ferma e dal suono del clacson della macchina appartenente alla mamma di Ginevra.

Dopo essere salita in macchina la mamma di Ginevra mi guarda sorridendo "la prossima volta non fermarti, io sarei andata avanti" e mi fa l'occhiolino, sorrido e guardo Ginevra in segno di approvazione del fatto che sia stata adottata, ricevo come risposta un dito medio.

D&L Un pasticcio di ragazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora