Prologo

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TRADUZIONE A FINE
CAPITOLO!!

«Offio.» mormoro scioccata.
«Mivael è forfato!» urlo affogandomi con un pop corn.
Tossisco con le lacrime agli occhi, senza staccare essi dalla TV.
Ovviamente, come ogni sera, guardo The Originals.
Questa sarà la settima o l'ottava volta che la guardo e nonostante tutto, i miei gesti o il modo in cui mi stupisco, è come se fosse la prima volta.

Julie Plec, senza ombra di dubbio, ha fatto un buon lavoro!
Attori fighi, sangue dappertutto e un e po' d'amore qua e là.
Giusto ciò che mi serve nella vita è proprio questo.
Un Elija che mi tira fuori dai guai, una Rebeka con tanto gusto nel vestire e un Klaus che mi insegni come difendermi, dannazione!
Sono così sfigata che se mi dovessero dire "vai in un angolino", io probabilmente lo farei.
Oh Patri Piu.*

Sospiro sognante, quando Klaus, in tutta la sua bellezza, minaccia Marcel.
E dopo, finisce l'episodio.
«Ma porca di que-»

«Non cuminciari, ah!*» sbraita mia mamma Carla dal salotto, interrompendomi.

Uno sbuffo esce dalle mie labbra e mentre mi alzo dal divano, il campanello suona.
«Vado io!» grido come una pazza, correndo verso la porta. -non interessandomi minimamente di rompermi l'osso del collo per colpa del cuscino a terra.-
Quando apro la porta, sulla soglia c'è un uomo. Con giacca e cravatta. Nera, per giunta. E a me, il nero, fa paura.

«Lei è la signorina Emma? Emma Ziglöv?» chiede, con un italiano forte ma con un accento strano.

Allibita e con la lingua tagliata, faccio un cenno di assenso.
Nel frattempo, dietro di me, si avvicinano mia mamma ed Elisa,la mia migliore amica.
«Tu saresti?» trovo la lingua in un angolo, grazie a Dio e trovo il coraggio di porgere questa domanda.
Perché si. Il nero mi mette in soggezione, cazzo!.

«Sono Albert Buyer, aiutante personale del Re Alexander Ziglöv.» annuncia fiero. E giuro di aver visto il petto gonfiarsi.

Guardo stranita l'uomo davanti a me e mi giro verso mia madre che sembra una statua.
Se non fosse per la situazione, mi metterei a ridere visto che: Elisa, mangia come se niente fosse con la maglietta di Paperino sporca di gelato, mia madre con una crocchia e un grembiule di Peppa Pig e poi ci sono io, ovviamente con un nido di uccelli al posto dei capelli, pigiama unito con la cresta di un gallo nel cappuccio e in mano una manciata di pop corn.
Guardo ancora mia madre in cerca di qualcosa ma è ancora lì, ferma.
«Ma è Me patri... Non era taccatu?*» chiedo ingenua a mia madre.

«Ho un mancamento.» dice prima di svenire a terra.

Mi giro sconcertata dall'uomo nero e sorrido.
«Chi è questo Re... Ehm.. non ricordo il nome.» faccio finta di niente per essere sicura.

Si schiarisce la voce a disagio e risponde.
Facendo svenire pure me.
«È suo padre signorina.. e sono venuto qui apposta per dirle che lei è l'erede al trono di Hölkov: il regno della Russia.»

E non sento più niente se non la botta allucinante alla schiena.
Cazzo, non so nemmeno come cadere porca troia.

Traduzione:
Non cuminciari: non cominciare
Ma è me patri.. non era taccatu?: ma è mio padre.. non era arrestato?

Grazie infinite per la lettura di questa mia nuova storia, ogni volta che ci sarà scritta una parola messinese, la tradurrò qui! Un bacio, Sam.🌹

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