Segreti.

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I giorni passarono velocemente. Christopher evitò di parlare di qualsiasi argomento attinente ai Giochi; sembrava distratto, distante. Lo vedevo di meno e la cosa mi risultava alquanto strana, solo la notte sentivo il suo corpo caldo vicino al mio e le sue braccia che mi stringevano a sé. Trovai il tempo per leggere e anche -per sfortuna- di studiare. Ritornare a quella routine....era così strano tutto mi pareva strano. Nonostante andassi a scuola parlassi con Annette e qualcun altro dei miei compagni di classe mi sentivo da un'altra parte, mi sentivo lontana da quella realtà a cui prima ero tanto abituata; mi sentivo divisa, come se ci fosse davanti a me uno specchio. Parlavo, perfino ridevo ma tutto mi sembrava così finto e falso dopo quello che era successo, mi sentivo stanca e confusa. Diciamo che tutto questo mi portava ad essere anche lievemente depressa. Che palle.

Lasciai cadere la testa contro il libro di chimica, sconfitta; non era giornata per studiare chimica organica. Non era giornata di fare niente.

Sentii il telefono vibrare e sollevai il viso a rallentatore-feel like zombie- per controllare lo schermo.

Annette? Cosa aveva Annette da dirmi di importante alle undici di sera?

Sbloccai lo schermo e vidi il motivo. Mi aveva invitato la sera seguente ad andare in un locale il Poison aperto da poco. Che nome interessante.

Tanto Christopher era chissà dove -non avrei ammesso ad alta voce che la cosa mi infastidiva- e a parte spararmi a casa e affondare nella mia depressione non avevo niente di meglio da fare, quindi perché no?

Le inviai un semplice e veloce okay, mi sarebbe venuta a prendere lei alle dieci e mi avrebbe anche accompagnata ritorno, no problem.

Adesso subentrava un'altra domanda, dormire o non dormire? Questo è il problema, avrei potuto aspettare che il piccione alato entrasse dalla finestra, peccato fossi particolarmente infastidita nei suoi confronti. In conclusione mi infilai il pigiama grigio con i coniglietti e mi buttai sotto le coperte. Sciolsi la coda che mi ero fatta per trattenere i capelli che mi andavano davanti mentre studiavo e appoggiai l'elastico sul comodino sospirando di piacere per quella piccola liberazione. Sentii il cellulare vibrare di nuovo, decisi di controllare appena mi fossi svegliata; chiusi gli occhi cercando di allontanare i pensieri e dopo mezz'ora a contare le pecorelle venni avvolta dalle braccia di Morfeo e dormii. Christopher non venne quella notte.

Mi svegliai guardandomi intorno, era bello vedere come la luce si poggiasse su ogni oggetto illuminandolo e creando un'ombra; l'ombra dipendeva dalla luce, senza di essa non ci sarebbe stata. Questo mi faceva pensare un po' a me e lui; ma chi era la luce chi l'ombra, chi dipendeva da chi?

Mi alzai dal letto sospirando e presi il cellulare.
Stasera non torno. Christopher

Da quando aveva un cellulare? E da quando aveva bisogno di questo per parlare con me? Ero sempre più perplessa e nervosa. Salvai il suo numero scrivendoci 'piccione del malaugurio' e poi buttai il cellulare sul letto, per andare in bagno a farmi una doccia. Uscii avvolta nell'asciugamano e tirai fuori i vestiti dall'armadio; un paio di foseaux neri e una maglietta rossa con la scritta I'm here bitch! e le fallen nere con i lacci rossi. Presi una borsa a trocolla nera semplice e ci infilai dentro una felpa nera, i soldi le cuffie e l'immancabile cellulare rompi scatole. Sarai andata in biblioteca e poi chissà forse alle rampe, se fossi stata fortunata avrei trovato Josh.

Uscii di casa e iniziai a camminare, ero vicina al centro della città ma almeno una buona mezz'ora a piedi me la sarei dovuta fare, preferivo farmene dieci e prendere il bus. Così camminai nella direzione della fermata con le cuffiette e la canzone Animali i have become dei Three days Grace. Canticchiai a bassa voce aspettando il bus alla fermata che non si fece attendere per fortuna. Presi posto a sedere in fondo e appoggiai la borsa nel sedile accanto.

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