La prima prova del DeathGame , a parole di Christopher, non fu molto difficile. Dovevamo unicamente uccidere i demoni in zona, e nel caso ci fossimo scontrati contro altri partecipanti potevamo eliminarli senza farci problemi. Grazie alla mia natura per metà demoniaca ero in grado di utilizzare una spada angelica, e nonostante mi indebolisse era anche la mia unica possibilità di sopravvivere.
Corsi a perdi fiato senza rallentare, sentivo il petto che mi bruciava e le fitte al fianco.
Mi hai lasciata in quel maledetto cimitero da sola!
Da quando avevamo firmato il contratto eravamo in grado di sentire tutto quello che pensava l'altro.
Dai, non eri proprio sola...
Certo! Non ero sola, anzi ero in ottima compagnia con un diamine di basilisco!
Calmati era solo un basilisco, perfetto per fare pratica. Non voglio portarmi dietro un inutile peso morto nelle sfide.
Mi hai lasciato in un cimitero di notte! Di notte Christopher!
E allora? È un'esperienza piacevole.
Scossi la testa distrutta, e solo quando arrivai in prossimità di casa rallentai.
Sarei potuta rimanere lì immobile a rigirarmi come un cane finché non avessi trovato la posizione giusta per dormire; stavo iniziando a farci un pensierino quando lui finalmente mi degnò della sua presenza.
Erano passati giorni e notti interminabili, nonostante questo ogni volta che lo vedevo non potevo fare a meno di arrossire. Io con i miei capelli a caschetto castani e gli occhi azzurri non potevo competere con lui, e non adesso che ero sudata da far schifo.
"Ce ne hai messo di tempo per uccidere quel serpentello" disse incrociando le braccia al petto e guardandomi come un'insegnante deluso dall'interrogazione di un alunno "Almeno sei viva."
Grazie tante per averlo notato davvero, che pensiero carino.
Mi scoccò un'occhiata severa, ovviamente aveva sentito tutto. Si abbassò davanti a me e finii tra le sue braccia a mo' di principessa e non potei fare a meno di arrossire di più, averlo così vicino faceva aumentare i battiti del mio cuore. Nascosi il viso contro la sua spalla e mi lasciai confortare dal suo odore speziato e allo stesso tempo così dolce, fosse stato per me sarei rimasta così sempre solo la notte era un problema la sua presenza mi rendeva così tesa che non riuscivo a chiudere occhio. Visto le ore piccole che facevo a causa sua non era proprio un bene.
"Come premio ti eviterò di fare quest'ultimo tratto a piedi."
Annui e lo sentii quando con le sue potenti ali si diede la spinta fino ad immergersi nella pozza scura della notte.
Ogni persona avrebbe preferito godersi il panorama in quella circostanza, io preferivo godermi lui.
"Stupida ragazzina, non lo sai che sento tutto?" disse divertito e quasi mi immaginavo il suo volto piegato in un ghigno divertito. Gli tirai un pugno sulla spalla.
"E allora non ascoltare."
"Perché non dovrei? Ogni volta che ascolto i tuoi pensieri mi sento gratificato."
Che stronzo insensibile.
Sbuffò "Non era carino questo, Carol."
Atterrò dolcemente di fronte alla porta di casa e io gli feci la linguaccia prima di avviarmi verso il portico e abbassarmi davanti allo zerbino per prendere le chiavi che stavano lì sotto. Aprii in fretta la porta ed entrammo in casa.
Non era chissà cosa, era un ambiente molto minimalista ma mi andava bene così. "Vado a farmi una doccia, fai quello che ti pare Chris."
Le sue ali erano scomparse e quasi mi dispiacque, lui annui e io mi diressi prima in camere a prendere un paio di pantaloncini azzurri e una maglietta nera a maniche corte e dopo dentro il bagno dove chiusi la porta a chiave.
Mi spogliai e vidi quanti graffi e lividi avevo collezionato stavolta; ormai avevo le gambe ricoperte da tagli più o meno grandi e lividi di ogni grandezza. Scrollai le spalle e mi infilai sotto il getto dell'acqua calda, tanto sarebbe guariti entro la notte.
Mi sto annoiando.
Saltai in aria al suono della sua voce in testa e mugolai infastidita.
Dammi cinque minuti, solo cinque in cui posso fare finta di non averti sempre tra i piedi in testa.
Non lo sentii più e riuscii a fare una doccia tranquilla, mi sbrigai lo stesso.
Dopo aver fino lo raggiunsi in camera e lo trovai stravaccato sul letto ad aspettarmi, mi sedetti accanto a lui.
"Ti sei appropriato già della mia anima, che ne dici di lasciarmi almeno il letto Maloch?"
Lui in risposta mi guardò infastidito "Odio quando mi chiami così." mi fece posto e mi sdraiai appropriandomi del cuscino.
"Non ho ancora capito perché lo odi" sbadigliai stanca. Mi misi di fianco e lo guardai, lui fece lo stesso.
"Evita di chiamarmi così e basta Carol." mi scostò una ciocca di capelli dagli occhi.
"Va bene, adesso devo dormire domani ho compito di chimica a prima ora e per colpa tua non ho studiato niente."
Alzò gli occhi al cielo "Stai partecipando a un gioco in cui potresti morire e ti preoccupi del test di domani."
Non avrebbe mai potuto capire "Sono più che sicura delle tue capacità di proteggermi e di non lasciare che ci rimetta le penne."
Questa frase sembrò addolcirlo e mi avvolse un braccio intorno al fianco stringendomi a sé "Tranquilla ti aiuterò io domani. Sarebbe una seccatura se non potessimo uscire qualche sera perché devi recuperare."
Mi brillarono gli occhi, era la prima cosa intelligente che sentivo uscire dalle sue labbra.
"Se continui così non ti aiuto più" mi diede un pizzicotto.
Feci una smorfia "Scusa, però non puoi dirmi che mandarmi contro una chimera senza nemmeno avermi insegnato ad usare una spada angelica sia stata una cosa intelligente da fare."
Nel frattempo chiusi gli occhi.
"L'importante è che sei viva. Su ora dormi."
E crollai davvero.
Sentii il telefono squillare sul comodino e andando con la mano a tentoni riuscii a prenderlo "Pronto?" Avevo ancora la voce impastata dal sonno, quanto la odiavo quando mi svegliavo.
"Carol non mi dire che ti sei appena svegliata!"
Scostai il telefono dall'orecchio per vedere l'orario. Merda erano le sette e mezza!
"Scusa mamma ti richiamo più tardi." Le chiusi il telefono in faccia prima di sentire uno dei suoi soliti rimproveri.
Christoper dietro di me si godeva la scena ridendo e per farlo tacere gli diedi una cuscinata.
Corsi in fretta in bagno con i primi jeans e la prima maglietta trovati nell'armadio e mi vestii, cercai di rendere il mio aspetto il più decentemente possibile e poi andai a ficcarmi le sneakers nere ai piedi.
"Dato che non dormi, cosa ti costava svegliarmi?"
Lui si passò una mano tra i suoi setosi capelli neri "Non sarebbe stato divertente."
Sospirai, presi lo zaino nero in spalla con un quaderno dentro e mi girai per l'ultima volta verso di lui prima di uscire di casa e continuare a correre per non arrivare tardi a scuola.
Tutto questo era dannatamente stressante.
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DeathGame
ParanormalQuel giorno cambiò tutto, non so ancora se in meglio o in peggio. L’unica cosa che so’ è che lui entrò nella mia vita, più correttamente dalla finestra della mia stanza. "Siete pronti? I giochi stanno per avere inizio." La verità ha mille facce, sic...