9. L'amore è... una gran minchiata!

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«Spalle dritte, petto all'infuori e mani unite.»
«No principessa, i gomiti un po' alzati!»

Sbuffo e faccio come dice la signora davanti a me.

Oggi è il terzo giorno di etichetta e voglio un po' morire sinceramente, non me l'aspettavo così pesante.

«Così va bene?» chiedo, sentendo una goccia di sudore scendere lungo la tempia.

Siamo in piena estate e io devo mettermi a fare ste cose, dio cristo.
Voglio solo tornare a casa, chiedo troppo?

«Si perfetto! Aggiungiamo anche tre libri sulla testa, per mantenere l'equilibrio. È un vecchio modo, ma funziona.» mi dice euforica.

Tutta questa energia dove la trova io non lo so.
Mi aggiunge questi tre libri sulla mia testa, alzo leggermente il mento e sto dritta con le spalle.
Ancora una volta, faccio un passo e perdo l'equilibrio.

«Okay, Altezza non temete suvvia! Ce la può fare, credo in lei.»

Ripartiamo ancora, forse per tre o quattro volte consecutive.
Ad un'altra prova, finalmente penso di avercela fatta.
Il silenzio ci circonda ma sento il sorriso fiero di Agata dietro le mie spalle e i suoi occhi che guardano ogni minimo dettaglio.

Poi, la magia finisce. Scoppia la bolla di privacy, di sicurezza che sentivo pochi secondi fa con un semplice: «Allora sa camminare!» di quello stronzo e i libri cadono a terra con me appresso.

«Principessa, state bene? Oddio, spero non sia nulla di grave. Aspetti che l'aiuto!» Agata si avvicina a me e mi porge una mano per farmi alzare, ma una smorfia di dolore mi ferma.

«Mi sono slogata la caviglia.» quasi scoppio a piangere, non può essere.

«Niente di cui preoccuparsi, okay? Si rimetterà in sesto subito.» mi rincuora la donna accanto a me.
«Duca Edward, mi scusi ma potrebbe controllarla per me che nel frattempo cercherò un medico?»

«Con piacere, sarà interessante.» sorride mesto.

«Stronzo!» grido, appena Agata esce dalla stanza.
«Questa è colpa tua!»

«Ei! Se sei maldestra non è colpa mia.» scoppia a ridere in modo composto.

«Ma vaffanculo e aiutami ad alzarmi almeno.»

Sorride divertito e mi aiuta, facendomi sedere su una sedia.
Questa cazzo di sedia dov'era? Non l'avevo vista prima.
Sbuffo e guardo la mia caviglia gonfiare a vista d'occhio.

«Oddio è rotta.» mi lamento con le lacrime.
«Non riesco più a sentirla, è rotta.»

«Non è rotta.» sbuffa lo stronzo.
«È solo slogata. Se fosse stata rotta, a quest'ora non poteva nemmeno muoversi e ad ogni minimo movimento, avrebbe sentito dolore.»

«Si ma ho una palla enorme, guarda! È viola.»

«È normale, sarà stato il movimento.»

Mi asciugo le lacrime e guardo ancora la mia caviglia.
Non ci voleva, dio buono.
Ma almeno ho una scusa per stare a letto.

«Beh.. forse dovrò stare a letto per giorni, o forse settimane.» faccio finta di rimanerci male.

«Non dica sciocchezze principessa! Sa che stando a letto, ci sono altri modi per fare l'etichetta?» Agata entra velocemente con un uomo dietro di lei.
«Lui è Igor. È il dottore personale dello Zar e l'aiuterà a metterla in sesto! È il migliore del paese.»

Ma porca di quella puttana, non è possibile.

Il medico si avvicina a me, parlandomi in russo. Ovviamente non capisco un cazzo.

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