Mostro.

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Mi svegliai senza fiato stringendo tra le dita delle mani le lenzuola fin troppo fini per darmi un qualche appoggio; mi ritrovai a boccheggiare alla ricerca di aria, sentii il sangue congelarsi nelle vene e il cuore imprigionarsi nel ghiaccio, le lacrime mi rigavano il viso impotenti mentre un urlo muto mi straziava la gola. Era troppo tardi, il freddo pungeva il mio corpo liberandolo da ogni accenno di vita nutrendosene.

"Carol" le sue braccia mi presero e mi trasserò a sé contro il suo calore, mi ci attaccai disperata tremando sperando che scacciasse tutto il dolore via con il suo fuoco.

Mi cullava dolcemente accarezzandomi con una mano i capelli "Sono qui piccola, ci sono io."

Sapevo che era lui e solo questo riuscì a farmi aprire davvero gli occhi, ma non a farmi scappare da tutto quel dolore che avevo dentro di me.

"Che è successo?" la mia voce era sottile e flebile, troppo debole.

Lui appoggiò la sua testa sopra la mia senza smettere di accarezzarmi "Hai perso il controllo dei tuoi poteri, quello che hai dentro è troppo forte. Non sei riuscita a controllarlo."

Dagli occhi calde gocce non smettevano di uscire formando sentieri sempre più lunghi sul mio volto "L'ho uccisa davvero Christopher? L'ho fatto davvero?"

Lui non disse niente ma il silenzio parlò al posto suo; so' perché l'ho fatto, so' anche che una parte di me non mi perdonerà mai per averlo fatto. Cercai di calmarmi, il petto bruciava e volevo solo che le brutte sensazioni se ne andassero.

"Devi mangiare qualcosa, ti sei risvegliata se non fai attenzione potresti uccidere te stessa."

Annuii,e lui uscì dalla stanza. Mi risdraiai e chiusi gli occhi, non avevo la forza né per rispondergli né per pensare poteva fare quello che preferiva con me, mi sentivo vuota.

Christopher's pov

Appoggiai le mani sul bancone della cucina stringendole a pugno con forza. Stava andando tutto come avevo programmato e allora perché mi sentivo il petto schiacciato dal senso di colpa? Tempo fa decisi che avrei fatto questo. Vederla priva di forze uccideva quel poco che era rimasto in me; nonostante i miei sentimenti per lei l'odio che provavo contro colui che mi aveva condannato non smetteva di travolgermi e non potevo far altro che sacrificare per i miei desideri di vendetta...lei. Se avesse saputo non sarebbe riuscita a perdonarmi, mi presi la testa tra le mani disperato. Il mio destino era già segnato e con il mio il suo; lei era il mio strumento il modo in cui sarei riuscito a raggiungere il trono degli inferi e riportare pace nel mio cuore per ciò che mi era stato tolto. A Lucifero avrei levato ciò che di più caro aveva e lo avrei ritorto contro di lui.

Lei era la mia luce, le tenebre dentro di me erano più profonde e forti e avrebbero distrutto tutto ciò che c'era di buono in lei; l'odio che provavo avrebbe distrutto tutto.

Un ringhio uscì dalle mie labbra appena trattenuto mentre le unghie andavano ad affondare nei palmi delle mani fino a far fuoriscire sangue color cremisi. Il dolore mi fece calmare.

Mi raddrizzai e mi pulii le mano sotto il getto dell'acqua calda del lavandino; le ferite si chiusero immediatamente. Presi un respiro profondo e sotterrai il senso di colpa in profondità.

Lei non avrebbe saputo niente e dovevo continuare a fare in modo che fosse così. Un sorriso pieno di pietà e disgusto verso me stesso curvò le mie labbra.

Ero questo, un demone un bugiardo uno sfruttatore un'opportunista un assassino e lei lo avrebbe capito solo alla fine.

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Ecco a voi il primo punto di vista di lui! Spero che la storia vi stia piacendo, e ringrazio coloro che hanno commentato e hanno lasciato un mi piace sono di gran incoraggiamento.

La verità è qualcosa di potente e al tempo stesso spaventoso, scoprite insime a Carol quanto può esserlo...un bacio e alla prossima! ;)

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