13. Tatuatore.

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«Allora, dimmi tutto

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«Allora, dimmi tutto.» sospiro, sedendomi sul letto.

«Come ben sai.. tu sei destinata a me e io a te fin da quando siamo bambini.» inizia, mettendosi le mani nelle tasche e gironzolando per la stanza.

Siamo finiti in reign sennò non si spiega sta cosa.
È un sogno io lo so e non vedo l'ora di svegliarmi.

«Al compimento dei tuoi 18 anni, tu dovrai entrare in società e tre mesi dopo, ci sarà il nostro matrimonio.
Ecco, conosco quella faccia però ascoltami perché nemmeno io voglio sposarmi.» si schiarisce la voce e si siede accanto a me.
«Non sei tu ma sono io il problema e- perché stai alzando gli occhi al cielo? Sono serio!»

«Arriva al punto, questa frase mi ha scocciato.» sbuffo.

«Permalosa! Comunque, stavo dicendo.. io sono già fidanzato, amo questa donna più della mia vita e se mi sposerò con te, non potrò starle accanto.
È incinta Emma, voglio starle accanto davvero e questa cosa non la sa nessuno a parte te. Quindi ti prego di non dirlo a nessuno.»

Oh gesù, siamo su scherzi a parte? Perché non è possibile che stia capitando a me.

«E poi-»

«Tu sei completamente pazzo!» grido, alzandomi dal letto.
«Ma stai scherzando? Dimmi di sì ti prego.»

«Emma, so che non è facile da digerire ma-»

«No Edward! La mia vita è completamente stravolta da quando sono arrivata qui, lo capisci? Questo matrimonio non capisco perché ci debba essere e di certo non ti coprirò, non posso. Finirei nei guai, più di adesso.» mi metto una mano in fronte e giro in tondo per la stanza.

Stiamo uscendo pazzi, non è normale tutto ciò.

«Emma.. ti prego.» mormora alzandosi, si avvicina a me e posa una mano sulla mia spalla.

«No Edward, non posso scusa. Dí la verità ai tuoi, vedrai che-»

«Emma, lo vuoi capire o no che non posso? Questa donna è di basso rango, non lo accetterebbero. Siamo destinati noi due, fin da piccoli e non posso cambiare nulla. Ti sto chiedendo un cazzo di favore, ti ho aiutata in questi giorni e-»

«Ah quindi è una specie di ricatto?» tolgo brutalmente la sua mano dalla mia spalla.
«Tu hai aiutato me solo in cambio di questo cazzo di favore? Ma sei cretino? Vattene dalla mia vista, ora!»

«No, Emma mi sono spiegato male.»

«Vai via, adesso!» con l'indice indico la porta, lo spingo fin quando non esce dalla stanza e io rimango sola.

Scoppio a piangere e chiamo immediatamente la mia migliore amica, il suo telefono è spento.
Sorrido mentre piango e penso di essere la più sfortunata del mondo.
Vaffanculo a tutti.

Gesú santo, ma perchè deve capitare tutto a me? Voglio tornare a casa.

Sospiro, mi asciugo le lacrime e mi sdraio a letto; con il telefono faccio un giro nelle app e apro il calendario, mi arriva subito una notifica: "tatuatore" con tanti cuoricini accanto.

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