Scommessa

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All'uscita da scuola mando un messaggio alle -divine- scrivendo che oggi non posso aspettarle, prendo velocemente il motorino e torno a casa, vorrei pranzare insieme a mamma, in questi giorni ci stiamo vedendo veramente poco, in teoria oggi ha il turno pomeridiano dalle tre e mezza alle sei di pomeriggio all'ospedale, sono le due e mezza, in teoria dovrei trovarla a casa.

"MAMMA SONO A CASA" urlo chiudendo la porta di casa, nessuna risposta "MAMMA?" arrivata in cucina trovo l'ennesimo bigliettino -amore scusami ma avevo un pranzo di lavoro, ci sentiamo stasera. Baci la tua mammina- prendo il cellulare sconsolata e scrivo sul gruppo delle ragazze -divine videochiamata durante il pranzo? Sono sola- aggiungo l'emoji con gli occhioni. Mentre aspetto delle risposte decido di cambiarmi; indosso una tuta grigia di mamma che avrà una decina di anni; rovisto in cucina e non trovo nulla da mangiare, mi toccherà scendere da zia Mary, la proprietaria della paninoteca sotto casa.

Io e zia Mary ci conosciamo da quando avevo sei anni, ogni Mercoledì a pranzo andavo insieme a mamma a mangiare i suoi panini squisiti, non la vedo da giugno.

"Buongiorno vorrei un panino prosciutto crudo, mozzarella e insalata" la ragazza dietro al bancone annuisce "che grandezza?" ho una fame da lupi "la più grande grazie" la ragazza scompare in cucina prima che possa chiederle di Mary, senza rifletterci vado dietro al bancone e mi dirigo in cucina "Zia Mary?" la donna sulla sessantina in carne, con la fronte sudata e indaffarata a sistemare la cucina si avvicina a me "amore, mi sei mancata, tutto bene?" annuisco "tu piuttosto? Ti vedo molto impegnata" si asciuga la fronte "si, sto cercando un aiutante, anche senza esperienza, per aiutarmi a tenere sempre pulita la cucina e per gli ordini, io e Adele non riusciamo da sole" conclude indicando la ragazza che pochi minuti fa mi ha servito e adesso sta cuocendo il mio panino "provo a chiedere in giro se qualcuno è interessato okay?" Zia Mary sorride debolmente "oh mia cara non ti preoccupare, a me basta che torni a mangiare ogni Mercoledì come da piccola" un' espressione speranzosa le appare sul viso "mamma in quest'ultimo periodo è molto impegnata con i turni all'ospedale e non riusciamo a trovare molti  momenti per noi, ti prometto che verrò a trovarti spesso" la saluto abbracciandola e torno nella sala da pranzo, mi siedo su un tavolo vuoto e mi stiracchio distendendo le gambe, estraggo il cellulare dalla tasca dei pantaloni della tuta e leggo i messaggi -Sofi: mi spiace sono ancora in treno- scorro la chat -Diana: sto andando al negozio di dischi, appena finisco il turno ti chiamo : ) – Ginevra non ha ancora letto il messaggio, mi passo le mani davanti al viso ed emetto un flebile lamento, che giornata riprovevole "ragazzina?" alzo lo sguardo e noto davanti a me Lorenzo che mi sorride "aspetta... Renzo giusto? Come quello dei promessi sposi?" chiedo in modo confuso, il suo sorriso si trasforma in una smorfia; mi piace fingere di non ricordare i nomi delle persone, è stupendo vedere le loro espressioni stupefatte "un nome del genere non si appropria a un figo come me" la serietà con cui pronuncia la frase mi fa scoppiare a ridere, ma la mia espressione divertita muta in uno sguardo allarmato quando realizzo che il ragazzo davanti a me frequenta gli stessi luoghi che frequento io, ai miei stessi orari e questa non può essere una coincidenza. 

Lorenzo mi guarda confuso, probabilmente si starà chiedendo perché ho cambiato espressione, okay, posso farcela, prendo il cellulare e compongo il numero di emergenza da sotto il tavolo nel caso la situazione si metta male "Lorenzo, se questo è il tuo vero nome, dimmi perché mi segui, giuro che io non faccio parte di organizzazioni come la CIA o FBI, anche se mi piacerebbe un giorno, magari, anche se credo che la mia pigrizia me lo impedirà ma, parlando di adesso, sono un'adolescente normale, ho una vita noiosissima" il ragazzo di fronte a me volge uno sguardo scettico ma dopo un paio di secondi inizia ad annuire ridendo mentre io rimango seria e intimorita "oddio tu credi che io ti stia seguendo perché ci siamo incontrati tre volte in due giorni" annuisco serissima "non so neanche come ti chiami e tu mi accusi di essere uno stalker?" sul mio viso si forma una smorfia perplessa "potresti saperlo e mentire" Lorenzo si sporge sul tavolo e appoggia le mani unite sopra esso "ti ricordo che sei stata tu la prima a fissarmi come una psicopatica, quindi anche io potrei pensare che tu sia ossessionata da me" i miei occhi si socchiudono "si ma sei tu che mi hai rivolto la parola" ribatto convinta; mi osserva in modo pensieroso "ho un'idea, facciamo una scommessa" io sono una calamita per le scommesse, mi piace mettermi alla prova "mmm continua" annuisce soddisfatto "allora, chi incontra per primo l'altro e lo ignora vince" sono incerta "quindi perdo se ti incontro e ti parlo?" Lorenzo annuisce "questa scommessa durerà una settimana, se nessuno dei due proverà ad avvicinarsi e parlare con l'altro vuol dire che entrambi non siamo degli stalker, o degli agenti dell'FBI, che sarebbe impossibile perché non siamo in America, ci stai?" annuisco senza rifletterci molto "tranquillo, ho già la vittoria in mano, se perdi dovrai venire a lavorare per Zia Mary, la proprietaria del locale" inizialmente lo vedo dubbioso ma accetta "però se vinco io sarai obbligata ad assistere a una mia lezione di nuoto"  non sono ancora del tutto convinta "posso portare qualcuno?" annuisce nuovamente soddisfatto, si alza e mi saluta.

D&L Un pasticcio di ragazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora