VIII

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Perché no, tanto non avevo nulla da fare. 
«Ci siamo tutti, quindi?»
Ci scambiammo sguardi: alcuni annuirono, altri si strinsero nelle spalle.
«Volete andare a mangiare fuori?»
«Meglio di no, farà freddo, ad una certa ora. Andiamo a casa mia e di Pix, ordiniamo d'asporto e stiamo al calduccio» intervenne Skylor.
Se avesse potuto farlo, Kai avrebbe scodinzolato. Presi il telefono e subito mi preoccupai di informare mia madre, breve e coinciso. La risposta non si fece attendere e come previsto, andò tutto liscio. Appena varcammo la soia della casa, fummo investiti dal calore di un piccolo caminetto, situato nella stanza di fronte all'entrata che doveva essere la sala. In mezzo alla stanza c'era un tavolo grande, ma basso, con ai lati due poltrone grigie.
La casa era abbastanza grande per ospitare solamente due persone: il pavimento di legno però le dava un tocco quasi montagnolo. Alle pareti bianche erano appesi diversi dipinti, ritraenti paesaggi naturalistici non proprio perfetti, ma affascinanti al loro modo. Delle scale, visibili se si guardava subito a sinistra dall'ingresso, portavano al piano di sopra, nel quale doveva esserci la camera da letto ed il bagno, ad esclusione.

«Fate come se fosse casa vostra» ci fece sentire a nostro agio Pixal, quando già Layn era intenta a buttare il suo giubbetto sopra ad una sedia e togliersi le scarpe. Vidi che anche le altre stavano facendo lo stesso, così iniziammo a slacciarci anche noi ragazzi le scarpe, nello stesso momento in cui tutte quante se ne andarono in una stanza accanto, separata da una porta scorrevole.
«Oh no, no Cole tu non te le togli» iniziò a lamentarsi Jay.
«Ma che vuoi rompipalle?» lo squadrò Cole, intento a slacciarsi la seconda scarpa.
«Puzzano troppo i tuoi piedi, non lo sopporterei!»
«Confermo» iniziò anche Zane.
Risi con Kai, pensando a quella volta che a casa sua avevamo trovato dei calzini che sapevano di camembert.
«Io sono un uomo pulito! Non mi puzzano, mi sono fatto la doccia prima di venire» e detto questo, si tolse la scarpa. Come vendetta, prese Jay per la collottola e gli spiaccicò il naso dentro la scarpa, tutto soddisfatto della sua mossa. Il povero malcapitato poté respirare aria buona solamente quando Nya tornò dalla cucina.
«Cosa cavolo..?» disse la ragazza, guardandoci con aria interrogativa. Scuotemmo la testa all'unisono, come a dire "lascia stare". Pixal si affacciò dall'altra stanza, facendo sbucare solo la testa. 
«A voi piacciono i noodles? Ne abbiamo una scorta, magari potremmo mangiare quelli al posto di ordinare d'asporto» ci chiese.
Concordammo senza discussioni.
«Amico mio, ora vedremo se riesce a farli meglio dei tuoi» disse Cole, dando una gomitata a Zane. Il ragazzo ridacchiò.
«Ne dubito» si intromise Skylor, sbucando da dietro Pixal e tornando nella stanza dove eravamo tutti, portando alcuni bicchieri. Li appoggiò sopra al tavolo e si mise seduta a terra, continuando a parlare: «Pixal sa veramente cucinare da Dio, mai mettersi contro di lei.»
«Skylor sta un po' esagerando, ma se volete potremmo decidere chi riesce a fare la migliore ricetta cucinandole in contemporanea.»
«Perché no», rispose Zane, a quanto pare l'unico che aveva afferrato ciò che intendeva dire Pixal, «cuciniamo entrambi la nostra ricetta, solo che i miei li diamo alle ragazze mentre tu cucini agli scalmanati. Ci sto!» Beh, almeno questo l'avevo capito. Mentre Zane finiva di spiegare a noi poveri mortali ciò che lui e la divina Pixal avevano in mente, Layn tornò nella stanza con gli altri bicchieri mancanti, ma lei si mise a sedere sopra alla poltrona. Ci sedemmo intorno a quel tavolo, sperando solo di mangiare al più presto, visti i brontolii provenienti dalle nostre pance.
Restai in silenzio, facendo finta di ascoltare ciò che stavano dicendo gli altri nell'aspettare Zane e Pixal. Era la prima volta che entravo in casa di sole donne, mi aspettavo qualcosa di diverso. Non so, magari profumi di gelsomino nell'aria, visto che tutte le donne amano i fiori. O così credevo.
Mi aspettavo poi più "colori", magari più rosa? Non so nemmeno spiegarlo cosa mi passava per la testa. Il solito stereotipo di femmina, in poche parole. E invece scoprii che quella casa non era poi così diversa dalla mia. Forse più confusionaria, ma era normale, erano ragazze, non adulte. E poi ero io quello abituato all'ordine assoluto, al controllo. Ero io il "non ragazzo", e via con i soliti pensieri: dovrei pensare più a come divertirmi, sono troppo maturo, il guastafeste, il papino, il verginello...
Beh, sei a casa con 4 ragazze, magari oggi è la volta buona..
Ma che cavolo? Non amo nessuna di loro, la mia prima volta deve essere con una persona che amo. Sono i miei ormoni a parlare.
Sono il tuo cuore, scemo.
Ormoni. Non c'è nessuno che amo.
Ah ah ah, la testa la puoi abbindolare, i sentimenti no. 
Il cuore sbaglia.
E la testa no?
No.
E perché?
Perché.....si
Quando troverai una risposta, starò zitto.

Perversa innocenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora