18. Fame. -Parte 1-

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Non abbiamo fatto sesso se è quello che tutti credono o sperano.
Dopo quella sera -esattamente una settimana fa-, non ci siamo visti molto per via dell'etichetta che mi portava davvero tanto tempo.
Ci siamo visti di sfuggita e ci siamo dati qualche bacio a fior di labbra come se fosse una cosa normale.

«Stai migliorando.» Jerard sorride compiaciuto, mentre smette di suonare il piano.

«Dici? Io credo che potrei fare di più.» mormoro, sedendomi sulla sedia.
Quando tolgo i tacchi, lancio un sospiro di sollievo.

«Quello si ma impari in fretta ed è una cosa bella. C'è gente che per fare il valzer, impiega circa due tre anni per impararlo e tu in quasi un mese sai già tutti i passi senza sbagliare.»

Sorrido grata e guardo l'orologio al polso, ho lezione di storia e di diritto.
«Devo andare.» gemo piena di frustrazione.

«Ci vediamo la prossima settimana allo stesso orario, non fare tardi!» Pasqual mi grida dietro mentre grido un "si" a mia volta.

Percorro il lungo corridoio e arrivo nella stanza dove trovo la professoressa simpatica.

«Salve, scusi in ritardo. Ero a lezione di ballo.» faccio una risatina sciocca e mi siedo al mio posto.

«Non ti preoccupare, hai studiato qualcosina? Hai qualche dubbio? Magari posso rispiegarlo.» chiede con un sorriso.

«Stranamente ho capito tutto, possiamo andare avanti con il programma.» dico, ricambiando il sorriso.

Quando arrivo nella mia stanza sono le undici passate

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Quando arrivo nella mia stanza sono le undici passate. Sono stanca morta e tra lezioni di ballo, etichetta e cultura mi ritrovo distesa nel letto senza nemmeno cambiarmi.

Due colpi alla porta mi fanno girare la testa e in tutta la sua bellezza entra Edward con un sorriso che illumina l'intera stanza.

«Posso entrare?» chiede ancora sull'uscio della porta.

«Vieni pure.» sbadiglio rumorosamente e gli faccio spazio accanto a me.

«Ti ho preso qualcosa dalla cucina. Dorotea ha preparato con le sue mani una torta al cioccolato, vuole che metti qualcosa sotto i denti.»

«La mangerò domani, sono stanca per favore.» mormoro, chiudendo gli occhi.

«Tuo padre sta fin troppo esagerando.» borbotta prendendo posto accanto a me.

Metto la testa sul suo petto e mi beo delle sue carezze.

«Ce la faccio, Jerard ha detto che sto migliorando nel ballo e la professoressa di storia è già arrivata a fine programma, dice che imparo in fretta.» sbadiglio ancora.

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